Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile: le proposte per ridurre la CO2 dei trasporti
Per cambiare la mobilità in Italia servono modifiche importanti che portino a contenere la domanda di trasporto entro il 2020 e il 2030. Per la Fondazione, l'Italia dovrà puntare "sull'interazione tra politiche di riduzione della domanda di trasporto e di riequilibrio dello share modale"
15 February, 2013
Giorgia Fanari
Per cambiare la mobilità in Italia servono modifiche importanti che portino a contenere la domanda di trasporto entro il 2020 e il 2030. È quanto propone la Fondazione per uno Sviluppo Sostenibile che ha realizzato la ricerca “Verso un piano per la riduzione delle emissioni di Co2 dei trasporti in Italia” nell’ambito di un partenariato con il Ministero dell’Ambiente, sulle potenzialità di riduzione delle emissione di Co2 del settore trasporti in Italia. Secondo la Fondazione, bisognerebbe applicare un approccio ASI, cioè Avoid, Shift e Improve: si tratta di 3 linee di intervento tese a migliorare l’efficienza complessiva del sistema di trasporto, del viaggio attraverso il passaggio da un modo di trasporto ad un altro più efficiente dal punto di vista energetico e meno emissivo, e infine dei veicoli. La proposta della Fondazione prevede un’interazione tra politiche di riduzione della domanda di trasporto e di riequilibrio dello share modale che produce su quest’ultimo modifiche importanti. In particolare crescono in maniera significativa le modalità a più basso impatto: trasporto ferroviario, trasporto pubblico urbano e ciclo-pedonalità passano dal 10% del 2010 a circa il 17% nel 2030, mentre in ambito locale/urbano il contributo dell’auto privata quasi si dimezza nello stesso periodo. Il 2030, secondo la Fondazione, vedrebbe comunque una prevalenza dei mezzi privati su gomma, che coprono 2/3 del traffico passeggeri. Nel settore merci, la proposta del Piano prevede un forte incremento del trasporto ferroviario che in ventennio dovrebbe raddoppiare il proprio contributo in termini di quota modale, a scapito del trasporto stradale. La ricerca della Fondazione per uno Sviluppo Sostenibile presenta infine 7 proposte, estrapolate dal Documento Finale degli Stati Generali della Green Economy, per limitare la riduzione delle emissioni di gas serra nel settore dei trasporti e che riguardano mobilità urbana sostenibile, veicoli a basse emissioni,infrastrutture digitali e telelavoro, trasporto ferroviario, biocarburanti e trasporto marittimo.
Tra le azioni suggerite nelle 7 proposte ci sono l’incremento della quota modale del trasporto pubblico urbano, la diffusione del car pooling, la crescita della modalità pedonale, soprattutto per gli spostamenti inferiori ai 2 km, e lo sviluppo della mobilità ciclistica, considerando che nell’ultimo anno ad esempio le vendite di biciclette hanno superato quelle delle automobili. Inoltre, la Fondazione suggerisce la diffusione di veicoli elettrici, la penetrazione del ICT, l’incremento del trasporto metropolitano e regionale su ferrovia, lo sviluppo dei biocarburanti e la riduzione dei consumi e delle emissioni specifiche dei mezzi di trasporto marittimo.
Queste azioni, spiega la Fondazione, stabilizzerebbero la recente riduzione delle emissioni di gas serra del settore trasporti, dovuto secondo molti alla crisi economica, realizzando un “decoupling” consistente anche nel caso in cui la ripresa economica portasse ad un innalzamento dei volumi e delle unità di traffico. Il risultato sarebbe un ritorno ai valori di emisione del 1990 entro il 2020, fino a raggiungere una riduzione del 15,6% al 2030, sempre su base ’90. Si tratta, conclude la Fondazione, di risultati importanti che vanno oltre gli impegni e le indicazione della stessa Unione Europea, ma ritenuti realizzabili.