Alessandria: progetti di mobilità al tempo della crisi
Marcello Ferralasco, assessore alla Qualità Urbana del Comune di Alessandria, anticipa i contenuti del nuovo Piano della Mobilità previsto per settembre: “nonostante il dissesto finanziario, un piano che migliori il mix tra trasporto pubblico, privato e pedoni si può fare”. Vediamo come.
14 March, 2013
Dati economici e rilevamenti ambientali: tutti in negativo. Non è un’annata facile, questa, per Alessandria, dopo il dissesto finanziario dell’ente comunale e la posizione non certo invidiabile di “capitale dello smog” nel dossier di Legambiente. La nuova giunta guidata da Rita Rossi cerca, in questo contesto, di avanzare delle proposte per risanare la città.
Siamo andati a parlarne con l’assessore Marcello Ferralasco, con deleghe alla Qualità Urbana e allo Sviluppo Sostenibile, visto che si è parlato, di recente, di nuovi progetti per la viabilità: “quello varato pochi giorni fa è stato una delibera di riordino della sosta in area centrale”, precisa; “non un piano generale, dunque, ma un’azione transitoria per riordinare certe disfunzioni, in attesa che un nuovo piano della mobilità riorganizzi il complesso intreccio tra trasporto pubblico, privato e pedoni”.
Una prima domanda è d’obbligo: con il fallimento delle casse comunali, quanto spazio c’è per occuparsi di futuro?
Poco, laddove servono investimenti economici. Però si possono proporre azioni correttive se sono a costo zero per il Comune. Non abbiamo risorse per grandi infrastrutture, cioè, ma possiamo agire almeno sulle modalità di uso dei veicoli e sui controlli.
Il piano della mobilità vero e proprio, ci dice, è previsto per l’inizio dell’autunno. “Anche se i tempi di attuazione saranno progressivi e graduali lungo tutta la durata del mandato”. Quali sono, allora, gli obbiettivi che il futuro piano della mobilità si pone?
Abbiamo due aree di intervento: il problema del collegamento delle numerose frazioni con il centro città [il Comune di Alessandria copre un’area molte estesa, la più grande del Piemonte], con un trasporto pubblico scadente, da incentivare; e la necessità di trovare un equilibrio tra le diverse forme di mobilità in area urbana. Perché – avverte - chi usa l’auto in questa città è oggi padrone assoluto, arrogante a volte: un malcostume diffuso che va corretto.
Entriamo nel dettaglio del provvedimento: cosa si prevede per i diversi mezzi di spostamento?
Traffico veicolare privato: Occorre disincentivare quello diretto verso il centro, con lunga sosta (ossia i pendolari che vanno a lavoro), bilanciandolo con una maggiore offerta di trasporto pubblico.
Già nel provvedimento sulla sosta, appena varato, viene favorito il parcheggio nelle strutture multipiano ai margini del centro [per ora solo due, da aumentare con la collaborazione di soggetti privati], anziché nelle zone blu su strada. Quindi: trasporto pubblico al primo posto; poi parcheggi per le auto in strutture decentrate; infine, per chi non vuole rinunciare a portare l’auto in centro, tariffe più elevate.
Si è parlato di Info Mobilità: Stiamo valutando di introdurre un dispositivo elettronico per il pagamento della sosta (tipo Telepass), che, se diffuso adeguatamente, può essere implementato per ottenere una rilevazione dei flussi di traffico e delle esigenze di parcheggio (luogo e durata): con un tale monitoraggio si potrebbe articolare in modo più mirato le nostre scelte. Per ipotesi, si potrebbe arrivare a sistemi informativi su pannelli pubblici, che chiudano temporaneamente le strade intasate, indichino vie a migliore scorrimento e parcheggi liberi in tempo reale.
Trasporto pubblico: La situazione è difficile, perché l’ATM locale è schiacciata dai debiti e ha un parco mezzi obsoleto. Il nostro obbiettivo è di salvare l’azienda, e di cercare poi un socio privato che apporti nuove risorse per il trasporto passeggeri, assolutamente da migliorare. Cercheremo in un paio d’anni di offrire questo: un trasporto pubblico dignitoso e parcheggi adeguati.
E i pedoni? Una Zona a Traffico Limitato in centro esiste, ma è piuttosto ridotta come estensione. In alcune strade periferiche, poi, è a fasce orarie [16.00-20.00], per puro scopo normativo, ma di fatto non ha alcuna efficacia. Per ampliare la ZTL nel centro storico, e dare spazio ai pedoni, ci sono i soliti problemi di condivisione con le attività commerciali e le consuetudini esistenti, aggravati dal fatto che se estendi la zona a traffico limitato, devi garantire un maggiore trasporto pubblico e parcheggi decentrati: difficile, come detto prima, vista la mancanza di risorse. Il riordino della città deve quindi procedere in modo complessivo.
Non dimentichiamo qualcuno? Le biciclette: La mobilità su due ruote ha forti potenzialità nella nostra città, perché il territorio è pianeggiante. Ma i ciclisti sono penalizzati dal traffico veicolare, dal momento che non esiste una viabilità parallela sistematica: ci sono piste ciclabili tracciate in quantità, ma parziali, interrotte. Per poter muoversi in bicicletta, occorrono corsie dedicate in modo continuo: difficile farle ora in assenza di risorse, ma abbiamo chiesto all’associazione Amici della Bicicletta di presentare un elenco di interventi che si possono fare a costo zero o quasi. Per dare un segnale.
Anche per il centro stiamo valutando sperimentazioni come la chiusura al traffico una domenica al mese, accompagnata da iniziative culturali, per imparare a godere della città a piedi.
Interventi progressivi e a costo zero, collaborazione con soggetti privati, politiche “educative”: sembra questo, in sintesi, il mix del Comune per migliorare la mobilità in epoca di dissesto economico. Ma quanto contano le considerazioni ambientali?
L’inquinamento ad Alessandria è dovuto a tre fattori: la componente diciamo geografica, ossia il trovarsi nella Pianura Padana; gli impianti di riscaldamento, per i quali stiamo studiando parametri ancora più severi; e le emissioni degli autoveicoli. A questo proposito, un piano della mobilità che mette in primo piano il trasporto pubblico ha anche l’obbiettivo di ridurre l’inquinamento automobilistico.
Insieme alla qualità urbana e all’uso del centro, l’aspetto ambientale è quindi un obbiettivo importante. Ma in modo organico, non con chiusure estemporanee di scarsa efficacia.