«Veronesi dovrebbe dimostrare maggiore attenzione agli aspetti scientifici - afferma Claudio Del Medico Fasano, presidente del Comitato nazionale per la salubrità dell\'aria - lasciando stare le tematiche culinarie». «Forse Veronesi non sa - aggiunge - che il Friuli Venezia Giulia vanta in Italia, assieme a Lombardia e Lazio, il triste primato di maggior presenza di radon, il terribile gas radioattivo, secondo responsabile al mondo per il cancro ai polmoni». Non solo. Ogni anno in regione muoiono, per cancro, 1800 persone circa di cui 800 per tumori polmonari e di quest\'ultime il 15-20\\% dei decessi è attribuibile al radon. Per non parlare dell\'alto tasso di mortalità causato dall\'amianto, dall\'inquinamento industriale e degli impianti di riscaldamento residenziali nonché dallo smog determinato dalla circolazione veicolare. «Non mi risulta - ironizza Fasano - che il cancro ai polmoni possa essere causato dalla \'polenta nostrana\' , secondo quanto affermato dal noto oncologo». Davvero singolari, secondo Del Medico Fasano, anche le rassicurazioni sui cibi Ogm, come se si volesse incentivarne il consumo. «Perché Veronesi non nomina almeno inquinamenti, patologie anche letali, come radon o amianto?». Le affermazioni di Veronesi sono «lesive del diritto alla salute dei cittadini, fuorvianti nel concetto e provocatorie nei confronti degli attuali organi amministrativi che operano, giustamente, per la riduzione del traffico veicolare, per l\'eliminazione dell\'amianto e del radon consigliando nuove abitazioni e strutture ecologiche o bonificando aziende e territori». Insomma «diciamo una buona volta basta agli spot da campagna elettorale - tuona Del Medico -, diciamo basta alle statistiche e ai personalismi basati su campioni \"di comodo\" e strumentalizzati politicamente». Seguendo Veronesilettoda Del medico Fasano, «ai friulani desiderosi di non ammalarsi di cancro altro non resta che eliminare per sempre sigarette e polenta nostrana, puntando magari a inalare Pm 10, inquinamento industriale e gas radon. Tutte cose che, a suo dire, non arrecano danno».