Energia, trasporti, ambiente: ecco il programma del possibile accordo tra Pd-Sel e 5 Stelle
Nell'Agenda Ambientalista presentata dalle 7 principali associazioni ambientaliste prima delle elezioni, i contenuti di una possibile convergenza, se Pd Sel e 5 Stelle riusciranno a superare le questioni "puramente" politiche o di orgoglio
01 March, 2013
Tanto trascurati durante la campagna elettorale i temi ambientali potrebbero ora diventare uno dei punti di un'alleanza programmatica tra Pd, Sinistra Ecologia Libertà e Movimento 5 Stelle?
I punti d'unione tra le forze politiche di Italia Bene Comune e le decisive (al Senato) 5 Stelle uscite dalle urne potrebbe essere ricercato all'interno dell' "Agenda Ambientalista per la Ri/Conversione ecologica del Belpaese" stilata nelle scorse settimane dalle principali associazioni ambientaliste italiane (Legambiente, WWF, Greenpeace, Pro Natura, FAI, Cai e Touring Club Italiano). Con l'Agenda Ambientalista, scrivevano pochi giorni fa le associazioni, "intendiamo rappresentare l’impegno in favore dell’ambiente di 1.000.000 di persone che sono iscritte complessivamente alle nostre associazioni e di un’area ben più ampia di cittadini sensibili a questi temi, che si è espressa chiaramente, tra l’altro, nella tornata referendaria del 2011".
Ma vediamo, tema per tema, i punti dell'Agenda Ambientalista che potrebbero trovare di comune accordo la coalizione di centrosinistra e il movimento di Grillo.
Sono punti più dettagliati rispetto all' Ecotelegramma sottoscritto da vari rappresentanti della società civile alla viglia delle elezioni.
Le Associazioni Ambientaliste si sono incontrate coi partiti di questa ipotetica nuova alleanza nelle settimane precedenti alle elezioni.
ENERGIA
• definire una Roadmap di decarbonizzazione che abbracci tutti i settori, dall’elettrico ai trasporti, dall’industria ai servizi per perseguire l’obiettivo del “Carbonio Zero” entro il 2050, fissando obiettivi intermedi almeno decennali (2020, 2030, 2040) e target settoriali. Tale roadmap deve divenire fulcro delle scelte economiche del Governo e può concretizzarsi in un atto legislativo che assicuri un quadro per tutte le normative conseguenti (legge per il clima, sull’esempio di quelle
stilate in altri Paesi);
• redigere un Piano per l’Efficienza Energetica in tutti i settori, a partire dalle normative europee, ma fissando anche obiettivi nazionali e regionali più ambiziosi e obbligatori;
• fissare l’obiettivo 100% rinnovabili entro il 2050, con la modulazione degli incentivi e delle altre leve (anche fiscali) finalizzata al perseguimento di tale fine, con provvedimenti specifici che abbattano le barriere esistenti per lo sviluppo dell’energia distribuita e l’autoproduzione. Va definito
e attuato, parallelamente, un piano di transizione, con la progressiva chiusura delle centrali alimentate con i combustibili fossili, a partire da quelle a carbone (il più inquinante per il clima e la salute). Non devono essere più concesse autorizzazioni per centrali a carbone e a olio combustibile nuove o riconvertite. Va previsto anche un piano per l’adeguamento delle infrastrutture e delle reti di trasporto e distribuzione dell’energia fondato sulle rinnovabili;
• definire un Piano per l’Uso Efficiente delle Risorse che costituisca anche la base per la politica dell’eliminazione del concetto di “rifiuto” e degli sprechi nella produzione e nel consumo; tale piano deve essere basato sulla Roadmap europea e sul Manifesto per un’Europa “Resource - Efficient”(sottoscritto, tra gli altri, anche dal Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi);
• definire un Piano di adeguamento del Green Procurement della Pubblica Amministrazione che costituisca un vero e proprio volano per le tecnologie e i prodotti verdi, mettendo progressivamente al bando le tecnologie e i prodotti ad alto impatto ambientale (impronta idrica, di carbonio, ecc).
TRASPORTI
• redigere un nuovo Piano nazionale della Mobilità, da approvare con Valutazione Ambientale Strategica (VAS), che abbia come priorità strategiche le aree urbane, il riequilibrio modale nel trasporto merci, la riduzione delle emissioni di gas serra del settore e che superi, abbandonandolo, il Primo programma delle infrastrutture strategiche;
• potenziare il trasporto collettivo costruendo reti di trasporto metropolitano e regionale integrate, incentivando la formazione di Consorzi ed Agenzie interistituzionali;
• mettere a regime servizi ferroviari suburbani efficienti in città quali Milano, Torino, Genova, nell’area centrale veneta (Vicenza, Treviso, Padova, Venezia), Bologna, Catania e Bari, sviluppando, nel contempo, quelli che hanno già ottimi standard europei come a Napoli;
• integrare i servizi ferroviari con linee di metropolitana efficienti o da potenziare nelle grandi città e con tramvie veloci nei centri medio-piccoli;
• rafforzare il sistema di parcheggi di interscambio suburbani soprattutto al servizio delle grandi città;
• investire in progetti di “City logistic” attraverso la realizzazione di piattaforme di distribuzione urbana delle merci e l’adozione di norme regolamenti ad hoc sulla circolazione dei mezzi commerciali, le aree di sosta, gli orari di ingresso alle ZTL.
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