Veronesi assolve lo smog «Certi cibi fanno peggio»
L’oncologo: il 30% dei casi legato all’alimentazione, più sicuri gli Ogm «Latte e polenta sono più dannosi come causa dei tumori»
15 March, 2005
ROMA - «Molto peggio la polenta o il latte dell’inquinamento atmosferico come causa di tumore». Nella sala dell’ex cinema Etoile Umberto Veronesi mostra sul grafico come questi ed altri cibi possono contenere percentuali di sostanze cancerogene doppie rispetto a quelle consentite: «Il 30% delle neoplasie sono collegate all’alimentazione mentre allo smog possiamo addebitarne dall’1 al 4%. Altro fattore di rischio sono le infezioni, come l’epatite B o C, alle quali si fa risalire il 18% di queste malattie». Il resto lo fa il fumo. Però tra gli alimenti attribuisce un vantaggio a quelli Ogm: «Il rischio si riduce nel mais geneticamente modificato, concepito per resistere alla piralide, parassita che scava buchi nella pianta dove si insediano le tossine», spiega l’oncologo noto tra l’altro per sostenere il biotec. Affermazioni che, al di là del prestigio dell’oratore, sarebbero forse passate inosservate in tempi normali. Non in un periodo di targhe alterne e blocchi del traffico che impongono ai cittadini sacrifici. E tutti a chiedersi: «Ci farà almeno bene alla salute?». Veronesi nel suo intervento durante un convegno sulla comunicazione ambientale non risponde di no, ma sposta l’attenzione dai motori alla tavola. Benzene, polveri sottili e altri inquinanti vanno almeno in parte scagionati perché «un quarto dei tumori dipendono dai cibi - spiega -. Guardate i preoccupanti livelli di aflatossine e micotossine cancerogene in latte e polenta. Nella farina di mais si arriva fino a valori superiori del 70% rispetto a quelli normali, nel latte gli sforamenti toccano quota 57%». D’accordo con Veronesi, ma preoccupati, i suoi colleghi medici. Molti temono che adesso i cittadini arrivino a banalizzare. Concludendo che la nostra salute, e le malattie più gravi, non dipendono dalla qualità dell’aria ma da quella degli alimenti. Walter Canonica, presidente fino allo scorso anno della Società italiana di medicina respiratoria ricorda che ci sono malattie molto gravi da inquinamento atmosferico. Ai la broncopneumopatia cronica ostruttiva, la Bcpo: «Sarà nel 2020 la terza causa di morte nel mondo, è l’unico fattore di mortalità in aumento. Poi ci sono le forme di asma allergica. L’8% degli italiani ne hanno sofferto almeno una volta. Insomma, non bisogna abbassare la guardia sullo smog, perché è causa scatenante di una serie di patologie di importante impatto sociale». Roberto Labianca, presidente dell’Aiom, l’associazione degli oncologi italiani, si allinea con Veronesi: «Ha voluto distruggere l’alibi dei fumatori. Pensano che sia inutile smettere perché intanto i danni ai polmoni vengono dallo smog. Invece non è vero, i tumori da inquinamento sono al massimo il 4% tra quelli polmonari e delle alte vie respiratorie». Il tossicologo Alberto Mantovani, dipartimento sanità alimentare e animale dell’Istituto superiore di sanità, cita i danni indiretti dell’aria avvelenata: «Veronesi ha parzialmente ragione quando insiste sui cancerogeni naturali, come le aflatossine, prodotte da muffe presenti nei cereali. Non dimentichiamo però che nella catena alimentare vanno a finire contaminanti chimici come diossine e metalli pesanti. Conviene sempre insistere sulle politiche antismog. Non vorrei che qualcuno si senta autorizzato a trascurare il problema». Margherita De Bac