Mancano soltanto quattro giorni e anche Milano sarà fuorilegge
da Corriere della Sera del 09.02.2005
09 February, 2005
MILANO - «Si può fare e si fa già: a Milano e in Lombardia la distinzione tra le polveri \"naturali\" e quelle realmente inquinanti dell’aria la calcoliamo da tre anni». Risultato? «A Milano le polveri di origine naturale sono mediamente il 15 per cento del totale». Non molto, forse, per chi pensa di rientrare nei limiti europei solo escludendo dal calcolo dello smog atmosferico la percentuale di - chiamiamole così - microsabbie prodotte dalla terra e non dai motori. Ma Angelo Giudici, che dirige il settore aria dell’Agenzia per l’ambiente lombarda, riconosce che la distinzione è comunque «corretta, tecnicamente possibile, e quindi da farsi». Anche perché nel frattempo lo smog non molla e la fibrillazione che ormai produce è non meno politica che polmonare. In Veneto il sindaco di Verona Paolo Zanotto (centrosinistra) accusa la Regione (centrodestra) sfidandola a proclamare «l’emergenza sanitaria». In Lombardia il governatore Formigoni chiede al governo «500 milioni di euro» da investire in provvedimenti strutturali e incentivi. E se anche Milano è già arrivata lunedì al trentunesimo giorno di Pm10 oltre i limiti (a fronte dei 35 che l’Europa consentirebbe in un anno), il sindaco Albertini allarga le braccia e taglia corto: «Non possiamo certo chiudere le città». L’esempio è Vicenza, dove le polveri restano fuorilegge nonostante i quattro giorni di blocco del traffico finiti l’altro ieri. Treviso sforerà la soglia dei 35 giorni fra una settimana e a quel punto si bloccherà tutto anche lì. Padova è già oltre la soglia. Come Verona che, come si è detto, rinvia la palla alla Regione: «Nessun provvedimento finché l’Ulss non proclamerà l’emergenza sanitaria». Sul tappeto resta l’opzione «scorporo», che la Lombardia si sta già attrezzando a fare. «A Milano - spiega Giudici - è dal 2001 che stiamo studiando per capire qual è, sul totale di Pm10 e Pm2.5 presente in un metro cubo d’aria, la percentuale di origine terrigena: quella che deriva dal territorio e non si può eliminare». È chiaro, dice, che il suo valore varia, d’estate in Lombardia può arrivare al 25 per cento pur essendo minore in termini assoluti rispetto all’inverno, quando i riscaldamenti sono accesi: «Per questo il valore di cui tener conto è quello medio annuo. Non sarà molto, ma è giusto tenerne conto. E non a caso - conferma - fra noi tecnici e il ministero c’è già stato più d’un incontro per discutere di come rivedere la direttiva attuale alla luce di questo fattore».