Smog, blocchi sì ma “leggeri”
L’asse Vicenza-Verona colpirà soprattutto i veicoli non catalizzati
20 October, 2004
Trovato l’accordo fra i sette capoluoghi sui nuovi provvedimenti contro le polveri pm10. Ma l’intesa prevede solo linee guida: ogni città sarà libera di varare o meno le targhe alterne. Domani la giunta vicentina decide Gli stop andranno dal 4 novembre al 25 marzo, con pausa natalizia. Previste almeno due domeniche a piedi di G. Marco Mancassola Certi almeno due giorni alla settimana di blocchi dei vecchi diesel e dei non catalizzati, certe almeno due domeniche a piedi, ancora incerte le targhe alterne, anche se si va verso una versione più soft rispetto a quella confezionata un anno fa. Sono queste le linee guida incasellate nello scarno protocollo siglato ieri a Padova dai sette assessori all’ecologia dei capoluoghi veneti. Si tratta della rinnovata versione della cosiddetta “Carta di Padova”, vale a dire il pacchetto di misure comuni che le città venete un anno fa di questi tempi si erano date per combattere le concentrazioni di micropolveri e tentare di restare all’interno dei limiti prescritti dalla normativa. L’esito di quell’esperimento, varato in attesa del piano di risanamento regionale, aveva prodotto risultati cui erano state date diverse interpretazioni. In particolare, sotto accusa erano finite le targhe alterne, tanto che da alcuni municipi, fra cui Vicenza, era piovuta la promessa “mai più targhe alterne”. Se un anno fa il fronte dei capoluoghi si era presentato compatto alla firma del protocollo d’intesa, quest’anno il patto di ferro aveva mostrato un po’ di ruggine proprio intorno alla volontà di riproporre il boccone amaro del traffico a singhiozzo. Mentre da Padova e Mestre arrivavano notizie di un fronte comune e concorde, deciso a imporre cinque mesi di targhe alterne per due giorni ala settimana, a Vicenza e Verona prendeva forma un inedito asse fra amministrazioni di diverso colore politico, prima scettiche e poi decise a ricavarsi autonomia decisionale nell’applicazione del provvedimento più sgradito. Così è stato. Ieri gli assessori dei sette capoluoghi si sono ritrovati e hanno posto la loro firma sotto un documento che ha due facce come un busto di Giano: da un lato è potenzialmente più restrittivo rispetto a un anno fa; dall’altro, però, dà ampia libertà di manovra ai Comuni, concedendo totale discrezionalità proprio sulle targhe alterne, e si presta a una versione più soft. Sintetizzando il contenuto dell’accordo, i provvedimenti saranno in vigore dal 4 novembre al 25 marzo, con l’esclusione del periodo natalizio, dal 23 dicembre al 7 gennaio. Per Vicenza l’area dovrebbe essere la medesima ritagliata l’anno scorso, coincidente a grandi linee con la circonvallazione prevedendo accessi ai principali parcheggi esterni alle mura. Per tutti i capoluoghi sarà obbligatorio ordinare il blocco dei “no-kat” per almeno due giorni alla settimana, il giovedì e venerdì, in una fascia oraria compresa fra le 7.30 e le 19: potrà essere adattata alle diverse esigenze, prospettando ad esempio “finestre” nelle ore centrali. I veicoli coinvolti sono i vecchi diesel, i veicoli a benzina immatricolati prima del ’93 e i ciclomotori a due tempi immatricolati prima del 2000. Per i veicoli catalizzati i Comuni potranno a discrezione decidere se applicare le targhe alterne e se prevedere deroghe per i residenti. Chi decide per le targhe alterne, le dovrà applicare di giovedì e venerdì. Infine ogni capoluogo dovrà ordinare almeno due domeniche a piedi. Per quanto riguarda le deroghe, sono quelle dell’anno scorso, compreso quindi il car-pooling, cioè la possibilità di viaggiare se si è almeno in tre a bordo. Più linee guida che prescrizioni rigorose, quindi, tanto che ognuno sta seguendo la propria strada. Il risultato è, ad esempio, che a Padova hanno deciso per due giorni di traffico alternato e di blocco ai vecchi mezzi alla settimana. A Treviso le targhe alterne verranno applicate solo ai non residenti, mentre Verona è ormai orientata a imporre cinque giorni di blocco alle non catalizzate. E Vicenza? Domani mattina deciderà la Giunta, anche se i due assessori principalmente coinvolti nelle limitazioni al traffico, Valerio Sorrentino (ecologia) e Claudio Cicero (mobilità) non hanno mai fatto mistero del loro scetticismo nei confronti dell’efficacia delle targhe alterne. L’ultima parola spetterà all’esecutivo e al sindaco Enrico Hüllweck, anche se si va verso una versione più soft per la maggior parte dei veicoli in circolazione (si parla da giorni di targhe alterne per i soli non residenti) e più dura per i mezzi ritenuti la vera fonte di inquinamento: per i non catalizzati, infatti, si potrebbe seguire l’orientamento veronese, che si rifà all’esempio emiliano e lombardo, e aumentare il numero di giorni di blocchi. «Posso dire che questa ipotesi mi ha interessato sin dall’inizio - conclude il vicesindaco Sorrentino -. Ora vediamo cosa deciderà la Giunta».