Stop alle auto, a Bergamo code e proteste - dal Corriere della Sera del 23/9
Polemiche sull’esperimento dei «veicoli collettivi». La giunta: «Era una prova». L’opposizione: «Un incubo inutile»
23 September, 2004
Il blocco di tutti gli ingressi per il centro paralizza il traffico. Infuriati gli automobilisti BERGAMO - Ore 7.30 la città chiude. E fuori scoppia il caos. Ieri lo stop all’ingresso in città delle auto (salvo quelle con almeno tre persone a bordo) dalle 7.30 alle 9.30 ha provocato code, ingorghi, proteste. In centro le strade erano semideserte. Sindaco e assessori hanno inaugurato un tratto di pista ciclabile, un semaforo «intelligente». Iniziative che, assieme al blocco, rientravano nella «Giornata europea senza auto». Ma sulle circonvallazioni e ai varchi è stato un inferno. La situazione si è normalizzata soltanto verso mezzogiorno. «Era un esperimento - ha spiegato l’assessore alla Mobilità, Maddalena Cattaneo -. Ci è servito per capire la predisposizione all’uso di mezzi alternativi». Le forze d’opposizione alzano il tiro e chiedono le dimissioni degli assessori responsabili. «E’ stato un incubo. La città non è un laboratorio per la sperimentazione». IL RACCONTO Nell’ingorgo è caccia al terzo passeggero «La prego, salga: così ci fanno passare» Il gioco è facile: basta salire in auto, superare il vigile e scendere dietro il primo angolo BERGAMO - Pendolari boicottati. Professionisti, artigiani, autotrasportatori. Ma anche genitori con bimbi al seguito, ammalati diretti in ospedale per la visita di controllo, fidanzati alle prese con la lista nozze. Per tutti due ore di calvario, tra code interminabili, posti di blocco rigidissimi, parcheggi irraggiungibili. Dalle 7.30 alle 9.30: un incubo a occhi aperti. Entrare in città, l’obiettivo di tutti. Rimbalzare come mosche sul vetro, il destino della maggioranza. Ecco la cronaca. Primo tentativo: trovare una scusa per superare gli stop. Ci proviamo, ci provano tutti, lungo la circonvallazione che porta alle valli. «Non si può passare? - si arrabbia un impiegato -. Pazzesco, non ne sapevo nulla». Le strade però sono tappezzate di manifesti che esaltano la «Giornata europea senz’auto». Un messaggio nobile, ma difficile da far digerire a chi lotta tutti i giorni contro il tempo per raggiungere l’ufficio. «No, non è possibile, devo assolutamente passare». L’insistenza fa allungare la coda. Lo spostamento diventa impercettibile. Alle 7.45 il traffico diventa incontrollabile, come l’umore degli automobilisti. I più arrabbiati sono quelli che viaggiano in due. Che si vedono superati da bellissime vetture con coniugi e neonati, che infilano tranquillamente l’ingresso per la città. «E noi?». «Andate ai parcheggi - spiegano i vigili -. Qui si passa solo se si viaggia in tre». Una frase magica che innesca la caccia al passante. Ci fermano. «Scusi, lei non ha bisogno di un passaggio? Venga con noi, ché ci aiuta ad andare in centro. Poi la lasciamo dove vuole». Impossibile dire di no. Anche perché il gioco è facile. Basta salire in auto, accontentare il regolamento, e scendere dietro il primo angolo. Una, due, tre volte. Se la sperimentazione dovesse diventare regola, ci sarebbe da trasformarlo in mestiere. «Che lavoro fa?». «Il terzo passeggero». Ma non tutti hanno lo spirito giusto. Un camion con bisarca carica di auto usa altri argomenti: «E che ci vado a fare al parcheggio? Non posso mica lasciarle là le auto. Devo subito consegnarle. Mi dia la multa, ma mi faccia passare». Niente da fare. Il vigile alza il braccio mimando il numero tre, e con un gesto spedisce ai parcheggi camionista, bisarca e auto fiammanti. Già, i parcheggi. I più furbi accondiscendono volentieri. Hanno individuato quello che li porta in centro senza tante complicazioni. E’ il parking Malpensata. Gratuito, alle porte della città, lontano dai controlli. In un attimo si sguscia via, senza multa e senza pretesti. Una scorciatoia che però non dura. I vigili se ne accorgono, e la decisione è presa: «Lì non mandiamo più nessuno». Si lamentano gli automobilisti: «Ma perché lì no? Noi vogliamo parcheggiare». «Via, filare, ce ne sono altri lungo la circonvallazione». Dalla principale via di accesso a Bergamo, la soluzione diventa sostare alla Città Mercato, vale a dire nell’area circostante l’ipermercato Auchan. E l’incubo aumenta. Alle 9 i rallentamenti continuano. Chi lo ha capito molla l’auto lungo via Autostrada, subito dopo il guard-rail. Lo consigliano anche i vigili. Altri, invece, seguono le indicazioni dei giornali. La coda s’ingrossa, avanza come un serpentone pigro, senza fine. Ancora mezz’ora di viaggio. E appare il parcheggio di Città Mercato, semivuoto e a portata di mano. Peccato che siano già le 9.30. Grazia Maria Mottola Ore 7.30, la città chiude. Assalto a Bergamo Maxi ingorghi sulla circonvallazione. La rabbia degli automobilisti, investita una vigilessa. Il Comune: era una prova BERGAMO - Caos fuori, tranquillità irreale dentro. Per una mattina Bergamo vive alcune ore fuori dall’ordinario. Lo stop all’ingresso in città delle auto (salvo quelle con almeno tre persone a bordo) dalle 7.30 alle 9.30 provoca una spaccatura profonda. Quando il metaforico ponte levatoio viene alzato, chi è dentro tira un sospiro di sollievo, in macchina o in bici scorrazza per le strade del capoluogo in un’atmosfera inconsueta, senza code e con il livello dei decibel ridotto della metà. Ma chi sta fuori di colpo si ritrova all’inferno. IL CAOS - Già alle 7.40 si avvertono i primi segnali del maxi-ingorgo che si va accumulando. Alle 8 le circonvallazioni si trasformano in lunghissimi serpentoni rombanti. Piano piano, a catena, le code si estendono all’asse interurbano e all’autostrada. Ai varchi d’ingresso alla città i vigili e i volontari della Protezione civile reggono a fatica la spinta di chi vuole entrare a tutti i costi, di chi dice di avere una visita urgente, di chi deve arrivare in ufficio distante 200 metri. Insulti e proteste si sprecano. Un automobilista pur di passare finisce quasi per investire una vigilessa. Chi si è attenuto ai consigli del Comune, utilizzando l’autobus e riempiendo l’auto di passeggeri, non ha sorte migliore. Finisce in coda come tutti gli altri, in barba al senso civico. Alle 9 la città sembra un Fort Apache assediato da tutte le parti. Dentro le strade sono deserte. Sindaco e assessori inaugurano un tratto di pista ciclabile, attivano un pilomat, presentano un semaforo «intelligente». Iniziative che, assieme al blocco, rientrano nella Giornata europea senz’auto. Alle 9.30 in punto i varchi si aprono, la diga lascia passare la fiumana di automobilisti che schiumano rabbia. Ma per il ritorno alla normalità bisogna aspettare fino a mezzogiorno. IL BILANCIO - A fine giornata il sindaco Roberto Bruni e gli assessori alla Mobilità Maddalena Cattaneo e all’Ecologia Fausto Amorino tirano le somme. Nella fascia considerata (7.30- 9.30) il numero di auto in ingresso si è ridotto del 76 per cento. A parziale compensazione sono aumentati i mezzi che sono arrivati prima o dopo. Il bilancio «netto» parla di un calo del 38 per cento, pari a circa 9 mila auto in meno. Di contro, sono stati registrati aumenti nell’uso della bicicletta (più 50 per cento, anche se in termini reali significa 300 persone in più), dell’auto collettiva (»40 per cento), dei mezzi pubblici (»20 per cento). «E’ un bilancio con luci e ombre - spiega l’assessore Cattaneo -. Chi sta in città si è reso conto di che cosa significa non ricevere il traffico improprio che viene da fuori. Viceversa, chi doveva entrare ha dovuto sopportare disagi. Era un esperimento. Ci è servito per capire la predisposizione all’uso dei mezzi alternativi. E ciò ci consentirà di costruire una politica della mobilità». «Comprendo la rabbia di chi si è attenuto alle prescrizioni e nonostante ciò ha avuto problemi - aggiunge il sindaco Bruni -. Non giustifico chi ha voluto fare il furbo. Adesso analizzeremo i numeri e decideremo il da farsi. Non ci sarà più, comunque, un provvedimento simile». LE CRITICHE - Le forze politiche di opposizione alzano il tiro. Forza Italia chiede le dimissioni dell’assessore Amorino, la Lega vuole che lasci l’incarico la collega Cattaneo. «Dopo ciò che si è visto - è l’opinione di Marco Pagnoncelli, segretario provinciale degli azzurri -, spero che l’amministrazione abbia capito che la città non è un laboratorio di sperimentazione». Per il Carroccio parla il capogruppo Luciana Frosio Roncalli: «Lunedì in Consiglio comunale chiederemo se era proprio necessario far vivere a tutta la "Grande Bergamo" un incubo come quello di ieri mattina soltanto per capire che il traffico arriva da fuori città». Dalla Federconsumatori arriva un’approvazione a metà: «E’ stato giusto tentare una sperimentazione per capire quali rinunce bisogna fare per migliorare la qualità della vita, ma l’esperienza non va ripetuta in quanto, se doveva essere dimostrativa, l’abbiamo capita abbastanza». Cesare Zapperi