LETTI PER VOI - «Sui limiti per lo smog l’Europa non torna indietro»
Il commissario Dimas: sanzioni ai Paesi che non rispettano le norme. L’obbligo di restare sotto le soglie è senza condizioni - da Il Corriere della Sera del 08.03.2005
08 March, 2005
«L’obbligo di rimanere sotto i limiti è senza condizioni. L’aria pulita è un diritto». È questa convinzione a guidare la politica del Commissario europeo per l’Ambiente, Stavros Dimas. Per questo Bruxelles non concederà sconti alle Regioni. E non modificherà i limiti per le polveri sottili entrati in vigore il primo gennaio 2005. Le nuove regole hanno fatto emergere la distanza abissale tra il livello di smog che si respira a Milano e la qualità dell’aria che l’Europa ritiene accettabile per proteggere la salute pubblica. Stavros Dimas, 63 anni, è stato un protagonista dell’ingresso della Grecia, il suo Paese, nell’Unione europea. Più volte ministro, dal novembre 2004 è il responsabile per l’Ambiente nella commissione Barroso. Milano, Torino e altre città italiane hanno già superato il limite massimo di giorni con le polveri sottili oltre la soglia (non più di 35 in un anno). A cosa vanno incontro l’Italia e le Regioni? Dovranno pagare delle multe? «I cittadini europei hanno diritto a respirare un’aria pulita. Il fallimento nell’assicurare questo diritto può dare avvio a una procedura di infrazione da parte della Commissione». Qualcuno, a livello di istituzioni nazionali ma anche lombarde, ha avanzato l’ipotesi di modificare i limiti entrati in vigore dal primo gennaio 2005 perché «troppo rigidi». È una possibilità reale o soltanto un’illusione? «Stando alle leggi europee, l’unica possibilità di modificare i limiti sarebbe quella di un emendamento alla direttiva. Ma non credo che indebolire la legislazione sulla qualità dell’aria sarebbe una buona idea». Se la Lombardia dimostrasse di aver preso tutti i possibili provvedimenti per abbattere l’inquinamento, ma non riuscisse a raggiungere l’obiettivo, potrebbe in qualche modo essere «giustificata» per «buona condotta»? «Allo stato attuale l’obbligo di rimanere sotto i limiti è senza condizioni». Alcune regioni europee, come la Lombardia e il Benelux, sono in crisi perché la conformazione fisica del territorio favorisce l’accumulo degli inquinanti. La Lombardia ha fatto più volte riferimento alla necessità di aiuti specifici legati a questa situazione. Potrebbero essere accordati? «Non sono al corrente di alcuna richiesta alla Commissione, nè da parte della Lombardia, né dell’Italia. Mentre per quanto riguarda il Benelux, abbiamo avuto dei contatti con le autorità olandesi che chiedevano chiarimenti su alcune disposizioni della direttiva». Quali linee di principio hanno guidato in questi anni l’azione della Commissione? «L’Unione europea ha varato delle leggi sulla qualità dell’aria perché l’impatto dell’inquinamento sulla salute pubblica è diventato sempre più evidente. Un recente studio fatto per la Commissione indica che le concentrazioni di polveri sottili in Italia provocano la morte prematura di quasi 40 mila persone ogni anno, con notevolissimi costi sociali». La prima direttiva comunitaria risale al 1996, la successiva al 1999. Ritiene che in questi anni l’Italia abbia fatto abbastanza per arrivare sotto le soglie, previste già da allora? «L’Italia, come molti altri Stati, ha delegato alle Regioni la responsabilità di applicare le direttive europee sulla qualità dell’aria. È dunque compito di questi enti locali assicurare che l’aria delle città non ecceda i limiti fissati dalla legislazione europea. La Commissione ha già aperto una procedura di infrazione contro l’Italia, che non ha presentato i piani programma per la riduzione dell’inquinamento entro il 31 dicembre 2003». A che punto è l’iter? «Il Governo italiano ha risposto all’avvio della procedura dicendo che i piani programma dovrebbero essere inviati a Bruxelles entro il 31 marzo 2005, e che a quel punto i piani stessi dovrebbero essere già adottati da tre Regioni. In aprile faremo una verifica sull’intera situazione e, se necessario, prenderemo i successivi provvedimenti». Qual è la situazione nel resto d’Europa? «Secondo gli ultimi dati ufficiali, ci sono ancora problemi in alcune grandi aree urbane, ma è troppo presto per avere un quadro esauriente del panorama europeo. La Commissione sta ricevendo molti piani programma dai Paesi interessati, inclusi alcuni nuovi Stati membri». Quali saranno i prossimi passi a livello europeo per combattere lo smog? «Il nuovo programma della Commissione contro l’inquinamento sarà pubblicato a maggio. Darà un indirizzo su diversi problemi correlati alla qualità dell’aria, come la combinazione di inquinanti che ha effetto sulla salute e sull’ambiente, e una lista di misure che saranno richieste per per ridurre l’inquinamento, sia su scala locale, sia regionale». È possibile avere qualche anticipazione? «Si stanno esaminando una serie di opzioni, tra cui i nuovi provvedimenti per combattere le polveri sottili, a partire dai livelli di emissione dalle auto». Gianni Santucci