Smog oltre i limiti, più malattie respiratorie
Allarme dei medici. Polveri sottili oltre la soglia. Scatta la prima domenica ecologica: auto ferme dalle 8 alle 20
17 November, 2004
L’intervista più categorica del sindaco Albertini sull’inquinamento di Milano fu probabilmente quella rilasciata al Corriere il 24 gennaio 2002: «La città non soffoca ed è inutile fermarla, sullo smog c’è un clima ideologico-religioso». Uno studio diffuso giusto una settimana prima calcolava che ogni giorno di traffico e caldaie accese regalava ai milanesi 32 mila tonnellate di biossido di carbonio: cifra poi ridimensionata, è vero, anche perché il rapporto annuale dell’Agenzia per l’ambiente segnalava già allora che quel gas, rispetto al passato, era in costante diminuzione. Ma per le polveri sottili che invece sono la minaccia attuale più insidiosa, come riconosce l’Agenzia stessa, la strada da percorrere è ancora lunga: e mentre la Lombardia si appresta ad affrontare fra quattro giorni la prima domenica a piedi del suo piano antismog edizione 2004, le rilevazioni dicono che proprio ieri le concentrazioni del Pm10 sono tornate a cresce oltre i livelli di guardia. Come era successo l’ultima volta il mese scorso per una settimana di fila. Proprio i dati dell’Arpa riportati sul sito della Regione, da un certo punto di vista, contengono due notizie cattive e una buona al tempo stesso. Le due cattive sono appunto che nell’area omogenea di Milano-Como-Sempione i livelli di Pm10 misurati col «metodo classico» si spingono già ora fino alla quota di 70 microgrammi per metro cubo, e che gli stessi livelli misurati col nuovo sistema (più preciso) in vigore dal prossimo anno arriverebbero addirittura a quota 88. La buona notizia, come riconosce il pneumologo Luigi Allegra, è peraltro che proprio la maggior precisione perseguita nei rilevamenti rappresenta «già di per sé un segno di attenzione sempre maggiore al problema». Resta il fatto che a fronte di questa «attenzione», almeno per ora, le malattie respiratorie diffuse non sembrano accennare ad alcun calo: «Non parlo delle tubercolosi - precisa Allegra - per le quali la crescita è legata soprattutto all’aumento dei fattori di contagio. Ma le bronchiti croniche, che attualmente rappresentano la quinta causa di mortalità in Italia, oltre che al fumo da sigaretta sono legate certamente anche ai fattori ambientali: e se la tendenza resta quella odierna, malgrado qualche miglioramento ci sia stato, proprio le bronchiti croniche diverranno la terza causa di mortalità complessiva nei prossimi quindici anni». Domenica prossima, nel frattempo, quel che in Lombardia si fermerà per un giorno è il traffico: dalle 8 alle 20, più o meno con le deroghe di sempre, e non solo nei 135 Comuni delle aree di Milano-Como-Sempione più Bergamo e Brescia ma anche a Pavia, Vigevano, Voghera, Mortara e Cremona, i cui sindaci hanno autonomamente deciso di aderire allo stop regionale. «Perché anche i sindaci - insisteva il governatore Formigoni ancora pochi giorni fa - devono assumersi le proprie responsabilità». Il provvedimento di domenica prossima - cui ne seguiranno altri due identici il 23 gennaio e il 20 febbraio - si accompagna a quella che la Regione definisce terapia «preventiva»: fatta di incentivi per il rinnovo di vecchi motori e caldaie oltre che del blocco parziale, limitato ai veicoli non catalizzati per cinque ore al giorno dal lunedì al venerdì, entrato in vigore già l’8 novembre e che andrà avanti sino al 28 febbraio (ma con sospensione di ogni limite tra il 17 dicembre e il 10 gennaio). Se il consigliere regionale verde Carlo Monguzzi e la maggior parte delle opposizioni di centrosinistra avevano già bollato il piano con una insufficienza sin dalla sua presentazione («Non erano bastate due domeniche di blocco l’anno scorso, cosa si spera di ottenere con una in più?»), a livello comunale è ora Basilio Rizzo di Miracolo a Milano a scuotere la testa: «La sensazione è che tutti questi provvedimenti siano decisi quasi per forza, basti pensare alla sospensione di ogni divieto natalizio per non fare arrabbiare i commercianti». A imporsi di «pensare positivo», sul fronte ambientalista, c’è comunque Andrea Poggio di Legambiente: «Certo che si può sempre fare di più, e dobbiamo continuare a pretenderlo. Ma se i provvedimenti per ora son questi preferisco evitare di criticare anche quel poco, se non altro perché non accada anche a livello regionale come in Comune a Milano: dove l’alleanza fra chi criticava il piano sul traffico di Goggi perché troppo timido o perché troppo drastico ha ottenuto solo che alla fine si fermasse tutto». Paolo Foschini