«Smog, i sindaci si preparino al blocco totale»
Matteoli: nessun condono sui limiti europei, dopo le targhe alterne servono misure eccezionali - da Corriere.it del 09.02.2005
09 February, 2005
Diverse città venete hanno già superato il tetto dei 35 giorni di inquinamento fissati dalla legge Ue Lorenzo Salvia ROMA - Non si può che partire dal punto più critico: cosa farebbe Altero Matteoli se fosse uno dei sindaci delle città venete che hanno già sforato il tetto dei 35 giorni con le polveri sottili oltre i limiti europei? «Chiuderei il traffico - risponde il ministro dell’Ambiente -. O meglio, prenderei provvedimenti straordinari: targhe alterne, blocco parziale per le vetture più inquinanti, ma anche il blocco totale se questo è necessario per riportare i valori nella norma. Capisco le difficoltà dei sindaci, ma non c’è alternativa: le denunce sono un rischio effettivo». Dopo il consiglio, i rimedi e il decreto allo studio del governo. Una risposta definitiva si avrà dall’incontro a tre (comuni più ministri dell’Ambiente e delle infrastrutture) che si terrà giovedì prossimo. «Abbiamo chiesto tempo - spiega Matteoli - per studiare misure efficaci ma non ci sarà alcun condono, non vogliamo certo cancellare il reato di furto per lasciare i ladri in libertà». E’ però la stessa direttiva europea a dire che, nel calcolo delle polveri sottili, è possibile non tener conto di quelle di origine naturale, come la sabbia. Su questo punto, infatti, il governo interverrà: «Alcune città - dice il ministro - sono attrezzate per fare questa distinzione, altre no. Metteremo tutti nelle condizioni di fare questo calcolo. Sia chiaro, questo non vuol dire aggirare la norma ma applicarla nella sua interezza. Nessuna sanatoria». Qualche cosa, però, potrebbe cambiare per le centraline che misurano la qualità dell’aria: «A provvedere devono essere i singoli comuni, ma andrebbero posizionate in maniera più corretta: spesso vengono piazzate vicino ai semafori o alle fermate degli autobus, dove le auto sono sempre ferme in coda. E così i valori finiscono per essere più alti rispetto a quelli reali». In alcuni casi l’aria viene ancora prelevata all’altezza dei tubi di scappamento e non ad altezza d’uomo, dove la concentrazione delle polveri è più bassa e da dove effettivamente entra nei nostri polmoni. Non c’è solo l’emergenza, però. «Dal 2001 - spiega il ministro - per ridurre l’inquinamento abbiamo speso 400 milioni di euro, fondi assolutamente insufficienti ma questo mi hanno dato. Ora ci arrivano altri 100 milioni dalla legge sulla delega ambientale. Ma anche gli altri ministeri devono fare la loro parte». Batte cassa, Matteoli. Chiede aiuto ai suoi colleghi perché pensa a un incentivo di 250 euro per la rottamazione dei ciclomotori non euro, i più inquinanti, e delle caldaie: «Sono 19 milioni, ridurremmo le emissioni del 50%». Ma soprattutto è convinto della necessità di un nuovo piano per la rottamazione delle auto: «In Italia ne abbiamo 32 milioni per 56 milioni di persone, un rapporto senza pari in Europa. Dobbiamo eliminare quelle sopra i 15 anni, ma non possiamo mandare a piedi le persone che non hanno i soldi per cambiare macchina. Bisogna trovare i fondi, i miei colleghi di governo ci riflettano». Il presidente dell’Anci, Leonardo Domenici, chiede più poteri per i sindaci delle grandi città impegnati a costruire metropolitane. Spesso i cantieri vengono bloccati dalla burocrazia: «Parole sacrosante - conclude Matteoli - che devono valere anche per i rifiuti: pensate a cosa succede quando si decide di costruire un termovalorizzatore».