Il teatrino politico della Lega davanti ai suoi inceneritori
26 April, 2004
Adesso ci sono le sparate leghiste anche sulle politiche ambientali, in particolare su quella dei rifiuti. Come sempre di fronte all’esibizionismo trucido della Lega Lombarda c’è da chiedersi se è il caso di fargli pubblicità, se non è proprio ciò che vogliono. Ma ormai i presìdi di militanti del Carroccio davanti ad alcuni impianti del Nord contro l’arrivo dei rifiuti dalla Campania sono stati abbondantemente pubblicizzati dalle Tv. Anzi, prima di scomodare principi e valori di solidarietà nazionale e di predicare accoglienza per rifiuti extraregionali, vorrei far notare che si tratta di un bluff politico mediatico.La quantità di rifiuti che si prevede di ospitare è di 5mila tonnellate in tutto, poca rova, pari alla quantità prodotta in soli due giorni a Milano. Sono pochissimi militanti e dirigenti di partito che presidiano, in alcuni casi solo su appuntamento con i Tg. Dopo qualche giorno di blocco a Dalmine (Bg), è stato facilissimo per la polizia far entrare i camion dalla Campania, che erano autorizzati dalla giunta Formigoni. (Tanto che c’è da chiedersi perché non lo hanno fatto prima..) Il presidente del consiglio comunale di Dalmine, Marcello Saponaro, racconta che l’inceneritore di Dalmine è stato costruito pochi anni fa per volontà della Giunta leghista comunale e provinciale, senza valutazione di impatto ambientale e al di là delle necessità della pianificazione provinciale. La popolazione non era d’accordo e l’imposizione dell’inceneritore leghista è stato uno dei motivi che hanno portato la Lega a perdere le elezioni a Dalmine, dove ora governa il centro-sinistra. “Hanno costruito l’inceneritore per poi picchettarlo?” chiede Saponaro. Ora la popolazione è indifferente. Che arrivino dalla Campania un po’ più di tonnellate di quelle che normalmente l’impianto smaltisce non cambia niente. Solo nella mente dei leghisti più doc c’è differenza tra il rifiuto che arriva dal Sud, quello che arriva da fuori regione e quello che arriva da fuori provincia. Per la gente infastidita dagli impianti tutti i rifiuti vengono “da fuori”, magari persino quelli di un quartiere adiacente. L’agitazione leghista contro le poche tonnellate campane non solleva il popolo. Forse l’unico successo lo ha ottenuto in Veneto, dove Galan ha fatto propria la posizione della Lega e rifiutato la solidarietà, vantando i successi della sua Regione nella raccolta differenziata. (“Ma sia i successi veneti nella raccolta differenziata che la porta chiusa al rifiuto campano sono figlie dei pregi e dei difetti del localismo veneto, vengono da lontano, non da Galan né dalla Lega Nord.” Devo a Paolo Cacciari , assessore di Venezia, questa spiegazione.) In Lombardia e in Piemonte, il baccano del Carroccio contro “a munnezza” sta solo esasperando i rapporti col resto del Polo e mettendo in luce le difficoltà locali nel governo dei rifiuti. Perché, anche se è un po’ più avanti, anche il Nord Italia è tutt’altro che a posto…