Alla sera ci vogliono ciclisti “illuminati”, la lettera di Ciclobby al Corriere
L'importanza di un cambiamento culturale da parte dei ciclisti non solo nel segno del rispetto delle regole, ma soprattutto a difesa della propria incolumità. La lettera di Eugenio Galli, presidente Ciclobby, al Corriere - da Corriere.it del 18.02.2013
21 February, 2013
A Milano il traffico ciclistico è in aumento, e questo è certamente un fatto positivo, in attesa che si realizzino finalmente gli interventi necessari per sostenere questa crescita.
Tuttavia, un punto importante, ma troppo spesso sottovalutato da molti ciclisti, e non solo dai neofiti del mezzo, è questo: la visibilità, per il ciclista, è sinonimo di sicurezza.
Nel senso che non può esserci sicurezza sulle strade se non c’è visibilità. Ci sono ottimi video, diffusi in rete, che dimostrano come per gli altri utenti della strada cambi drasticamente la percezione del ciclista a seconda se questi sia davvero ben visibile o no.
In Europa, in Germania come in Olanda, chiunque può osservare come i ciclisti e le bici nelle ore serali siano perfettamente illuminati. Lì è regola ciò che qui è per molti ancora un’eccezione. Rendersi visibili è un comportamento che in Italia (e a Milano) ci si può permettere di disattendere con sufficienza, nel totale disinteresse delle istituzioni preposte. E’ un errore che va corretto. Luci e catadiottri non sono optional; sono invece elementi fondamentali per la sicurezza del ciclista e devono quindi essere sempre presenti e in condizioni di efficienza. Idonei capi di abbigliamento migliorano ulteriormente la visibilità e quindi accrescono la sicurezza.
Tutto questo può bastare per rendere le strade sicure? Certo che no, poiché la sicurezza non dipende solo da me, ma anche dagli altri, da una somma di comportamenti, di regole da rispettare e di circostanze che possono verificarsi. Ma è un indispensabile punto di partenza.
Per il ciclista, rendersi visibile sulle strade non significa solo adempiere a un obbligo prescritto dalle norme del Codice della strada: è molto di più. Significa compiere il primo passo per esercitare consapevolmente il proprio diritto a rivendicare uno spazio sicuro sulle strade, partecipare consapevolmente alla propria e altrui sicurezza, contribuire a rendere eloquente la dignità del mezzo di trasporto bicicletta sulle nostre strade.
Significa dimostrare di essere consapevole che la prudenza sulle strade parte anche da ciascuno di noi. Non ce ne accorgiamo ora: la nostra associazione, a livello locale e nazionale, lo sostiene da anni, promuovendo anche apposite iniziative (come quella del “Ciclista illuminato”).
In attesa che finalmente anche le istituzioni diano segni di attenzione su questo tema, facendosi carico dei propri doveri, cominciamo noi ciclisti quotidiani a fare il primo passo e a dare il segnale che vogliamo un cambiamento: facciamoci vedere, facciamoci sentire.