I bambini si muovono da soli. Le parole dell'esperto Francesco Tonucci (La città dei bambini)
Francesco Tonucci, responsabile del progetto “La città dei bambini”dell’ ISTC- CNR, nel suo intervento al convegno di Roma "I bambini mobilitano la città" spiega perché è importante che i nostri bambini tornino a muoversi autonomamente, il prima possibile. Un problema di sicurezza? Al contrario
15 March, 2013
"E' sconcertante la condizione nella quale vivono la bambine e i bambini dei nostri Paesi e una preoccupante tendenza. La condizione, che differenzia sostanzialmente l’essere bambini di oggi dall’esserlo stato appena quaranta anni fa è la totale perdita di autonomia di movimento. La tendenza è rappresentata dal progressivo aumento della perdita, per fasce di età sempre più alta.
I dati raccolti da Hillmann nel 1990, e confermati dalle nostre ricerche in Italia all’inizio degli anni 2000, davano la media dei bambini dai 6 agli 11 anni
autonomi nel percorso casa – scuola intorno al 10% (era il 90% nel 1970!). Oggi questi dati ci dicono che la percentuale è scesa al 6-7%. Tenendo conto che ci saranno sempre i bambini che
vivono a lato della scuola e i bambini stranieri che comunque vanno da soli, dobbiamo pensare che siamo vicini ad una soglia minima.
Dicevo che è una tendenza preoccupante, perché l’impossibilità di uscire di casa da soli e vivere sempre accompagnati o vigilati da adulti impedisce ai bambini, negli anni più importanti del loro sviluppo (i primi), di vivere le esperienze di esplorazione, ricerca, scoperta e gioco necessarie a mettere le fondamenta su sui possano poi costruirsi tutte le conoscenze e le abilità successive.
Dicevo sconcertante perché questo crollo di autonomia non è in alcun modo motivato da oggettivi cambiamenti sociali che la giustifichino. È certamente vero che il numero di automobili nelle nostre strade è aumentato ma gli incidenti stradali, anche se troppo lentamente, stanno diminuendo. Stanno anche diminuendo i delitti. Si potrebbe sostenere con diritto che le nostre città oggi sono un po’ più sicure di qualche anno fa.
Ma la paura è in continua crescita. Le persone si sentono più insicure, tendono a difendersi di più e quindi a proteggere di più le categoria deboli degli anziani, bambini e handicappati negando loro la necessaria autonomia. Su questo paradosso, dell’aumento della sicurezza, o per lo meno non aumento del pericolo, e aumento della paura, penso pesi molto il ruolo giocato in questi ultimi decenni dalla politica e dai
mezzi di comunicazione.
La prima sta utilizzando la paura e il senso di insicurezza per guadagnare consenso elettorale, promettendo un progressivo aumento della difesa (che come si sa fa aumentare
la paura); i secondi dedicano una morbosa attenzione ai delitti più efferati, specialmente riguardanti i bambini, realizzando su questo una serie di trasmissioni, creando negli spettatori la sensazione che siano fatti frequenti e probabili.
Di fronte a questi dati e a queste valutazioni ritengo che il dovere di un ricercatore, che ha descritto e documentato una simile situazione di rischio per le giovani generazioni, sia quello di proporre delle soluzioni e sperimentarne l’efficacia.
Il nostro progetto “La città dei bambini” da quasi venti anni propone l’esperienza “A scuola ci andiamo da soli” per restituire ai bambini la autonomia di movimento che hanno perduto. È ovviamente una esperienza complessa perché deve superare il grande ostacolo della paura delle famiglie, ma se ben organizzata e se può contare su una proposta convinta e appassionata della scuola e un appoggio coraggioso da parte della Amministrazione può ottenere risultati che in altre
maniere sembra impossibile ottenere.
Da recenti studi fatti dal nostro gruppo di ricerca, sembra per esempio che l’intervento urbanistico che alza il livello di walkability di un quartiere ottiene buoni risultati sull’autonomia e sulla soddisfazione degli adulti, ma non incide minimamente sull’autonomia dei bambini. Con la nostra proposta, contando anche sull’appoggio dei commercianti che offrono un punto di appoggio, dei pediatri che aiutano le famiglie a comprendere l’urgenza dell’autonomia dei figli per un loro corretto sviluppo, degli anziani che aiutano nei punti di maggiore difficoltà, indipendentemente dalle caratteristiche dell’ambiente urbano, si riesce a portare la percentuale di autonomia negli allievi della scuola primaria dal livello iniziale sotto il 10% ad un livello del 50% o anche più alto.
Alcune valutazioni che possiamo offrire di questa esperienza dopo tanti anni sono:
a. I bambini che vanno a scuola da soli sono più puntuali di quelli accompagnati. Significa che i bambini, anche piccoli, sono in grado di amministrare correttamente e responsabilmente il
tempo.
b. Ai bambini che si muovono da soli, contrariamente alle funeste previsioni dei loro genitori, non succede nulla, nè rapimenti, nè incidenti stradali, nè violenze. Sono dati emersi da una indagine compiuta dalla Polizia municipale di Pesaro dopo otto anni di “a scuola da soli”, esperienza che a tutt’oggi oggi coinvolge 10 scuole della città e che muove più di 1000 bambini ogni giorno e tutti i giorni.
c. I bambini che si muovono da soli nel quartiere rendono sicuro il quartiere. Sono dati emersi da un’analisi dell’assessorato sulla sicurezza della città di Buenos Aires che ha potuto affermare in un Convegno che nei quartieri dove si realizzava questa esperienza la criminalità urbana era diminuita per lo meno del 50%".
Scarica lo studio de La città dei bambini