Energia: polemica sul decreto anti-blackout
Torna in Italia l'allarme black-out, lanciato proprio dal Gestore della rete di trasmissione nazionale
01 September, 2003
Torna in Italia l'allarme black-out, lanciato proprio dal Gestore della rete di trasmissione nazionale. Un rischio anticipato a causa dell'avaria di alcune centrali, dell'import dimezzato per la prevista manutenzione, che avviene tradizionalmente nel mese di agosto, e dell'aumento dei consumi, che ha raggiunto quota 46mila MW. E per far fronte a questa nuova emergenza energetica giovedì 28 il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che prevede una maggiore elasticità sul tema delle emissioni in atmosfera. Ovvero: fino alla fine del 2004, il ministro delle Attività produttive, di concerto con il ministro dell'Ambiente, potrà autorizzare il funzionamento - temporaneo e limitato nei tempi - di centrali chiamate in esercizio dal gestore della rete, «anche in deroga ai limiti contenuti nei provvedimenti di autorizzazione e derivanti dalla normativa sulle emissioni in atmosfera, ovvero sulla qualità dell'aria». Sarebbe comunque garantito l'obbligo di mantenere il rispetto dei valori massimi di emissione dei principali inquinanti, previsti dalla vigente normativa ambientale. «Quanto alle nuove centrali - afferma ancora il ministero di Marzano - sono già stati autorizzati circa 12.000 megawatt, dei quali si prevede, tenendo conto dei tempi necessari alla loro costruzione, una graduale entrata in esercizio a partire dalla seconda metà del 2004». Sconcertati gli ambientalisti, secondo i quali i provvedimenti anti-black out «sono un boomerang, benzina sul fuoco dell'effetto serra». Ermete Realacci, presidente di Legambiente, denuncia «la miopia dei nostri ministri. Ad una gestione inadeguata dei consumi e della produzione di energia sanno rispondere solo con deroghe ambientali e con la rincorsa alla costruzione di nuove centrali. Con buona pace degli impegni del protocollo di Kyoto».