(ANSA) - ROMA, 24 GIU - Parte dai cappelli e passa per cappotti, gonne, tute, coperte, panni e strofinacci la rivoluzione della 'spesa' ecologica nella pubblica amministrazione. E' stata infatti pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Circolare del ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio che contiene il primo elenco dei materiali e dei beni riciclati ammessi all'acquisto. Il provvedimento da' il via all'attuazione del decreto del ministero dell'Ambiente, entrato in vigore ad agosto 2003, che prevede per la pubblica amministrazione l'uso di beni e manufatti in materiale riciclato per una quota del 30%. Si parte con il settore tessile e dell'abbigliamento. A redigere il repertorio del riciclaggio una Commissione ad hoc istituita dal ministro Matteoli nel febbraio scorso. Per il tessile, in particolare, la presenza di rifiuti contenuti nei materiali riciclati non puo' essere inferiore al 40% in peso sul totale del materiale riciclato stesso. Ammissibili nell'elenco, tra gli altri, lana, cotone, seta, lino, viscosa, acetato, nylon, poliestere ma anche filati per tessitura, per maglieria, per abbigliamento; tessuti per arredamento, per calzature, per usi agricoli. E ancora: ovatte, feltri o semilavorati tessili per impieghi industriali. Sul fronte manufatti, il bene 'ecologico' e' quello che presenta una prevalenza in peso di materiale riciclato riferito al materiale stesso e non ai rifiuti. Nell'elenco figurano, tra gli altri: abiti completi, cappelli e copricapi in genere, cappotti, felpe, fodere, giacche, mantelli, maglie, pantaloni, tute. Ma anche: coperte, plaids, copriletti, panni, strofinacci, pavimentazioni e rivestimenti tessili, pannellature e imbottiture. La 'spesa' in materiale riciclato per gli enti pubblici riguardera' anche mobili per ufficio, articoli di cancelleria e oggetti e manufatti in plastica.