Per abbattere gli alberi condominiali (e farci sotto i box)ci vuole l'unanimità.
da La repubblica di Milano del 30 aprile
30 April, 2004
I giudici: non abbattete il parco condominiale Alla Varesina due pensionate hanno vinto il primo round della loro battaglia per salvare gli alberi minacciati dalla costruzione di ventotto box sotterranei In via Chiari i residenti sono divisi sulla sorte di platani, acacie e magnolie. E chi vuole il garage non intende arrendersi MARCO MENSURATI FERRUCCIO SANSA Alberi. Foglie. Ombra. La legge è anche questo, cose vive, concrete, non soltanto codici. Questo sembrano dire Adriana e Luigia, mentre camminano tra i platani alti venti metri del parco condominiale di via Chiari 5 alla Varesina e citano articoli e commi come niente fosse. Il primo round della battaglia l´hanno vinto loro, queste due combattive pensionate e tutti gli altri condomini che hanno deciso di dire no all´abbattimento degli alberi: platani, acacie, pini, magnolie. Piante di alto fusto, vecchie anche più di cinquant´anni. Dopo un lungo tira e molla, il procuratore aggiunto Corrado Carnevale ha disposto il sequestro preventivo del parco. Stop alla costruzione del garage sotterraneo e all´abbattimento degli alberi di alto fusto. Almeno per adesso. «Se i box fossero realizzati, addio alberi... Via. Purtroppo cinque erano già stati tagliati», e le donne indicano i tronchi abbandonati sul terreno. Comincia a piovere e nell´aria si diffonde il profumo della vegetazione: «Lo sente?», ti chiedono le due, «Se tagliano anche gli altri alberi, scomparirà». E qui ogni centimetro quadrato di verde è prezioso, figuriamoci questo mezzo ettaro. Intanto le tende si sollevano dietro le finestre dei palazzi, dall´interno molti sbirciano: questa storia ha diviso gli abitanti. Ha scaldato, e parecchio, gli animi. L´oggetto del contendere? Ventotto box sotterranei. «Le famiglie di condomini sono ottanta. Quando ho comprato casa qui, l´ho fatto perché c´era il parco», spiega Gaetano Galfredi, anche lui non vede di buon occhio il progetto. E racconta come è nata l´idea: c´è stata una votazione, la maggioranza degli abitanti si è espressa a favore. «Ma in questi casi ci vuole l´unanimità, lo dice anche il codice civile. Ce lo siamo studiato tutto», dicono Adriana e Luigia. E il pubblico ministero per adesso ha dato ragione ai difensori degli alberi. Davanti al cancello del complesso ora campeggia un cartello: «Area sottoposta a sequestro preventivo». È solo il primo round. Ma non tutti sono contenti. «Provate a venire a posteggiare qui di sera... è impossibile, ci sono auto dappertutto, in doppia e tripla fila», è l´invito di Domenico Rinaldi. Che aggiunge: «L´altra sera sono venuti i pompieri per un´emergenza e non sono riusciti a passare». La soluzione? «Il garage». Oppure? «Il Comune potrebbe mettere anche qui dei posti riservati ai residenti». Sì, forse questa sarebbe la soluzione più semplice. Ma Rinaldi incalza: «Il nostro progetto costa 450.000 euro, di cui 60.000 riservati alla sistemazione del verde, proprio come è già stato fatto nel condominio accanto». Forse per farsi un´idea la cosa migliore è proprio andare a vedere i garage realizzati negli altri stabili della strada. Certo, i posti auto ci sono, ma l´aspetto non è proprio ridente: un praticello e tanti alberi appena piantati, alti un paio di metri. Poi qualche pianta di alto fusto. Insomma, un giardino come migliaia di altri in giro per Milano. Non un parco. «Noi siamo qui da più di cinquant´anni, da quando nel 1949 hanno costruito questo complesso», raccontano Adriana e Luigia. E guardano il prato. Sembra che lo vedano come allora: «Avevo venticinque anni», dice Adriana, «Ma non è per nostalgia che difendiamo gli alberi e il parco. Se li tagliano tutti, dove andranno a giocare i bambini?».