«Buono aziendale per chi va al lavoro senza la macchina»
da Il Corriere della Sera del 20.01.2005
20 January, 2005
Gloria Pozzi MILANO - Troppo smog, troppe auto. E soprattutto troppe le auto che entrano in città con tutti i sedili liberi tranne quello occupato dal conducente. Il numero dei veicoli in circolazione potrebbe ca lare sensibilmente se i solo-drivers decidessero di condividere la propria autovettura con altri «automobilisti solitari» secondo il modello del car pooling , ossia dell’auto in comune. «Sono 800 mila le auto che entrano ogni giorno a Milano. Si potrebbe diminuire drasticamente questa cifra e contemporaneamente ridimensionare il problema del parcheggio», sostiene il professor Giorgio Valle, ingegnere elettronico, esperto dell’interazione tra uomo e macchina, docente al Dipartimento di Scienze dell’informazione dell’Università degli Studi di Milano. «Si dovrebbe approntare una Borsa del Sedile, un sistema informatizzato di raccolta di domanda e di offerta di sedili che rendesse possibile comunicare tempi e itinerari agli interessati che si spostano secondo orari e direzioni simili - spiega, convinto che il car pooling è una strategia adatta soprattutto per snellire il traffico extraurbano dei pendolari -. A livello universitario abbiamo già verificato la fattibilità concreta del car pooling coinvolgendo gli studenti del dipartimento secondo aree di provenienza e studiando anche gli aspetti di sicurezza e di affidabilità legati all’uso comune di un veicolo». Tra i progetti che studia ormai da tre lustri, spiccano anche quello del ChiamaBus , sorta di taxi collettivo al di fuori del centro urbano, e quello del ticket di mobilità sostenibile : «Funzionerebbe più o meno come i ticket ristorante. In questo caso l’azienda darebbe ai propri dipendenti alcuni voucher (un benefit economico fiscalizzato) spendibili per andare a lavorare senza utilizzare la propria auto», spiega mentre auspica «il sostegno concreto delle istituzioni». Entusiasta delle proposte del professor Valle è il consigliere comunale Milly Moratti: «Si tratta di progetti anti-traffico semplici ed efficaci. Non capisco perché stentino a trovare i giusti finanziamenti per la loro sperimentazione».