Tutti insieme pedalando: è il bike pooling
A scuola e al lavoro in comitiva, per sopravvivere al traffico Ciclobby lancia il nuovo servizio
10 May, 2004
ALESSIA GALLIONE I primi equipaggi sono già pronti a partire: tre o quattro persone che sia diano appuntamento la mattina, sotto casa, per andare insieme al lavoro o a scuola. Pedalando. In gruppo. È il «bike pooling», nato sul modello della macchina in condivisione. Ma che l´associazione Ciclobby (tel. 02.69311624) ha deciso di lanciare soprattutto per rendere i percorsi in bici più sicuri. Facendo tesoro della prima regola che ogni ciclista urbano deve imparare, dicono, per sopravvivere al traffico: «Un gruppo è più visibile da auto e mezzi e quindi corre meno rischi». L´unione fa la forza, insomma. Soprattutto in sella a una bicicletta. Un servizio, quello del bike-pool, rivolto anche ai bambini, con un volontario che si occuperà di condurre la piccola carovana fino a scuola. I bambini che, ieri, hanno festeggiato la prima domenica di sole proprio pedalando attraverso la città: oltre mille tra ciclisti in erba e genitori che hanno partecipato a «Bimbimbici». «Quasi il doppio rispetto allo scorso anno - dichiara Luigi Riccardi, presidente di Fiab, la federazione italiana amici della bicicletta e di Ciclobby - . Perché i ciclisti, a Milano, stanno aumentando. Tra qualche giorno, il 19, ripeteremo il nostro censimento annuale, contando gli ingressi nel centro lungo 50 postazioni. Lo scorso anno ne abbiamo calcolati 25mila, il 16 per cento in più rispetto al 2002. E tutto questo nonostante il problema maggiore a Milano sia la sicurezza». Una vera giungla. Almeno a sentire i racconti di chi, ogni giorno, si muove in città inforcando una due ruote. Storie di percorsi a ostacoli, tra pavé, rotaie di tram e automobilisti indisciplinati. Aneddoti e esperienze, anche divertenti. Quelle raccolte nel «Manuale di sopravvivenza ciclica urbana», edito da Terre di Mezzo, che sarà presentato stasera, alle 21, nella sede di Ciclobby, in via Borsieri 4. A parlare di sicurezza ci sarà anche il consigliere comunale dei Verdi, Maurizio Baruffi, che accusa: «Gli incidenti che coinvolgono ciclisti sono i più numerosi: nel ?99 erano il 4,3 per cento degli incidenti con feriti, il 4,8 nel 2002. Ben al di sopra del traffico quotidiano di biciclette, stimato tra il 2 e il 3 per cento del totale. Anche la mortalità è più alta: il 10,4 per cento di decessi contro il 4,9, in generale, nel ?99». Una ricetta è la costruzione di piste: «Oggi secondo il Comune ci sono 66 chilometri di piste ciclabili - continua Baruffi - . Ma la maggior parte sono solo spezzoni o pezzi sterrati che non portano da nessuna parte». Ma non solo. «Il vero mezzo per rendere più sicure le strade - spiega Riccardi - è ridurre la velocità delle auto. Su molte vie milanesi si potrebbe istituire il limite di 30 chilometri all´ora».