Intervista al metereologo Kerry Emanuel
( da Corriere della Sera 2 settembre)
02 September, 2005
«Ambiente, l’America non lo difende»
Kerry Emanuel: uragani sempre più forti. «Sì a Kyoto, ma è un piccolo passo»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON - «Un ulteriore surriscaldamento del globo potrebbe accrescere la potenza distruttiva degli uragani tropicali e, anche a causa dell'aumento delle popolazioni costiere, aumentare le perdite di vite umane nel ventunesimo secolo». Ad ammonire il mondo che nei prossimi decenni ci saranno cicloni ancora più violenti di quelli dell'ultimo anno e stragi ancora più gravi di quella di New Orleans, è Kerry Emanuel, il metereologo del Mit, il prestigioso Massachusetts institute of technology, che ai primi di agosto, in un'allarmante ricerca pubblicata da Nature , denunciò per primo la connessione tra l'effetto serra e la forza dei cicloni.
«Gli studi - dice Emanuel - si sono concentrati finora sulla frequenza degli uragani, ma la questione più significativa riguarda la loro potenza distruttiva che, secondo la mia ricerca, negli ultimi 30 anni è salita del 50 per cento nell'Atlantico e del 75 per cento nel Pacifico nord occidentale. Il motivo è che i cicloni sono più potenti e durano più a lungo che in passato e questo è dovuto al surriscaldamento del globo e all'aumento della temperatura della superficie dei mari tropicali».
Emanuel è giunto a queste conclusioni analizzando i dati sui venti. Secondo le ricerche precedenti, un incremento di mezzo grado della temperatura della superficie dei mari tropicali in trent'anni avrebbe aumentato di appena il 3 per cento la forza dei venti e di appena il 10 per cento la potenza distruttiva degli uragani. «Ma erano calcoli per difetto - sostiene lo scienziato - La crescita della potenza distruttiva dei cicloni nell'ultimo decennio è stata enorme e imprevedibile. Le ricerche precedenti non hanno tenuto conto che essi modificano il clima regionale e globale».
E Katrina, aggiunge Emanuel, ha dimostrato l'urgenza e l'importanza di combattere l'effetto serra: «Ci ha colto impreparati, New Orleans è semidistrutta. La politica di difesa dell’ambiente è carente ovunque, non soltanto negli Stati Uniti. Occorrono massicce misure preventive. I cicloni tropicali hanno un ruolo preminente nei disastri naturali, e da noi sono i fenomeni che causano i maggiori danni e causeranno presto anche il maggior numero di vittime. Ma, ripeto, sinora ci eravamo documentati soprattutto sui loro cicli annuali e decennali, e non anche sulla minaccia che rappresentano per il futuro. E' stato un errore al quale dobbiamo rimediare subito». Il metereologo del Mit rileva che gli effetti finali di Katrina sono stati dovuti anche al caso, ma sottolinea che le simulazioni della Noaa (National oceanic and atmosferic administration), ente governativo, avallano almeno in parte le sue conclusioni. La Noaa ha segnalato che a luglio si sono registrati 4 uragani, di cui uno forza 4, fatto senza precedenti, e ha avvertito che nel 2005 ce ne saranno da 9 a 11, contro una media annua di 7, di cui 5 o 6 a oltre forza 3, un record.
Emanuel ricorda di essere stato scettico del legame tra il surriscaldamento del globo e la potenza degli uragani, come la maggioranza dei suoi colleghi, ma ora dice che le prove saranno sempre più palesi e numerose. Considera il protocollo di Kyoto contro le emissioni di gas un «baby step», il passo di un bambino, su una strada giusta sì, ma da percorrere molto più in fretta. «Il compito delle potenze industriali - aggiunge - è quello di sviluppare fonti alternative di energia, anche atomica, e di fornirle ai Paesi emergenti come India e Cina, grandi inquinatori dopo gli Usa».
A suo giudizio, la tesi dell'amministrazione Bush secondo la quale occorrono tecnologie pulite e non immediati e drastici interventi contro l'inquinamento, è solo parzialmente valida: «Sono strumenti complementari». Nel suo libro Divine wind , Emanuel sottolinea come, nel corso dei secoli, gli uragani abbiano influito profondamente sulla storia dell'umanità e ricorda quello devastante di Galveston nel Texas, una cittadina costiera presso l'odierna stazione spaziale di Houston, che provocò tra 8 e 12 mila morti: «Fece il doppio delle vittime del terremoto di San Francisco pochi anni dopo, ma venne dimenticato». Dopo la tragedia di New Orleans, nessuno si scorderà più di che cosa è capace un uragano.