Caro direttore, sullo smog a Roma partiamo dai dati più elementari, quelli che ci dicono, letteralmente, quel che respiriamo ogni giorno. Negli ultimi anni la presenza nell´aria di sostanze inquinanti è scesa notevolmente: il benzene da 14 a 4.48 microgrammi al metro cubo, il monossido di carbonio da 2.8 a 1.4, il biossido di azoto da 65 a 60. Se questi valori sono diminuiti, e in modo così drastico, è perché molte misure a livello cittadino sono state adottate, e hanno funzionato. Non è diminuita sostanzialmente, invece, la presenza di polveri sottili. Da più di un anno abbiamo chiesto alla Regione uno studio sulla composizione di queste polveri. Giorni fa ho letto su un quotidiano indiscrezioni secondo le quali per il 30% deriverebbero da fattori metereologici, il che spiegherebbe perché uno dei picchi più alti fu raggiunto lo scorso Ferragosto, quando il traffico era quasi inesistente. Ma il fatto decisivo è che non c´è stata alcuna presa di coscienza, da parte del governo nazionale, del fatto che l´emergenza smog, anche per ciò che riguarda le polveri, è uno dei grandi problemi del Paese, che vanno affrontati con una politica e con risorse adeguate, se non si vuole che un giorno o l´altro tutte le metropoli e le conurbazioni italiane chiudano "per inquinamento" e, soprattutto, che la salute dei cittadini sia messa a rischio. E´ quanto un paio di settimane fa ha sottolineato giustamente sulle vostre pagine Gianfranco Amendola. Le misure, dunque, a cominciare dalla Ztl. Ho letto in questi giorni molti elogi al cosiddetto "road pricing" (il pedaggio per accedere al centro) che a Londra ha contribuito notevolmente ad abbattere traffico e inquinamento. Bene, io sono orgoglioso del fatto che qui da noi con un sistema più equo, che non introduce discriminazioni tra chi può pagare e chi non può, abbiamo ottenuto lo stesso risultato: secondo gli esperti, da quando funzionano i varchi la presenza di sostanze inquinanti in centro è scesa del 25%. Effetti comparabili hanno avuto le limitazioni per i mezzi più inquinanti decretate (primo esempio in Italia) entro l´anello ferroviario. Aggiungo la messa in servizio di 51 minibus elettrici (più 36 da 40 posti in arrivo), che costituiscono la più grande flotta elettrica del Paese e ai quali si affiancheranno da novembre in poi 30 nuovi bus a metano al mese fino ad arrivare a 400; la conversione di 700 dal gasolio al metano; l´entrata in servizio, tra poche settimane, dei primi filobus; l´applicazione dei filtri agli scarichi di 700 bus che abbiamo presentato proprio ieri in Campidoglio; l´adozione del bollino blu per gli scarichi dei ciclomotori; l´estensione delle piste ciclabili (siamo a 70 km e presto saranno completate quelle sul Tevere e sulla Cristoforo Colombo); gli incentivi ai privati per l´adozione di gpl e trazione elettrica; la promozione del car-sharing e del car-pooling. Se consideriamo anche le targhe alterne al giovedì e le domeniche di blocco programmate e teniamo conto delle iniziative in tema di risparmio e controllo energetico (dalla applicazione del sistema fotovoltaico in tutti gli edifici pubblici, ai "premi" e alle "punizioni" del 5% delle cubature che il Prg prevede per i costruttori a seconda che realizzino o no sistemi ecocompatibili), ai controlli sulle caldaie a carbone (che spariranno del tutto nel prossimo settembre) e su quelle a gasolio, mi pare che le misure dirette di riduzione delle sostanze inquinanti costituiscano un sostanzioso pacchetto. Al quale va aggiunto quello delle misure che riducono l´inquinamento in modo indiretto. Opere come lo svincolo del Tintoretto o il Passante a nord-ovest realizzano una fluidificazione che, a parità di mezzi circolanti, influisce in modo notevolmente positivo sulla qualità dell´aria. Così come incidono fortemente le pedonalizzazioni, a cominciare da quella, di dimensioni inedite, tali da corrispondere a una città di media dimensione, del Tridente; i 50 km di corsie preferenziali (altri 18 sono in arrivo); i parcheggi del Pup e, soprattutto, i 20 parcheggi di scambio già in funzione, che permettono ogni giorno agli occupanti di 12 mila auto di proseguire verso il centro con i mezzi pubblici e che saranno presto 24, con altri 5 mila posti. E non credo di dover sottolineare gli effetti che avranno la linea B1 e la C della metropolitana che sta arrivando, finalmente, alla fase realizzativa. C´è infine un terzo capitolo che dobbiamo affrontare: quello che saremmo in grado di fare se il governo, preso atto della drammaticità della situazione in tutte le grandi città del Paese, adottasse una politica per contrastarla stanziando i fondi necessari. Proprio come raccomandava Amendola perché il problema "non può essere lasciato sulle sole spalle dei Comuni", proposte concrete "per l´immediato e in prospettiva" la nostra amministrazione le ha preparate ed avanzate. Un anno e mezzo fa io stesso ho prospettato la gravità della situazione in una lettera al Presidente del Consiglio e qualche settimana fa ho scritto al ministro Matteoli insistendo per lo stanziamento dei fondi necessari alla rottamazione di almeno 150 mila ciclomotori "euro zero", che sono tra le fonti maggiori di inquinamento e produzione di polveri sottili. Matteoli si è dichiarato d´accordo ma impotente di fronte all´ignavia del governo. L´Atac e Trambus hanno un piano per l´estensione delle linee per un milione di km-vettura, così come ci sono piani per la creazione di altri 286 km fra corsie preferenziali e "strade verdi", per la conversione a trazione elettrica della distribuzione merci, per l´estensione della rete tranviaria (150 milioni di euro) e dei filobus (70 milioni), per la realizzazione di 56 parcheggi di scambio con 80 mila posti, per la rottamazione di tutte le caldaie a gasolio. Si tratta non di idee o di "faremo" e "vedremo", ma di progetti concreti, pronti, ma per i quali però non ci sono soldi. Il governo, che dovrebbe finanziarli, guarda altrove e pare non ascoltare neppure i sindaci che, anche recentemente, hanno descritto al Presidente del Consiglio la situazione dello smog nelle grandi città per quello che è: una drammatica emergenza nazionale.