Buttiglione «Riflettere prima di demolire reperti»
26 May, 2005
Maurizio Tropeano
«Quando sono venuto a Torino ho visitato i cantieri e mi sono fatto un’idea. Poi ho sottoposto la mia riflessione al parere di alcuni esperti. Le loro risposte mi hanno fatto capire che la questione meritava, e merita, un approfondimento. Per questo ho investito della questione il Comitato per i Beni Archeologici che, sia pure in prorogatio, è abilitato a intervenire. Credo che la loro relazione tecnico-scientifica arriverà in tempi brevi». Rocco Buttiglione, ministro dei Beni Culturali, spiega così la decisione di sospendere i lavori per la realizzazione dei parcheggi delle piazze San Carlo e Vittorio Veneto. Spiega: «Il caso merita attenzione per stabilire le modalità di applicazione dei principi del nuovo codice dei beni culturali. Regole che sicuramente sono più permissive ma che comunque pongono dei limiti alle costruzioni».
Onorevole Buttiglione in piazza San Carlo è già iniziata la costruzione della soletta di cemento e in piazza Vittorio proprio ieri sono stati rasi al suolo i resti di edifici del Cinquecento. Se era necessario sospendere i lavori non lo si poteva fare prima?
«Nel passato le polemiche contro le costruzioni selvagge erano diffuse, quasi quotidiane. Sono seriamente preoccupato che solo poche persone si siano poste il problema di difendere il patrimonio artistico della città di Torino. Credo che una riflessione sull’opportunità di rimuovere i resti di edifici situati poco fuori dalle mure dell’antica Augusta Taurinorum, sia salutare e faccia bene alla città».
L’assessore alla mobilità del Comune, Maria Grazia Sestero, sostiene che due comunicazioni della Direzione Generale per i Beni Archeologici di Roma, la prima del dicembre 2004 e la seconda del marzo 2005, hanno autorizzato la rimozione dei resti rinvenuti nelle due piazze. Solo dopo quel via libera il Comune ha operato. Perché adesso arriva un nuovo alt?
«Non dubito che il Comune si sia mosso nel rispetto delle regole e che tutti i timbri siano stati apposti ma, ribadisco, di fronte al rischio di distruggere il nostro patrimonio culturale un supplemento di riflessione è doveroso».
Onorevole, mi scusi, ma la sospensione dei lavori comporterà sicuramente dei ritardi che rischiano di compromettere la conclusione dei cantieri prima dell’inizio dei giochi olimpici del febbraio 2006. Non era opportuno riflettere anche su questo argomento?
«Vedremo quali saranno le conclusione a cui giungerà il Comitato per i beni archeologici. Detto questo, però, vorrei precisare che il mio compito è quello di tutelare il patrimonio artistico nazionale e dunque nessun evento internazionale, nemmeno le Olimpiadi, può giustificare la distruzione di reperti archeologici».
Ministro Buttiglione c’è il rischio che lo stop ai cantieri danneggi l’immagine internazionale della città. Come sarà possibile giustificare di fronte ai turisti e alle televisioni i grandi buchi, la polvere e le macerie nel centro della città?
«Secondo lei che cosa danneggia di più l’immagine internazionale di Torino: realizzare un parcheggio distruggendo le memorie del passato oppure cercare di difendere quei beni culturali anche a rischio di ritardare i lavori? Mi creda, nessuno più di me, che mi considero torinese d’adozione, ha più a cuore l’immagine di Torino e sono convinto che solo sostenendo la seconda ipotesi si possa rafforzare l’apprezzamento a livello nazionale e internazionale. In ogni caso, le assicuro, non ci saranno buchi aperti ad accogliere i turisti».
Perché è così sicuro?
«Perché non ho agito per manie di protagonismo. Ci sono state molte polemiche sulla vicenda. Era mio dovere informarmi e poi agire. Ho chiesto il parere dei massimi esperti del ministero. Saranno loro a decidere se la conservazione di quei resti non era necessaria oppure, al contrario, se era importante. Ancora loro ci spiegheranno se se sarà utile e possibile recuperare quel patrimonio. Tutto, comunque, sarà deciso in tempi rapidi».