Piemonte, tagli ai trasporti: la manifestazione a Torino del 3 aprile | Video e foto
Ventidue pullman hanno portato a Torino oltre 500 sindaci e rappresentanti delle Province del Piemonte che si sono incontrati al Palazzo della Provincia per chiedere alla Regione Piemonte di rivedere con urgenza i tagli al sistema del trasporto pubblico locale. Fra gli altri, gli interventi di Saitta, Fassino e Lubatti
03 April, 2013
Ventidue pullman hanno portato a Torino oltre 500 sindaci e rappresentanti delle Province del Piemonte che si sono incontrati nell'Auditorium del Palazzo della Provincia in corso Inghilterra per chiedere alla Regione Piemonte di rivedere con urgenza i tagli al sistema del trasporto pubblico locale. (Servizio che, ricordiamo, consente ogni anno il trasporto di 250 milioni di utenti, con oltre 100 milioni di km percorsi e 10 mila dipendenti).
Nel corso dell'incontro si sono succeduti gli interventi di Antonio Saitta presidente Unione Province italiane, Piero Fassino presidente ANCI Piemonte, del sindaco di Biella Donato Gentile, del presidente delle Province piemontesi Massimo Nobili, del presidente regionale Anav (associazione nazionale autotrasporto) Antonio Fenoglio e il vice presidente piemontese di Confservizi Roberto Barbieri.
Nella sua relazione introduttiva l'assessore Claudio Lubatti, approfittando della presenza di alcuni consiglieri regionali li ha chiamati in causa: "Forse i consiglieri regionali non si rendono conto di quello che potrebbe accadere con tagli di questo genere. Le aziende sono allo stremo. E forse non si percepisce quale può essere l'impatto se questi tagli dovessero essere attuati. Vogliamo far arrivare alla giunta del Piemonte un messaggio chiaro e forte perché, dopo i tagli che abbiamo già subito, seppur concordati e discussi, questo taglio aggiuntivo del 30% assolutamente unilaterale metterebbe in ginocchio l'intero sistema dei trasporti sia su rotaia, sia su gomma".
Antonio Saitta: “La presenza di circa 500 tra Sindaci e amministratori comunali e provinciali piemontesi è la prova che il problema dei tagli al trasporto pubblico locale è sentito da tutti i territori. La nostra non è una battaglia contro chi governa la Regione ma per la difesa del sistema dei trasporti pubblici. Un taglio del 30% non è accettabile, perché, di fatto, farebbe venir meno il servizio. La Regione Piemonte ora dovrà per forza di cose aprire un tavolo con gli Enti locali e decidere un piano di rientro del debito proprio sul tema del trasporto pubblico locale, per non mandare in rovina tante piccole e medie aziende del settore: già negli ultimi due anni abbiamo operato molti tagli, soprattutto per quanto riguarda le corse nei giorni non lavorativi, ma non si può tagliare oltre una certa misura e non è vero che vi sono ancora bus che viaggiano vuoti. Ora non possiamo e non vogliamo impedire ai lavoratori di andare a lavorare e agli studenti di andare a scuola. Il Piemonte è l’unica Regione che ha deciso tagli di questa dimensione. La conferenza Stato-Regioni ha a suo tempo stabilito che per finanziare il trasporto pubblico locale si devono utilizzare sia il Fondo unico nazionale che il Fondo perequativo. Qui in Piemonte la decisione è stata di utilizzare il Fondo perequativo per intervenire sul disavanzo della sanità pubblica. Non si possono far pagare agli utenti del trasporto locale le difficoltà della sanità. Chi sostiene che il problema non è reale prenda il pullman o il tram la mattina, per vedere gli effetti dei tagli già effettuati negli anni scorsi".
Piero Fassino: "Il fatto stesso che qui ci siano oltre 500 sindaci piemontesi sia la rappresentazione di quanto sia sentita la problematica del trasporto pubblico. La situazione è sempre più insostenibile e se non si apporteranno modifiche strutturali alle condizioni di bilancio ci troveremo in una situazione analoga su welfare, istruzione, servizi educativi e cultura. Ci troveremo, cioè d fronte alla difficoltà di erogare servizi fondamentali per i cittadini. Se si riduce l'erogazione del servizio non solo accentuiamo la crisi ma rischiano di finire dentro una recessione pericolosa. Siamo coscienti che dobbiamo far fronte alla quotidianità con quello che abbiamo a disposizione, peraltro noi sindaci lo facciamo tutti i giorni, ma siamo qui a dire che non è sostenibile un ennesimo taglio indiscriminato delle risorse per i trasporti come è stato fino qui configurato perchè vuol dire mettere in ginocchio un sistema fatto di aziende, lavoratori e cittadini. Significa concorrere a un sistema recessivo. Chiediamo alla Regione di revocare le decisioni fin qui assunte ed evitare che si consideri il trasferimento statale di 425 milioni di euro una somma sufficiente al funzionamento del servizio. La Regione deve fare la sua parte in concorso con quello dello Stato così come annunciato dal governatore del Lazio. Faccio solo un accenno sui fondi Fas. Se ci sono delle risorse queste vanno suddivise sui diversi servizi e non su un'unica voce. Il Piemonte con i suoi 1206 comuni, inoltre, ha un territorio che per la sua conformità necessita di una riorganizzazione del sistema dei trasporti e non di tagli. La Regione effettua tagli sulle tabelle ma noi sindaci tagliamo sulla pelle dei cittadini".
Roberto Barbieri: "I tagli così come sono stati presentati, ancorchè in forma non ancora ufficiale, sono profondamente sbagliati moralmente e tecnicamente. Moralmente per il momento di grande sofferenza sociale che stiamo vivendo. Il trasporto pubblico locale svolge, infatti, una funzione di coesione sociale e è un punto di riferimento per l'organizzazione della vita di molti cittadini. Un taglio di tale entità è ingestibile oltre che incomprensibile. Tecnicamente, inoltre, è molto negativo in quanto dove c'è una crescita della domanda non può andare in controtendenza la risposta. Questi tagli sono dannosi e rappresentano una "botta" recessiva all'intera economia piemontese. Un taglio che è un atto di profonda irresponsabilità. Cosa fare. Occorre scendere in campo con la buona politica che deve cercare di attuare una fortissima pressione nelle sessioni di bilancio. Di fronte a questo scenario noi chiediamo che la Regione invece di parlare di tagli parli di politica industriale ovvero dare alle aziende obiettivi di qualità nei servizi cercando di dare meccanismi premianti per l'efficacia e l'efficienza dei servizi".
Donato Gentile: "I comuni hanno già dato e abbondantemente sul versante del trasporto pubblico locale. Tutti sappiamo cosa abbiamo dovuto tenere in considerazione per predisporre i nostri bilanci alla luce del patto di stabilità. Soltanto i trasferimenti dello Stato e anche quelli regionali non sono sufficienti per pagare il Tpl. I comuni sono obbligati ad integrare con fondi propri il servizio. Tagliare vuol dire chiedere ai comuni ulteriori risorse che non hanno. Il patto di stabilità ci impone di stare in limiti non più accettabili. Chiediamo che vi sia una garanzia di stabilità dei trasferimenti delle regioni che serve per garantire il servizio ma anche e soprattutto per programmare i servizi. Molti di questi sono fermi perché non sappiamo cosa dire alle aziende. Occorre una programmazione che coinvolga il più possibile tutti in particolare per il trasporto degli studenti. Per far coincidere gli orari vanno coinvolti il Miur e i dirigenti scolastici. Un ultimo accenno sulla condizione in cui lavorano i dipendenti del Tpl. I nostri lavoratori garantiscono la sicurezza e vanno trattati con massima dignità e se parliamo di dimensionamenti deve essere tenuto conto della perdita di posti di lavoro. E quando parliamo di trasporto non parliamo solo di quello su gomma ma anche su rotaia".
Antonio Fenoglio: "L'Anav rappresenta 45 imprese private piemontesi e siamo esterrefatti di come questo governo regionale smantelli con una leggerezza incomprensibile il trasporto pubblico locale. A fronte di un taglio di oltre il 25% nel passato ci si chiede di aggiungerne uno ulteriore del 30%. Il fondo finora erogato dallo stato va integrato con il fondo perequativo. In alcune delle nostre aziende ci sono dipendenti che non hanno ancora percepito lo stipendio di dicembre.
Massimo Nobili: Condividendo quanto detto dai relatori che lo hanno preceduto aggiunge: " Non riusciamo più a sostenere tagli che sono stati applicati su un sistema che non deve tenere conto solo su Torino ma anche su valli e territori che possono essere raggiunti solo attraverso il trasporto su gomma. Sottoscritto un accodo con Trenitalia che mette in ginocchio il trasporto su gomma. Chiediamo di riaprire una tavolo di confronto su tutto quello che riguarda il trasporto pubblico locale. Ma chiediamo che invece di applicare questi tagli a giugno si possa fare quantomeno a settembre con la riapertura delle scuole. Serve una programmazione chiara anche sui pagamenti alle imprese. Non possiamo mettere in ginocchio le aziende dietro le quali stanno centinaia di lavoratori con le loro famiglie. Occorre sottoscrivere accordi programma per sottoscrivere contratti con le imprese. E' una partita complessa che non può essere ridotta solo ai tagli".
Nel corso dell'incontro è stata data la parola ad un rappresentante delle organizzazioni sindacali che hanno manifesto la loro forte preoccupazione per la situazione contingente: "Siamo ad un servizio ormai minimo e questi tagli rischiamo di mettere fine al Tpl". L'accusa maggiore portata dai sindacati è quella di una mancanza di programmazione da parte della Regione. "Fino ad ora - ha proseguito il portavoce - hanno solo parlato di tavoli di concertazione che non abbiamo mai visto ed ora siamo ai tagli. Siamo disponibili a pensare a delle riforme ma non tagli netti unilaterali. Qui siamo di fronte a una enorme perdita di posti di lavoro". Il 18 aprile è stato annunciato uno sciopero del trasporto pubblico.
Dopo l'incontro, i sindaci si sono trasferiti in piazza Castello dove il governatore Cota ha ricevuto una delegazione composta dai sindaci dei comuni capoluogo, dai rappresentanti delle province, di Confservizi e dall'Anav.
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