Torino, i fiumi della città raccontati attraverso quattro installazioni
Ecco i vincitori del concorso artistico di comunicazione ambientale River Eyes. Le installazioni verranno realizzate nelle aree individuate con le rispettive circoscrizioni: per il Po la terrazza del parco del Valentino (Circoscrizione 8), le ex-acciaierie Vitali per la Dora (Circoscrizione 5), il Parco della Confluenza per lo Stura (Circoscrizione 6) e il Mausoleo della Bela Rosin per il Sangone (Circoscrizione 10)
06 March, 2013
Si è concluso il concorso artistico di comunicazione ambientale River Eyes Torino. Il progetto, nato su iniziativa delle associazioni Antropocosmos e ECOntACT in collaborazione con l'Istituto per l'Ambiente e l'Educazione Scholé Futuro, ha l’obiettivo di stimolare i cittadini alla riflessione artistica sul valore sociale e naturale dei fiumi della città e sul loro stato di salute odierno.
Quattro i vincitori del concorso, uno per fiume, le cui opere verranno realizzate a partire dal mese di marzo alla presenza dei rappresentanti delle rispettive Circoscrizioni. Un momento partecipativo e di dialogo per far conoscere il progetto sul territorio, che darà modo agli artisti di raccontare le proprie opere parlandone con il pubblico presente e confrontandosi sulle scelte e sulle tecniche di esecuzione.
Le installazioni prenderanno vita in quattro luoghi simbolici della città: la terrazza del parco del Valentino (Circ. 8), le ex-acciaierie Vitali per la Dora (Circ. 5), il Parco della Confluenza per lo Stura (Circ. 6) e il Mausoleo della Bela Rosin per il Sangone (Circ. 10).
Ecco nel dettaglio la descrizione dei quattro progetti premiati.
Frame Number Zero
del collettivo Crossfade Idea
Tema/fiume/circoscrizione: Era, è, sarà: la Dora Riparia fra memoria e futuro - Circoscrizione 5
Tecnica utilizzata: Scultura in metallo assemblato e pannello in legno dipinto con tecnica stencil e aerografo
Materiali impiegati: barattoli di latta, metalli di scarto, pannelli di legno per ponteggi
Dimensioni: Elemento 1 – altezza 250 cm; larghezza 150 cm; profondità 100 cm; Elemento 2 – altezza 220 cm; larghezza 150 cm; profondità 50 cm;
Descrizione dell’opera
Intendiamo ricreare il frame di un video-racconto allegorico, fissando nel tempo l’istante di un film che si sta svolgendo nel presente, così come si è svolto nel passato e si svolgerà nel futuro. Gli attori del film sono un operaio degli anni passati e un essere arrivato dal futuro. L’operaio è congelato nell’azione, conseguenza dell’epoca industriale che sta vivendo, di inquinare, trovandosi al centro di un meccanismo che lo rende vittima e aguzzino al tempo stesso. L’operaio è in procinto di versare materiali di scarto delle acciaierie nel fiume Dora. La sostanza si fa strada nell’erba in direzione delle acque che la discioglierà e la porterà in giro con la corrente. Nello stesso istante, poco lontano, la sostanza viene fermata da un altro personaggio, più piccolo dell’imponente operaio: un essere antropomorfo con la testa di pesce e il corpo da astronauta, che con un gesto della mano blocca l’azione dell’uomo del passato nel tempo, per indurci a pensare e avvertire la necessità di svincolarci dai meccanismi distruttivi in cui operiamo ogni giorno.
Contestualizzazione
Frame Number Zero, non poteva che nascere sul Fiume Dora Riparia.
Il primo dei personaggi, l’operaio, rappresenta a pieno il passato industriale che la Dora ha dovuto, purtroppo, vivere nella sua storia.
Dalle ceneri di questo scenario, rinasce uno spirito di conservazione e di rinascita, rappresentato dal secondo personaggio, il viaggiatore nel tempo, che cerca di salvare la situazione ambientale.
Questo spirito è reincarnato alla perfezione dal luogo in cui l’opera sarà ubicata, il Parco Dora stesso, che ha fatto dei ruderi di una fabbrica una vera a propria opera d’arte.
IN/CUBO
di Collettivo PLinto
Tema/fiume/circoscrizione: Il Po dei Re – Circoscrizione 8
Tecnica utilizzata: Struttura metallica riempita di contenitori di plastica riciclati
Materiali impiegati: Rete elettrosaldata metallica; contenitori in plastica riciclati
Dimensioni: 4m X 4m X 4m
Descrizione dell’opera
Il progetto IN/CUBO è un portale cubico che incornicia due scenari ben distinti, il fiume Po e il Parco del Valentino .
IN/CUBO vuole accompagnare i cittadini di qualsiasi età ed estrazione sociale nella riflessione sull’inquinamento dei nostri consumi quotidiani.
Il portale è costituito da una struttura metallica contenente bottiglie di varie dimensioni in plastica che saranno raccolte dagli abitanti della circoscrizione 8, nelle case, nelle scuole, nelle strutture pubbliche.
L’obiettivo principale dell’opera è quello di sensibilizzare i cittadini a ridurre il consumo di imballaggi in plastica, rendendoli al tempo stesso partecipi e protagonisti di un processo sostenibile.
Il titolo dell’opera è il risultato di un pronostico futuro che potrebbe avverarsi se non si rispetterà il paesaggio che ci circonda che in questo caso vede come elemento protagonista il fiume Po, incorniciato da un’arcata di imballaggi di scarto.
Contestualizzazione
IN/CUBO è pensato per essere una cornice del fiume Po, il quale ha visto lungo le sue rive diverse trasformazioni paesaggistiche e di assetto urbano. Abbiamo scelto di inquadrare due scenari apparentemente diversi, collegati da un substrato comune.
Il quartiere consuma in media 1.850.000 bottiglie di plastica al mese equivalente a 4356 mc di plastica.
Prendendo atto di questi dati si è scelto di contribuire con un oggetto apparentemente semplice, ma di forte impatto.
Messaggi in bottiglia
di Alessia Binotto e Valentina Gamba
Tema/fiume/circoscrizione: Il Sangone, fiume di confine – Circoscrizione 10
Tecnica utilizzata: assemblage, pittura, intaglio
Materiali impiegati: legno, plastica, ferro, terriccio, vernici ecologiche, piante
Dimensioni: 240 cm lunghezza, 160 cm larghezza, 120 cm altezza
Descrizione dell'opera
L'opera si compone di una base di legno composta da pallet posizionati in modo da formare una seduta bassa mentre la parte alta/schienale costituisce l'appoggio per bottiglie di plastica trasparenti tagliate orizzontalmente e contenenti piante aromatiche.
Contestualizzazione
Abbiamo pensato di realizzare un luogo di riflessione rispetto al Sangone che da luogo di svago delle domeniche degli anni Cinquanta si è trasformato in raccoglitore di rifiuti ed elemento di confine. Le bottiglie vogliono recuperare la loro funzione romantica di portatrici di messaggi: da una parte abbiamo il loro riutilizzo che non le relega più a semplice contenitore da smaltire, dall'altra affidiamo loro un messaggio di speranza alla luce della rivalutazione e del progetto sugli orti urbani che coinvolge la zona. Le piante scelte sono aromatiche a rappresentare gli odori e la storia delle nostre campagne e richiamano la semplicità di quei pasti frugali consumati in riva al fiume.
Visioni
di Brenda Psenner e Valentina Psenner
Tema/fiume/circoscrizione: Nuovi immaginari lungo lo Stura – Circoscrizione 6
Tecnica utilizzata: mista
Materiali impiegati: legno, ferro/acciaio, vernici ad acqua, impregnante ecologico per esterni, cavo elettrico
Dimensioni: 8m x 10m
Descrizione dell'opera
L'opera si presenta sotto forma di uno stormo di dieci uccelli variopinti realizzati in legno, che ricordano i giochi della nostra infanzia. Lo sbattere delle ali, tramite cavi, è uno dei mezzi attraverso cui si può interagire con l'opera. L'osservatore può viaggiare attraverso e all'interno della struttura, tracciare percorsi, lasciare tracce e soprattutto portare dentro di sé l'eco che l'installazione produce. Lo stormo è rivolto verso la confluenza dei fiumi nell'atto di una migrazione immobile, senza però avere una disposizione strettamente geometrica. I sostegni, posti verticalmente e piantate nel terreno, innalzano gli uccelli al di fuori della tangibilità ma restano collegati e animabili attraverso i cavi che pendono dalle ali.
Contestualizzazione
L'installazione di uno stormo in volo, ma immobile, che guarda allo Stura che si tuffa nel Po, vuole esprimere la direzione verso cui procedere: la confluenza. Se la migrazione è ciò che “tipicizza” gli uccelli, ecco che essa è paralizzata nello spazio, ma non nel movimento, perché lo stormo non intende migrare con un cambiamento DI spazio, ma DELLO spazio che lo circonda attraverso l'azione meccanica delle ali di legno. Qualsiasi persona si può quindi avvicinare all'opera e interagendo con essa creare uno scambio di energia e vedere, nell'impossibilità del volo degli uccelli, la possibilità di un nuovo rapporto uomo-natura, verso una delicatezza che è troppo spesso assente.