\"Lo smog accorcia la vita di 9 mesi\"
Una ricerca dell´organizzazione sanitaria rilancia l´allarme polveri sottili. E per la prima volta stima le conseguenze
15 April, 2005
<b>L´Oms: allarme in Europa. Legambiente: Italia maglia nera
ANTONIO CIANCIULLO </b>
ROMA - Da una parte il quadro d´allarme tracciato dalla Legambiente che descrive un´Italia in bilico sul declino ambientale ed economico, con i consumi energetici che corrono più veloci del Pil, le ferrovie che languono e le auto che si moltiplicano. Dall´altra la ricerca dell´Organizzazione mondiale di sanità (Oms) che documenta la misura del rischio inquinamento a livello europeo: ogni anno 288 mila persone, l´equivalente degli abitanti di Venezia, muoiono per colpa delle polveri sottili.
Secondo l´Oms, facendo una media, si può dire che a ogni abitante dei 25 paesi della Ue le polveri sottili rubano 9 mesi di vita. Il calcolo è stato elaborato tenendo conto degli effetti dell´esposizione a lungo termine alle polveri con un diametro inferiore ai 10 micron (millesimi di millimetro): sono quelle prodotte dal traffico urbano, dal riscaldamento, dalle industrie e da cause naturali. Particolarmente pericolose, sottolinea il direttore del programma salute e ambiente dell´Oms, Roberto Bertollini, sono le polveri ultrasottili, con diametro inferiore ai 2,5 micron: «È un particolato quasi gassoso che si può spostare anche per mille chilometri e non si deposita facilmente. Quindi è una sostanza che persiste nello spazio e nel tempo e questo spiega il motivo per cui anche quando il traffico è scarso i dati delle polveri nelle città non scendono».
Dal rapporto Ambiente Italia 2005, curato dalla Legambiente e presentato ieri, risulta che la situazione delle polveri in Italia è particolarmente preoccupante: «Mentre le concentrazioni di benzene appaiono in diminuzione, i livelli di PM10 continuano a essere una grave problema». In 38 Comuni su 71 c´è almeno una centralina che ha registrato un valore medio annuo superiore al tetto fissato a garanzia della salute dei cittadini. E il quadro è in peggioramento.
Una situazione che si spiega andando a frugare tra i cento indicatori ambientali sullo stato di salute del paese analizzati da Ambiente Italia 2005. Nell´ultimo decennio la mobilità privata su gomma è aumentata e siamo arrivati alla media di 59,3 auto ogni 100 abitanti, la più alta a livello europeo. Se a questo elemento sommiamo il fatto che il 61 per cento delle ferrovie è ancora a binario unico otteniamo la fotografia di un paese che non riesce a uscire da decenni di squilibrio a favore del trasporto su gomma. Analoga la situazione del settore merci: in dieci anni il trasporto è cresciuto del 33 per cento ed è assorbito per il 77 per cento dalla gomma.
Dal rapporto emergono comunque anche segnali positivi. L´aumento della raccolta differenziata (ancora sotto l´obiettivo di legge) ha tolto quattro milioni di tonnellate di rifiuti alle discariche rispetto al 2000. L´agriturismo è cresciuto in un anno del 10 per cento arrivando a 12.600 aziende. E siamo il paese europeo a più alta concentrazione di prodotti tipici.
«L´Italia è a un bivio», ha detto il presidente onorario di Legambiente Ermete Realacci. «Da una parte la qualità, l´innovazione, la modernizzazione, la competitività. Dall´altra l´attuale economia, il declino, la stagnazione che soffocano nel paese la gioia e il gusto della sfida. Per combattere le paure degli italiani, né poche né infondate, bisogna definire un progetto che sappia evocare le energie oggi latenti, mobilitare i talenti che non trovano la forza di emergere, le intelligenze e la creatività che portano gli italiani a occupare le poltrone della City di Londra, le cattedre delle università americane e i laboratori dei più importanti centri di ricerca mondiali».