Al Gerbido, tra rabbia e rassegnazione
«L'inceneritore non ci piace, ma almeno lo facciano bene»
14 July, 2004
VIAGGIO FRA CHI ABITA E LAVORA ATTORNO ALL\'AREA INDICATA COME LA MIGLIORE PER OSPITARE IL FUTURO TERMOVALORIZZATORE DI TORINO E COMUNI DELLA CINTURA Patrizio Romano «Mica siete a favore dell\'inceneritore?» domanda tra il serio e il > faceto Felice Maritano, pensionato Fiat. A Fornaci di Beinasco, dove abita, l\'inceneritore è il convitato di pietra. «Sorgerà di fronte alla mia finestra - e indica un punto a poche centinaia di metri -. Ho investito 37 anni di lavoro e di risparmi in questa casa e ora ha perso il 30% del valore». Però non ne fa un dramma. «Capisco che si debba risolvere l\'emergenza rifiuti - spiega - e per me il problema non è \"dove\", ma \"quale\" inceneritore. Cioè, vorrei che mi dessero maggiori garanzie sull\'impianto, perché un giorno qui vivranno i miei nipoti». Rassegnati. I cittadini intorno al Gerbido sono così. Anche in via Gorini, proprio di fianco a dove dovrebbe sorgere il termovalorizzatore, c\'è calma. Gli stessi lavoratori della Gtt, che saranno «vicini di casa» dell\'inceneritore, non gridano al rischio inquinamento. «L\'immondizia si deve smaltire - dice Maurilio Fatta, autista -. E a Cagliari, dove sono nato, l\'inceneritore c\'è da anni e a due passi dall\'ospedale». Ma i timori restano. «Vogliamo essere sicuri che non escano puzze - continua -. Poi, fosse vicino a casa mia non mi preoccuperei». E averlo localizzato in un\'area industriale, tra campi e fabbriche, è una scelta apprezzata. «Sono favorevole - precisa Alberta Fierro, autista -, ma non vorrei che, come sempre in Italia, le certezze le diano solo a parole. E i lavoratori della Gtt devono essere informati - ribadisce -, visto che lo avranno proprio sulla testa». E sì, perché se verrà costruito al Gerbido sarà nell\'area ora destinata a deposito e al posto del punto di distribuzione del metano. Le case sono lontane, ma qualcuno che risiederà accanto al termovalorizzatore c\'è. «Abito qui al deposito Gtt - ammette Salvatore La Perna, pensionato -, e quindi lo avrò a pochi metri. Oh, bella: certo che mi darà fastidio». E non basta. Lui è uno dei tanti che hanno un orto abusivo nei campi vicini. «Quando l\'ho creato qui c\'era un boschetto, con lepri e funghi - ricorda -. Tra poco la verdura la dovrò andare a comprare. Ma visto che il Caat è qui dietro mi sa che non sarà proprio naturale». Rassegnazione. Nessuna parola urlata. Anche a Beinasco. Dove alle elezioni comunali si è presentata persino una lista «anti inceneritore». «In questa scuola ci sono 120 bambini e di fronte c\'è una materna - dichiara Maria Cannalonga, custode dell\'elementare Aldo Mei -. E vengono qui anche adesso per l\'Estate ragazzi. Le mamme? Sono preoccupate per i figli. Come si fa a non esserlo». Ma anche per se stessa ha paura. «Già soffro di tante allergie, e questa cosa non mi aiuterà - lamenta - Poi abito qui: quindi non mi allontano mai». Più serafico l\'86enne Franco Bonfanti, che minimizza: «Ho fatto la guerra in Russia e ho attraversato il Don, si immagini se mi spaventa un inceneritore». Ma lui, ex agente immobiliare, comprende i suoi vicini: «Ah, di sicuro il valore delle case andrà giù, però io non vendo». C\'è chi ha lasciato il suo paese cercando serenità in Italia e invece si trova a combattere contro un nuovo «nemico». «Nessuno, qui, vuole l\'inceneritore - confida Simona Nita, mamma romena di 24 anni -. Ho un bimbo di 6 anni, e non mi va molto che respiri quest\'aria». Per questo, appese alle ringhiere dei palazzi, ci sono diverse t-shirt con scritto «No inceneritore». E sui bidoni dell\'immondizia scritte spray: «Inceneritore, più tumori». Non è certo un comitato d\'accoglienza. Domenico D\'Antuno, titolare del bar-ristorante Play Off, cerca di essere comprensivo. «Vivo qui dalle 9 alle 24 - racconta -, e la cosa che spero è che lo facciano con criterio perché credo non farà male. Comunque, lo piazzassero più lontano...». Yuri Bossuto, presidente di circoscrizione, ha cercato di mantenersi sempre pacato, ma adesso che la voce si fa insistente sul Gerbido è perentorio: «Farlo così vicino alle case è un male. Qualunque garanzia diano è e resta un impianto industriale. Sarà inquinante anche solo per i mezzi che viaggeranno per portare i rifiuti». E a chi dimentica dove sarà costruito l\'inceneritore Domenico Luppino allunga un braccio e con un semicerchio indica un\'area un po\' più vasta e domanda: «Ma i politici lo sanno che qui c\'è il Caat e il San Luigi?». Rassegnati, ma non del tutto.