\"Così preparano l´assalto ai tesori della Liguria\"
05 April, 2004
Un pezzo, profetico, del 1959 \"Non c´è più un angolo che si salvi\" MARIO FAZIO -------------------------------------------------------------------------------- Pubblichiamo alcuni brani di un articolo del dicembre 1959 uscito sulla rivista del Touring Club Italiano \"Le vie d´Italia\" L´opera di distruzione del paesaggio continua con metodo e con ritmo sempre più rapido. Si sta preparando l´assalto a una delle parti più belle e meno note della Liguria, così nascosta da essere meta di un turismo limitato: la fascia compresa fra Lérici e Bocca di Magra, verso il confine toscano. Non c´è dunque più un angolo che si salvi: per «valorizzare» turisticamente la Liguria si insiste in una febbrile opera di trasformazione che potrebbe perfino apparire insensata. Nessuno oserebbe affermare che non si debba costruire, ma perché mai costruire in modo cosi contrastante col paesaggio, perché cancellare ogni macchia verde, perché tagliare con furia gli alberi superstiti, perché inondare di cemento le spiagge e le scogliere? Il fenomeno ha due cause principali. Una di ordine economico: la speculazione sulle aree conseguente all´espansione del turismo di massa. L´altra di ordine morale assai più complesso: mancano talvolta nelle autorità locali, provinciali e regionali la sensibilità e la preparazione, e mancano, soprattutto, i mezzi - non legali ma pratici - per fronteggiare l´attività dei costruttori, per armonizzarla con le caratteristiche fondamentali del paesaggio e dell´architettura regionale. La speculazione è talmente spontanea e vigorosa da potersi dire irrefrenabile. Si costruisce talvolta egregiamente, ma non tenendo conto del paesaggio e dei caratteri regionali. Esaurite o quasi, le aree fabbricabili (orti e giardini) si dà ora l´assalto alle vecchie case caratteristiche, privilegiate perché affacciate direttamente sulle spiagge. Si pensi alla fila di vecchie e caratteristiche abitazioni sul mare di Sestri Levante, di Celle Ligure, di Albisola, di Noli, di Varigotti, di Laigueglia. Alassio, trasformata in una cittadona come Sanremo, allinea ancora sulla spiaggia un chilometro di antiche facciate policrome, di tetti grigi, di sporgenze e di abbaini, di archivolti che le danno un ultimo tratto inconfondibilmente ligure. Ma la trasformazione brutale del paesaggio ligure non si limita all´attività degli impresari edili e al taglio degli alberi. Abbiamo già detto che ora sono in pericolo i nuclei di antica costruzione, dai rilevanti e caratteristici elementi architettonici, come i vecchi borghi di Ventimiglia alta, di Bordighera alta, della «Pigna» di Sanremo, di Porto Maurizio, di Diano Castello, di Bussana vecchia, del «Budello» di Laigueglia e di Alassio, del centro di Noli, della vecchia Albisola, della parte frontale di Celle. Altri esempi cospicui si hanno a levante, da Camogli a Portofino e al centro di Chiavari. Fortunatamente non mancano in Liguria esempi positivi; gli esempi migliori di conservazione ambientale vengono dalla Riviera di Levante, cominciando da Portofino, grazie alla tutela esercitata dall´Ente Autonomo per il Monte di Portofino, creato con legge del 1937 e avente giurisdizione su tutto il monte di Portofino, includendo la costa da Camogli a San Fruttuoso, a Portofino, a Paraggi, fino a Santa Margherita. Santa Margherita si conserva discretamente. Camogli è quasi intatta. Purtroppo non può dirsi altrettanto dell´altra capitale della marineria ligure, Noli. Le vecchie case sul mare sono in parte demolite e trasformate; nel cuore della città medievale si trasformano le facciate con rivestimenti moderni, sorgono attorno alle mura e alle torri palazzi dai colori incredibili, il tutto con approvazione, si intende, delle autorità competenti. Altrettanto si dica di Varigotti, ultima testimonianza di una architettura di ispirazione moresca oggi in via di sparizione. La trasformazione sembra inarrestabile. Quando si sarà avvertito il danno compiuto sarà troppo tardi: un´intera regione d´Italia, fra le più belle e più note del mondo, avrà perduto il suo volto antico.