LOMBARDIA: Smog, lite Regione-Provincia sulle norme Ue
Assurdo rivedere le soglie come vorrebbe fare il Pirellone». Legambiente: la Lombardia chieda fondi all’Europa - da Corriere della Sera del 08.02.2005
08 February, 2005
Meno cinque. Si avvicina il momento in cui Milano sballerà i limiti antismog imposti dall’Unione europea. Le polveri sottili non possono superare la soglia di attenzione per più di 35 giorni all’anno. E Milano, con la risalita dell’inquinamento registrata domenica, è già a 30. L’Arpa (Agenzia regionale per l’ambiente) avverte: «Nei prossimi giorni lo smog è destinato ad aumentare». E con la città che si prepara al quarto giovedì di targhe alterne (via libera alle pari, ferme le dispari), la proposta della Regione di rivedere i parametri europei solleva le polemiche. LE POLVERI - Dopo un paio di giorni di tregua, domenica l’aria è tornata irrespirabile: polveri sottili a 84 microgrammi per metro cubo in via Juvara, 68 al Verziere (soglia a 50). Smog oltre i limiti anche nelle aree di Como, Bergamo e Brescia. Aggiornando il pallottoliere dei veleni che corre dal primo gennaio, si tratta del trentesimo giorno «fuorilegge» su 37. Ma per rendersi conto di quanto i limiti imposti dalla Ue (massimo 35 superamenti) abbiano qualcosa di utopistico se calati su Milano, bisogna consultare i resoconti degli anni passati. Anno 2002: soglia superata per 125 giorni, 2003: 113 giorni, 2004, 95. Con un’aggravante: fino all’anno scorso i dati venivano rilevati con dei macchinari che sottostimavano le concentrazioni di un buon 20-30 per cento rispetto alle nuove centraline, in funzione da qualche mese. Per il futuro si prospettano poi restrizioni sempre più rigide: dal 2010 i giorni «fuorilegge» non potranno essere più di 7 in un anno. GLI OBIETTIVI - Vista la situazione, il rispetto delle soglie Ue è destinato a rimanere una chimera? È sulla risposta a questo interrogativo che si apre lo scontro politico. Dice l’assessore comunale all’Ambiente, Domenico Zampaglione: «Le norme europee sono calate dall’alto senza alcuna considerazione delle realtà locali. Siamo la Regione europea più sfavorita dalla \"natura\" e, allo stesso tempo, tra quelle che più si impegnano per le politiche ambientali. In queste condizioni sarebbe assai difficile accettare eventuali multe». La legge comunitaria verrà ridiscussa nei prossimi mesi. La verifica si deve anche al fatto che, tra i 15 Stati dell’Unione prima dell’allargamento, solo 3 sono in regola. In queste trattative la Regione Lombardia dovrebbe prendere parte con un obiettivo annunciato dal presidente Formigoni: ridiscutere i parametri (cosa che sta già facendo il Governo italiano) e chiedere che vengano premiate le regioni più «virtuose» nel difendere la qualità dell’aria. Una proposta che suscita reazioni polemiche: «Non si può spostare la soglia perché non riusciamo a restare dentro, si tratta della salute dei cittadini, vuol dire che dovremo attivarci con misure ancor più incisive» (Bruna Brembilla, assessore provinciale all’Ambiente); «I limiti europei servono a garantire il diritto alla salute, che viene messo continuamente a rischio da politiche ambientali insufficienti» (Milly Moratti, presidente di ChiamaMilano); «Dopo anni di mancati interventi strutturali, non si possono ora chiedere delle deroghe» (Carlo Monguzzi, capogruppo Verdi in Regione). LA SPERIMENTAZIONE - L’invocazione che più ricorre in fatto di politiche antismog è quella di «interventi strutturali». Ma si può pensare anche a politiche più ambiziose: «La pianura padana e la Ruhr - spiega Ennio Rota, responsabile milanese di Legambiente - sono le regioni in cui la situazione inquinamento è più critica. Avrebbero bisogno di uno specifico fondo europeo per l’ambiente, sul modello dei fondi sociali, per diventare laboratori per politiche all’avanguardia e di grande impatto». Gianni Santucci