L'aumento della produzione di petrolio non è una soluzione a lungo termine, avverte l'Uitp
Nostra traduzione
09 June, 2004
In seguito all’ultima decisione dell’Opec di alzare le quote di petrolio di due milioni di barili al giorno per contrastare i prezzi vertiginosi del petrolio greggio, l’Uitp (Associazione Internazionale del Trasporto Pubblico) ha sottolineato come il consumo contenuto di energia sia l’unica soluzione sostenibile all’attuale crisi petrolifera. L’affermazione è stata fatta in chiusura della Giornata Mondiale per l’Ambiente, durante il meeting del Consiglio Politico di Ginevra. I ministri delle finanze delle otto nazioni più industrializzate hanno recentemente sollecitato l’Opec ad assicurare che i rifornimenti petroliferi vengano incontro alla crescente domanda. Ha fatto loro eco Lodola di Palacio, il Commissario per il Trasporto e l’Energia dell’Unione Europea, chiedendo una produzione più alta. “Le riserve di petrolio sono limitate. Se incrementiamo drasticamente la sua produzione adesso, non faremo che esaurirne più rapidamente le ridotte riserve”, ha affermato il Presidente Uitp Wolfgang Meyer. “Pompare più petrolio adesso non è chiaramente una soluzione valida”. “Piuttosto che favorire l’incremento di produzione, la risposta a lungo termine è quella di controllare il consumo di energia ed aderire al Protocollo di Kyoto”, ha aggiunto Hans Rat, Segretario Generale dell’Uitp. “Il settore del trasporto – che è il settore la cui percentuale annuale di consumo energetico sta crescendo più marcatamente – ha allora un ruolo cruciale da giocare”. Il Consiglio Politico dell’Uitp ha sollecitato i governi del mondo ad adottare politiche che promuovano modi di trasporto meno ‘ingordi’ di energia, come l’andare a piedi, in bicicletta e l’uso dei trasporti pubblici. Anche perché, secondo il Database Millennium Cities per il Trasporto Sostenibile, il trasporto pubblico è dal punto di vista energetico tre volte più efficiente della macchina privata. Altre politiche in grado di influenzare il consumo di energia includono la densità urbana, che assicura viaggi giornalieri più brevi. La crescente domanda mondiale di petrolio è stata alimentata da Stati Uniti e Cina. La domanda di gasolio negli Stati Uniti è stata incrementata marcatamente come risultato dell’avere sempre più macchine sulla strada e distanze più lunghe percorse dai pendolari. Secondo un rapporto recente dell’Associazione Trasporo Pubblico Americano, se gli americani usassero il trasporto pubblico con le stesse percentuali degli europei, gli Stati Uniti ridurrebbero la loro dipendenza dal petrolio importato di più del 40% (corrispondente circa alla quantità importata annualmente dall’Arabia Saudita). Con una crescita giornaliera pari a 1000 veicoli privati nella sola Pechino, il ‘car boom’ è così largamente responsabile della crescita del bisogno di energia in Cina. “Il caso della Cina ci mostra troppo chiaramente quanto potenzialmente preoccupante è il futuro.”, ha spiegato l’ingegnere Meyer. La Cina ha attualmente circa 15 macchine ogni 1000 abitanti, rispetto alle 500 ogni 1000 nell’Europa occidentale e alle 700 negli Stati Uniti. Con la rapida crescita economica cinese, il numero è destinato a saltare alle 80 macchine ogni 1000 abitanti nel 2020. Queste cifre da sole dimostrano quanto sia urgente promuovere un cambiamento modale verso il trasporto pubblico”, ha affermato Meyer. La richiesta dell’Uitp in favore di un consumo energetico controllato arriva nel momento in cui la Russia sembra verosimilmente intenzionata a ratificare il Protocollo di Kyoto, risollevando le speranze che alla fine entri in vigore. “L’Uitp accoglierebbe calorosamente la ratifica del Protocollo, ma è convinta che i limiti alle emissioni che imporrebbe dovrebbero essere applicate su basi settoriali”, conclude Rat.