La Procura indaga sullo smog
Verifica sulla qualità dell´aria, centraline sotto inchiesta - da Il Corriere della Sera del 20.01.2005
20 January, 2005
La magistratura interviene dopo un esposto presentato da un gruppo di cittadini: "Gli autobus ci soffocano" Nel 2005 i livelli d´allarme superati già due volte. Scarpinato guida il pool Il primo obiettivo è capire come funzionano i controlli visto che la rete dei monitoraggi spesso va in tilt SALVO PALAZZOLO Troppe denunce da parte di cittadini esasperati dallo smog delle auto. L´ultimo esposto è arrivato a Palazzo di giustizia nei giorni scorsi: un gruppo di abitanti della zona accanto alla stazione centrale lancia un disperato appello. «Siamo soffocati dagli autobus». La Procura di Palermo ha deciso di aprire un´inchiesta sull´inquinamento dell´aria. Il sostituto procuratore Geri Ferrara ha già ordinato ai carabinieri del Nucleo operativo ecologico di acquisire i dati delle centraline disseminate in città. Non solo per verificare i valori di diffusione delle cosiddette polveri sottili (Pm10), ma anche per capire se la rete dei controlli funziona davvero. Proprio nei giorni scorsi "Repubblica" ha denunciato che la rete di monitoraggio dell´Amia è andata più volte in tilt. I carabinieri sono già al lavoro: i dati da analizzare sono quelli che provengono dalle centraline fisse dislocate in alcuni punti della città considerati strategici. All´aeroporto di Boccadifalco, nelle piazze Indipendenza, Giulio Cesare, Castelnuovo e Unità d´Italia, nelle vie Torrelunga, Belgio e Di Blasi. È questa la rete di monitoraggio ufficiale del Comune sul tasso di smog cittadino. A coordinare l´inchiesta è il procuratore aggiunto Roberto Scarpinato, che dirige il pool ambiente. «Sui profili investigativi del nostro lavoro non posso naturalmente dire nulla», dice: «È chiaro comunque che gli interventi volti a garantire la qualità dell´aria sono devoluti all´autorità amministrativa e sanitaria. Noi, dunque, non possiamo risolvere il problema, ma solo verificare se non è stato fatto ciò che invece doveva essere realizzato». Obiettivo, dunque, qualità dell´aria in città. Viene fatto tutto il possibile per tutelare i cittadini? Il procuratore aggiunto Scarpinato spiega che «generalmente» le principali cause di inquinamento possono ricondursi a due origini: «Insediamenti industriali e scarichi di autovetture». «A Palermo, è notorio che non ci sono industrie», taglia corto il magistrato: «Dunque la nostra verifica è legata principalmente allo smog delle auto. Si tratta di accertare se tutti i rilevatori sono stati tarati correttamente e se funzionino con regolarità». Scarpinato e il pool ambiente sono già al lavoro da tempo: «Avevamo visto giusto - dice - le notizie di questi giorni confermano l´importanza dell´analisi avviata». Le notizie, sconfortanti, sono quelle arrivate dallo studio epidemiologico "Misa 2", frutto di una ricerca coordinata tra università, agenzie sanitarie pubbliche e tecnici dell´Arpa. Esaminando i dati dal 1996 al 2002 è emerso che Palermo è la prima città d´Italia per morti a causa di polveri sottili inquinanti. Il triste primato del capoluogo siciliano era stato anticipato a novembre dall´Organizzazione mondiale della sanità: quasi 200 morti l´anno per inquinamento. Responsabili sono i "Pm 10", «ovvero la frazione respirabile delle polveri che grazie al loro piccolo diametro arrivano nelle vie respiratorie più profonde portandosi dietro sostanze altamente inquinanti», spiega Giuseppe Messina, responsabile regionale di Legambiente. A fine mese, sarà proprio Legambiente a presentare i dati della campagna "Mal´aria". Dati che si annunciano altrettanto preoccupanti. Le centraline hanno già dato il loro contributo: dall´inizio dell´anno, i Pm 10 hanno superato il livello consentito già due volte. Il primo gennaio, l´apparecchiatura di rilevamento piazzata a piazza Castelnuovo ha registrato ben 72 milligrammi per metro cubo. L´11, in via Belgio, il livello è arrivato a 53. Al Cep, 73. Il limite massimo è 50. L´inchiesta della Procura parte dai casi concreti segnalati dai cittadini: «Nella nostra analisi - spiega Roberto Scarpinato - questi episodi sono inseriti in un quadro di riferimento generale. Ho cercato di trasferire la lezione più grande del pool antimafia al nuovo pool ambiente: livelli di conoscenza più approfonditi sul quadro di riferimento ed efficace circolazione delle notizie fra i magistrati che si occupano della materia. Questo approccio sta dando già risultati importanti, consentendo sull´argomento una visione d´insieme che prima non c´era». In attesa dei dati che verranno acquisiti dai carabinieri, bisogna accontentarsi di quelli pubblicati su Internet. Dall´analisi effettuata da "Repubblica" sui dati Amia del 2004 emerge che la centralina di Boccadifalco non ha fornito alcuna rilevazione per ben 77 volte. A piazza Indipendenza, nessuna rilevazione per 47 giorni. In piazza Giulio Cesare, i black out della centralina sono stati 12. A piazza Castelnuovo, 27. A piazza Unità d´Italia, 22. In via Belgio, 30. Per l´azienda si tratta di «problemi di linea o di trasmissione» e «non di mancata rilevazione». Sarà adesso la Procura a verificare. Alla raccolta dei dati seguirà molto probabilmente l´audizione a Palazzo di giustizia di tecnici e funzionari.