BIG JUMP - Nel Po a Torino la balneabilità è a portata di mano
A Torino probabili iniziative per partecipare alla giornata europea del 17 del bagno nei fiumi. I documenti e il bando per la riqualificazione del Po
12 July, 2005
<i>“In quella estate andavo al Po, un ora o due al mattino.
Mi piaceva sudare al remo e poi cacciarmi nell’acqua fredda, ancora buia
che entra negli occhi e li lava.
Le volte che sudavo sull’acqua, mi restava poi per tutto il giorno il sangue fresco, rinvigorito dall’urto col fiume.
Era come se il sole e il peso vivo della corrente
Mi avessero intriso in una loro virtù, una forza cieca, gioiosa e sorniona…
Scendendo a Torino sul filo della corrente
Gli occhi lavati dal sole e dai tuffi, asciugavano distesi,
e le rive, la collina, le ville, le chiazze d’alberi lontani,
si incidevano nell’aria”
La bella estate, Cesare Pavese</i>
Si è svolto giovedì 14 luglio alle ore 12 presso il Centro Sereno Regis, un incontro dibattito sulla balneabilità del Po a Torino dal quale è scaturito anche un piccolo "bigjump" per domenica prossima. Anche il comune di Carignano, dove la qualità dell'acqua è migliore, è interessato.
La qualità delle acque nel tratto torinese viene definita sufficiente ai sensi del decreto sulla qualità delle acque. ANCHE PER IL 2004 (è una nostra anticipazione) I DATI COMPLESSIVI SONO DI QUALITA' SUFFICIENTE. Ma i parametri di quel decreto non sono gli stessi della balneabilità. Cerchiamo di vederci chiaro..
<img src="http://www.ecodallecitta.it/img/sarebbe.jpg" align="left">Partiamo dal 1982 quando il DPR 470/82 definisce come acque di balneazione le acque nelle quali la balneazione è espressamente autorizzata, ovvero non vietata, il DPR inquadra altresì le incombenze che spettano alle regioni e ai comuni:
le regioni devono mappare i corsi d’acqua, gli scarichi e i punti dove, tramite l’ARPA, vengono effettuati analisi e i campionamenti. Inoltre individuare le zone di balneazione (sulla base dei campionamenti relativi all’anno precedente! Il DPR recita proprio così: il giudizio di idoneità alla balneazione è subordinato ai risultati favorevoli delle analisi effettuate nel periodo di campionamento, relativo all'anno precedente.) e comunicarle ai comuni interessati.
I comuni, tramite l’ordinanza del sindaco, e prima che inizi la stagione balneare -1° maggio, 30 settembre- devono delimitare le zone non idonee (cosa praticamente impossibile) e devono apporre segnaletica che indica il divieto di balneazione….
A Torino non abbiamo ancora trovato l’ordinanza del primo cittadino (ammesso che esista) che vieta o concede il bagno fluviale; al suo posto, dal 1996 è efficace il “Regolamento regionale per la disciplina della navigazione sulle acque del fiume Po nel tratto fluviale del territorio comunale della Città di Torino e della Città di Moncalieri” che al quinto comma dell’articolo 2 così dispone: “E’ vietata la balneazione nel tratto di fiume Po oggetto del presente Regolamento, fatto salvo eventuali manifestazioni appositamente autorizzate (…)”
Tutto ciò nonostante i dati sulla qualità delle acque e sullo stato ambientale ai sensi del decreto del 99(costanti ormai da almeno un paio di anni) siano costantemente sufficientemente buoni. Moncalieri, Torino e Brandizzo, infatti sono costantemente in classe 3, “Sufficiente”. Solo San mauro scende in classe 4, “Scadente”.
<a href="http://www.ecodallecitta.it/classi_stato_amb_acque.jpg" target="_blank">Vedi la tabella sulla classificazione della qualità ambientale delle acque</a>
Rimane da sottolineare come “questi dati non siano prelevati e analizzati al fine della balneazione” come ci spiegano dagli uffici competenti della Regione.
Questa la situazione del punto di vista legislativo.
Fortunatamente la dottoressa Elena Colajanni, allenatrice di canoa e kayak nonché medico sportivo, ci fornisce una visione meno drammatica della situazione, i suoi allievi infatti, allenandosi possono, involontariamente cascare nel fiume, e lei osserva “Non sussistono pericoli se si osservano le regole fondamentali di sicurezza e buon senso. Le acque del Po nel tratto cittadino sono più pulite di quanto si creda comunemente, ed il rischio di infezioni è veramente minimo, limitato al potenziale contatto con roditori infetti o all’ingestione di acqua in quantità; tali eventi sono molto rari e non mi risulta che negli ultimi 20 anni ci siano stati più di 1-2 casi di infezione imputabile con certezza al bagno nel fiume”.
Inoltre, grazie al coinvolgimento di diversi istituti della regione Piemonte, dipartimenti del Politecnico e dell’Università di Torino si era giunti all’organizzazione del “Progetto Po”, e successivamente nell’ottobre 1997 –su iniziativa della “Campagna per Restituire la Balneabilità al fiume Po, PO PULITO” di un workshop dal titolo “20 luglio 2010: Rituffiamoci nel Po” in cui tutti i soggetti coinvolti (politici, pubblici amministratori, esperti, gruppi di cittadini, associazioni) intendevano operare e coordinarsi per realizzare un programma che portasse entro il 2010 alla rinnovata balneabilità del fiume.