La Magistratura archivia le accuse del nuovo Anpa-Apat (Polo) a quello precedente (Ulivo)
Lettera di Bulgarelli, Ganapini e Onufrio
21 July, 2004
Vicenda ANPA-APAT: un caso esemplare di aggressione politica Si è recentemente conclusa una vicenda giudiziaria, iniziata nell’autunno 2001, inerente l’attività del Consiglio d’Amministrazione che, tra il 1998 e la primavera 2001, aveva gestito l’avviamento a regime dell’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ANPA). A fine giugno 2002 la Procura della Repubblica di Roma trasmetteva già al Giudice per le Indagini Preliminari richiesta di archiviazione al riguardo, poichè le investigazioni esperite portavano “ad escludere la sussistenza dei reati ipotizzati” a carico dei componenti quel CdA. Il 14 aprile 2004 il GIP ha accolto la richiesta della Procura disponendo l’archiviazione del procedimento. Riteniamo utile ricordare qualche passaggio di una vicenda, chiusasi positivamente per chi scrive, che ha visto un ricorso quantomeno disinvolto alla Magistratura proprio da parte di persone nominate dall’attuale Governo, che ad ogni piè sospinto accusa l’opposizione di uso politico della Magistratura stessa . Nell’estate del 2001 lo “spoil-system” berlusconiano investì tra i primi enti l’ANPA (oggi APAT), i cui organi vennero sciolti e sostituiti da un Commissario di Governo, il prof. Renato Angelo Ricci, che incaricò, su richiesta del Gabinetto di Matteoli, dipendenti “politicamente affidabili” di elaborare dossier circa l’operato del precedente Consiglio d’Amministrazione. Nonostante fosse stato ben chiarito – sia al Commissario Ricci che al Direttore Cesari (attuale vertice di APAT) - dai Revisori dell’Agenzia (alti Magistrati della Corte dei Conti e Direttori dell’allora Ministero del Tesoro) l’inesistenza di qualsivoglia illegittimità, il Commissario Ricci inviò i dossier, contenenti inquietanti denunce, alla Procura della Repubblica. Quali i capi d’accusa ai precedenti Amministratori ? Il più rilevante dal punto di vista amministrativo era quello di aver affidato incarichi di ricerca a Istituti Universitari, senza aver confrontato tre offerte economiche diverse. Sarebbe stato sufficiente leggere la norma, come puntualmente ha fatto la Procura, per verificare facilmente come l’obbligo di confrontare tre diverse offerte sia previsto nel caso di incarichi di servizio, ma viene esplicitamente escluso nel caso di incarichi di ricerca, come avrebbe dovuto essere ben noto all’accademico Ricci. Ciò nonostante egli inviò i dossier alla Procura, senza disporre il benché minimo accertamento preventivo circa la norma di riferimento, risultata del tutto legittimamente applicata. L’altro capo d’accusa sollevato dai dossier riguardava il conferimento di contratti di consulenza a persone, secondo Ricci, non dotate delle richieste competenze o non necessarie stante la presenza in ANPA di analoghe figure . Purtroppo per Ricci, ad esempio di tale assunto, nei dossier consegnati alla Magistratura veniva classificata come “neodiplomata” una persona risultata, alla verifica della Procura, “in possesso di due lauree, nonché di un Master in Ingegneria Ambientale conseguito presso il Politecnico di Torino“. Un minimo riscontro del curriculum, di questa come di altre persone, avrebbe fugato ogni dubbio sulla loro competenza tecnico-scientifica e dunque sulla piena legittimità degli atti. Inoltre, scrive la Procura, “… le assunzioni… benché non disposte di iniziativa del C.d.A., apparivano comunque necessarie, o quantomeno opportune…. perché il personale interno…non aveva…una particolare competenza…di tipo ambientalista“, in quanto tutto proveniente dal settore delle scienze e tecnologie “…per l’energia atomica”. Più in generale, Procura e GIP constatano come risulti “…dalla documentazione in atti che le assunzioni…sono state eseguite in accordo con il Ministerodell’Ambiente…”, previsto dalle allora vigenti leggi come detentore dei poteri di indirizzo e controllo rispetto ad ANPA . E’ triste verificare tanta imperizia nel ricorrere d’ufficio alla Magistratura, con spreco di tempo e risorse pubbliche, promuovendo la costruzione di dossier, il cui scopo era esclusivamente quello di attaccare comunque la gestione precedente, scelta dall’allora Governo Prodi. Tale comportamento può non sorprendere visto che, appena nominato, il Commissario Ricci diede l’ordine manoscritto alla Direzione di raccogliere e mandare al macero le copie della rivista edita da ANPA con il “World Watch Institute” di Washington, una delle più prestigiose sedi internazionali d’analisi strategica indipendente, in materia ambientale ed energetica, fondata ed allora ancora diretta da Lester Brown. Un episodio inquietante e tuttavia in linea con l’uso spregiudicato di dossier basati sulla mistificazione degli atti e la tendenziosità delle presunte notizie di reato, usate anche per una campagna di stampa da parte di alcuni organi d’informazione come "Panorama". L’esimio Prof. Ricci, già Presidente di una associazione per la rinascita del nucleare, non può dunque iscriversi a seguace di Voltaire, ma come uomo di scienza avrebbe dovuto anteporre il dubbio e la scienza allo zelo politico. Risulta evidente il disegno di chi ha prima tentato di condurre una battaglia politica attraverso denunce palesemente infondate, poi ha deliberatamente ridimensionato l’ANPA-APAT, frustrando il lavoro di amministratori onesti e di centinaia di tecnici e professionisti, che con il loro impegno, in pochi anni, avevano consentito di recuperare gravissimi ritardi del nostro Paese in materia di controlli ambientali e di strumentazione tecnica a supporto di politiche per lo sviluppo sostenibile. Tutto ciò è evidentemente funzionale alla politica ambientale dell’attuale Governo, che si rivela ogni giorno di più contro l’ambiente e contro il Paese. Vanni Bulgarelli Consigliere d’Amministrazione ANPA (1998-2001) Walter Ganapini Presidente del CdA ANPA (1998-2001) Giuseppe Onufrio Consigliere d’Amministrazione ANPA (1998-2001)