Mobilità olimpica, il parere di Legambiente
Massimo Infunti: "Buoni propositi ambientalisti ma convincere gli utenti a lasciare l'auto è ben altra cosa".
09 July, 2004
Dopo aver pubblicato l'intervista a Paolo Balistreri, direttore del settore Trasporti e Logistica per il Toroc, e dopo aver inserito il piano della mobilità nel periodo olimpico progettato in collaborazione con il Comune, la Provincia e la Regione, abbiamo chiesto a Legambiente di darci un parere. Ecco che cosa ci ha scritto Massimo Infunti, esperto di mobilità per Legambiente. Il documento che mi é stato presentato mi pare condivisibile e ricco di buoni propositi. Le informazioni e le strategie presentate sono di assoluto buon senso e evidenziano un lavoro di analisi della domanda di mobilità nelle valli olimpiche e nell'area metropolitana. Di assoluto pregio la citazione del desiderio di incentivare il trasporto pubblico e in particolare quello ferroviario, di facilitare gli scambi modali grazie ad una rete di posteggi di interscambio, di non realizzare mega posteggi definitivi in area montana. Mi rimangono però diverse perplessità come si passa da questa sfilza di "buoni propositi ambientalisti" alla realtà? Di questo non si parla. Quali saranno le strategie per rendere davvero più appetibile il trasporto pubblico? Non crederete ancora alla campagna di comunicazione del servizio potenziato? L'uso del mezzo pubblico é legato, sì alla sua qualità obiettiva (velocità, puntualità, costo) ma anche e soprattutto ad una serie di variabili più soft, soggettive che fanno preferire l'auto privata (il comfort, l'immagine trasmessa dal mezzo, la comodità, la sicurezza, ecc.). Ciò è dimostrato dal fatto che nessuna pubblicità di auto ci invita a comprare perché facciamo più in fretta ad andare dal centro di Milano a Rho, ma tutte ci fanno vedere uomini di successo circondati da donne estasiate, paesaggi incantevoli, interni da invidiare, modi per esprimere la nostra creatività tramite l'auto. Io non riesco a credere che dei tecnici riusciranno a convincere le persone a lasciare l'auto nel posteggio di interscambio e prendere un altro mezzo pubblico, a fare una fermata in tram e salire su un treno se verrà lasciata comunque la possibilità di arrivare in auto fino sulla pista da sci. E ce lo dimostrano le code regolari della domenica sera tornando dal Sestriere. I pullman ci sono e sono ragionevolmente frequenti, le paline sono rinnovate, ma la gente lascia gli autobus vuoti e preferisce la coda pur di rimanere aderente a quell'immagine che ci bombarda mediamente con una pubblicità di auto ogni tre che vanno in onda. Ce lo dimostrano anche i posteggi di interscambio progettati dalla città di Torino (e riutilizzati dal progetto olimpico), regolarmente vuoti perché sebbene si trovino in luoghi strategici e ben collegati non rappresentano un'attrattiva per gli automobilisti. Senza voler insegnare niente a nessuno, mi pare di poter affermare che se vogliamo davvero la mobilità sostenibile nelle valli olimpiche dobbiamo far andare insieme gli accorgimenti tecnici affiancati e una coraggiosa politica di incentivo/limitazione. Per quanto riguarda gli incentivi, non possiamo continuare ad investire su infrastrutture stradali e posteggi a destinazione e non sul treno (ad esempio Pinerolo Torre Pellice è in programma?) poi pretendere che la gente usi il mezzo pubblico. Non possiamo nemmeno fare interventi solo di carattere tecnico (per quanto ben progettati) se non affianchiamo una campagna di marketing che "sifdi la concorrenza" del trasporto non sostenibile lavorando su quelle variabili soft definite in precedenza (una volta che i dati oggettivi sono concorrenziali). Infine non possiamo immaginare che il tutto funzioni grazie alla buona volontà dei cittadini. I politici hanno una responsabilità strategica e di lungo termine. Devono tutelare il bene della collettività. A mio parere devono prendere provvedimenti talvolta impopolari, ma efficaci per dissuadere l'uso del mezzo privato e privilegiare quello pubblico. Infine, una nota sui posteggi. Vedo spesso posteggi che non sono altro che enormi spiazzali di asfalto. Nero, rifrangente il calore, maleodorante. Tutti gli urbanisti insegnano che un posteggio va alberato, che il microclima che si crea in questo modo va a vantaggio degli automobilisti e della collettività in generale. Invito i progettisti a ricordarsi di questo semplice accorgimento.