"Meno traffico e più impegno la ricetta per battere lo smog"
Parla il verde Diaferia: intervenire al più presto, i tempi della politica sono troppo lenti
09 August, 2004
Se le cose non mutano qualcuno prima o poi denuncerà il sindaco ?Mi sono ammalato per colpa sua...´ Aree vietate alle auto, parcheggi, servizi più funzionali: per il futuro non bastano più le domeniche ecologiche NICCOLO ZANCAN -------------------------------------------------------------------------------- niccolò zancan Sono passati quattro anni, ma la storia è sempre la stessa: «Inutile nasconderlo, la situazione dell´aria a Torino è molto grave. Soprattutto per le fasce più deboli della popolazione: anziani, adulti con problemi polmonari e bambini. Certamente nelle classifiche questa città è piazzata peggio di molte altre città italiane». Così parlava nel dicembre 2000 Cesare Parodi, il procuratore specializzato in reati ambientali. Da allora la situazione non sembra migliorata come tutti speravano: ancora brutti voti in classifica e studi allarmanti. Giorgio Diaferia, medico e presidente regionale di Verdi Ambiente e Società: com´è oggi l´aria di Torino? «Purtroppo i dati dicono che è ancora troppo cattiva. I problemi sono noti: l´ozono e le polveri sottili, due fortissimi irritanti delle vie respiratorie. Si sono ottenuti risultati importanti sul benzene e sul monossido di carbonio, ma su altri versanti siamo ancora indietro. Ci vogliono interventi più radicali. Scelte strutturali e a lungo termine». Quali? «Un punto irrinunciabile è vietare alcune zone centrali della città alle auto. Poi ci vogliono parcheggi di interscambio in periferia, dove lasciare la macchina e prendere i mezzi pubblici. Quindi ci vogliono servizi più funzionali. Sicuramente la metropolitana farà molto bene a Torino, ma serve anche una linea di superficie per collegare la zona sud alla zona nord, da Moncalieri a Caselle». Tutte cose già sentite, già proposte e discusse, non è così? «Sì, è vero, sono provvedimenti contemplati nella progettualità del mondo politico, ma procedono con troppa lentezza. Faccio un esempio: da tempo si parla di metano. Ma quanti sono i distributori in città? Uno, due. Ancora troppo pochi. Bisogna fare di più. Altrimenti è ovvio che la gente usa la macchina con motori molto inquinanti e sempre in auto pretende di arrivare ovunque». Quanto peso hanno i cantieri nel fatto che Torino risulta ancora fra le città con l´aria più inquinata d´Italia? «Sicuramente un peso importante. Più il traffico è intasato, maggiore è la concentrazione dei gas e delle polveri sottili. E più frequenti sono i ricoveri in ospedale per allegrie e malattie cardiorespiratorie». Ha prove di questa correlazione? «Ce ne sono tantissime, di prove. È un´evidenza che i medici constatano quotidianamente. E lo dimostra per l´ennesima volta anche uno studio molto recente dell´Arpa. Si è visto che a Torino c´è un filo diretto fra il livello di inquinamento atmosferico e i disturbi asmatici nei bambini. I piccoli, purtroppo, sono sensori attendibilissimi, visto che respirano l´aria all´altezza dei tubi di scappamento. Ma anche gli adulti si ammalano di più per colpa dello smog, e sia detto senza enfasi: è una certezza». Secondo lei Torino sottovaluta il problema? «Non è un parere personale, in tutte le ricerche risulta sempre fra le città con l´aria più inquinata d´Italia, non può essere un caso. Ben vengano le domeniche ecologiche, le limitazioni ai mezzi non catalitici, ma sono provvedimenti d´emergenza e neppure troppo efficaci. Non servono per il futuro». Cosa si aspetta fra cinque anni? «Che, se le cose non cambiano sul serio, ci sarà senz´altro un primo torinese a presentarsi in Procura per fare causa al Comune. Dirà: "Mi sono ammalato per colpa dell´inquinamento". Il sindaco è la massima autorità sanitaria della città, è lui il responsabile della qualità dell´aria. Oggi uno scenario del genere sembra fantascienza, invece è dietro l´angolo».