In piazza Valdo Fusi debutta il nuovo parcheggio
02 July, 2004
I 676 posti auto sottoterra non placano le polemiche sull' aspetto esterno Alessandro Mondo Meno quattro giorni all'inaugurazione del parcheggio in piazza Valdo Fusi. Tre anni e mezzo dopo l'avvio del cantiere «never ending», presenza subìta dai torinesi nel centro che più centro non si può, Torino incassa 676 posti auto (500 a rotazione, 176 privati) nascosti sotto una piazza fedele alla precedente giusto nel nome. Il debutto è previsto lunedì: un buon giorno per il traffico cittadino. Eccola, la nuova struttura che negli ultimi anni ha conteso la scena alla ristrutturazione della vicina Camera di Commercio. Se il parcheggio vero e proprio può dirsi finalmente terminato, chiuso nel suo nocciolo di cemento armato collaudato a breve dai Vigili del Fuoco, per la risistemazione superficiale bisognerà attendere l'autunno. Soltanto allora si potrà cogliere la portata di un intervento da circa 10 milioni di euro sul quale, fatta salva la sua utilità, diversi cittadini già eccepiscono. Un altro rigurgito dell'avversione tutta sabauda alle novità? In realtà non è tanto il vecchio «arredo» della piazza, soffocata dall'asfalto e invasa dalle auto, che giustifica le prime nostalgie. Quello che disorienta è la nuova configurazione, intuibile già oggi dietro i muri che delimitano l'«invaso» nel quale si è raccolta la creatività degli architetti Massimo Crotti e Francesco Dolza, vincitori nel '97 del concorso internazionale, poi «revocati» dal Gruppo Torinese Trasporti (allora Atm) in seguito alle prime vicissitudini del cantiere. Tutto quello che riserverà di gradevole il nuovo assetto - «orangerie», fontane, centinaia di alberelli ed arbusti, negozi, pavimentazione in porfido rosso e pietra d'Istria, persino una piccola cascata all'interno della «valle» verde definita in sede progettuale (insomma, la contropartita estetica e commerciale al parcheggio) -, sarà infatti contenuto dentro e ai lati di quello che oggi appare ancora come un enorme vascone in cemento armato. Lo stesso che il sindaco Chiamparino e l'assessore Maria Grazia Sestero (Mobilità) - accompagnati dal presidente di Gtt Giancarlo Guiati -, osserveranno durante il sopralluogo fissato lunedì: uno spazio promettente se immaginato dall'interno; meno visto da fuori, con il naso per aria, ai bordi di una piazza «inscatolata» per i decenni a venire. E come tale, lamentano alcuni, un po' opprimente: se non agli occhi di chi abita o lavora ai piani alti degli edifici circostanti, favorito dalla vista panoramica, certo a quelli di quanti ci girano intorno. «Come ogni intervento, anche questo andrà giudicato alla fine - replica Luciano Felicetti, direttore Divisione Infrastrutture Gtt -. In ogni caso, va ricordato che originariamente quest'area era occupata dal primo Politecnico di Torino, del quale abbiamo rinvenuto le fondamenta, poi spianato dai bombardamenti. Insomma: l'ultima versione della piazza come l' abbiamo conosciuta, cioè "a raso", era il frutto di quella che scherzosamente chiamiamo la "variabile B-52"». «Il nuovo assetto recupera la dimensione essenziale della piazza intesa come "agorà" - interviene Giuseppe Dasso, direttore lavori -: spazio delimitato ma accessibile ai cittadini». Ai torinesi l'ardua sentenza. Per ora debutta il parcheggio automatizzato su due piani: 12 mila metri quadrati di superficie totale; 7 metri e 60 di profondità. Gli ingressi dei veicoli, così come le uscite, sono collocati sui lati di via Giolitti e via Cavour. Prioritaria la sicurezza degli utenti. Fanno fede le 60 telecamere ed i 12 citofoni per il collegamento diretto: con la postazione di controllo, durante il presidio del personale, o con la centrale operativa Parcheggi Gtt nelle altre ore.