LA METROPOLI DEL FUTURO
Ripensare la grande Milano
06 April, 2004
di Alessandro Balducci docente del D.I.A.P Politecnico di Milano Da qualche tempo una serie di iniziative, come la mostra alla Triennale «La città infinita», stanno riportando all'attenzione come sta cambiando l'area milanese, che tipo di città sta prendendo forma, quali sono le modalità e le idee per governare e restituire qualità ad un territorio che rischia di essere lo specchio di processi di disgregazione che attraversano la società italiana. In questa riflessione si è inserita la voce del Politecnico con il convegno: «Milano dopo la metropoli». La tesi centrale di questo convegno è stata che l'idea di metropoli, a lungo inseguita anche come dimensione conforme per un nuovo livello di governo, costituisca oggi quasi un ostacolo per comprendere i fenomeni in atto. Metropoli allude a una immagine basata sull'esistenza di un centro propulsore e di una periferia prodotta attraverso il meccanismo dello sprawl, della tracimazione delle funzioni meno pregiate. Mentre ciò cui assistiamo è il definirsi di un territorio fortemente urbanizzato e integrato che va dalle pendici delle montagne a Nord alla bassa pianura verso Sud, e da Novara a Bergamo sull'asse Est-Ovest. Un territorio articolato in una pluralità di sistemi locali e di ambienti insediativi entro cui emergono nuove forme di cooperazione volontaria nelle politiche di sviluppo locale e di configurazioni spaziali che possono essere strutturate mantenendo un patrimonio originale di differenze. E' il territorio della città contemporanea ed è solo a questa scala che possono essere affrontati una serie di problemi. Quali? Il tema della mobilità e dei trasporti, con la necessità di riflettere sul quadro complessivo emergente dalle numerose iniziative in corso; il tema della gestione complessiva e non solo quello delle politiche tariffarie; il tema delle tecnologie che possono consentire un migliore uso del patrimonio infrastrutturale esistente, la necessità di concepire gli interventi infrastrutturali come progetti integrati tra strade e parchi, tra mobilità privata e pubblica. E poi il tema delle nuove centralità, che già danno conto del superamento della vecchia visione della regione ordinatamente policentrica sui suoi poli urbani tradizionali facendo emergere una geografia mobile; le questioni ambientali del verde volte ad ampliare e connettere il sistema dei parchi regionali e sovracomunali; il tema della riforma del welfare locale a scala sovracomunale: la geografia e gestione dei servizi alla persona, le nuove politiche della casa in affitto, la riforma di alcuni quartieri di edilizia pubblica che presentano i segni preoccupanti della disgregazione... Siamo convinti che solo assumendo uno scenario di area vasta adeguato ai processi in corso possano essere non solo affrontati più efficacemente molti problemi, ma si possa aprire una prospettiva di cooperazione su progetti significativi tra le istituzioni universitarie, gli enti pubblici, il mondo della produzione e della cultura, che può essere la chiave di una nuova ricerca comune della qualità urbana.