Smog: dagli ambientalisti una Lettera a Clini per evitare 420.000 morti l'anno
Le associazioni ambientaliste hanno inviato una lettera al ministro dell’Ambiente Clini in vista della riunione dell’Informal Council of European Union’s (EU) Environment Ministers su Qualità dell’aria e dell’ambiente urbano, che si terrà a Dublino il prossimo 22 aprile
08 April, 2013
“L’inquinamento atmosferico rappresenta uno dei problemi ambientali più rilevanti e riguarda non solo le aree urbane ma anche altre zone, a partire da quelle situate a ridosso di grandi complessi industriali o altre attività particolarmente inquinanti. Le città rimangono comunque le aree più critiche. Secondo il dossier Mal’aria di città 2013 di Legambiente, lo scorso anno ben 52 capoluoghi di provincia hanno superato il bonus di 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo stabilito dalla legge per le polveri fini (PM10). Situazione particolarmente grave evidenziata anche dal Rapporto OCSE del marzo 2013, che segnala che oltre il 50% delle città europee più inquinate si trova nel nostro Paese, con situazioni particolarmente critiche nella Pianura Padana”.
Le associazioni ambientaliste (Ambiente e lavoro, AmbienteScienze, Ambiente & sviluppo, Energia Felice, Eurosolar Italia, FAI, Genitori Antismog, Italia Nostra, INU, Isde, Legambiente, Lipu, Mantua Mothers, Movimento difesa del cittadino, Peacelink, Federazione nazionale Pro Natura, VAS Verdi ambiente e società, WWF) hanno inviato oggi una lettera al ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Corrado Clini e per conoscenza al ministro della Salute Balduzzi, in vista della riunione dell’Informal Council of European Union’s (EU) Environment Ministers su Qualità dell’aria e dell’ambiente urbano, che si terrà a Dublino il prossimo 22 aprile.
“Ogni anno – si legge nella lettera - secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre 420.000 persone muoiono prematuramente per cause legate all’inquinamento atmosferico e si stima una riduzione dell’aspettativa di vita fino a 24 mesi nelle aree più inquinate; stando ai limiti proposti dall'OMS per il PM2.5, se questo venisse rispettato nelle maggiori 25 città di tutta Europa, si avrebbe un risparmio di oltre 31 miliardi di euro all’anno, oltre i costi intangibili dell’aumentato benessere e dell’aspettativa di vita; l’inquinamento atmosferico danneggia la natura e le biodiversità a causa della deposizione di sostanze acidificanti ed eutrofizzanti oltre i valori di carico ammissibile degli ecosistemi sensibili in molte aree di tutta Europa. Solo nell’area padana viene stimata una riduzione di produzione agricola tra il 15% ed il 30% dovuto all’impatto dell’Ozono, degli Ossidi di Azoto e dei COV.
Gli interventi e le azioni volte a ridurre e contrastare l’inquinamento dell’aria sono richieste dalla grande maggioranza dei cittadini. In Italia la popolazione risulta essere la più preoccupata dall’impatto dell’inquinamento atmosferico, e per l’87% degli intervistati le autorità pubbliche non stanno facendo abbastanza per il miglioramento della qualità dell’aria nel nostro paese. Alla luce di quanto scritto è evidente che ogni ulteriore ritardo nelle politiche di riduzione dell’inquinamento atmosferico sia ingiustificato e inaccettabile. Per questo confidiamo in un impegno del ministro dell’Ambiente a supporto di tali azioni nel prossimo incontro del 22 aprile a Dublino e nei mesi a seguire”.
Tre proposte contro l'inquinamento
La lettera a Clini si chiude con le tre richieste condivise da oltre 60 associazioni ambientaliste europee in cui si chiede l’implementazione e il rafforzamento delle attuali norme europee sulla qualità dell’aria prevedendo misure più severe e limiti più stringenti sulla base delle più recenti raccomandazioni fornite dall’OMS; l’adozione di significativi impegni di riduzione delle emissioni nell’ambito della revisione della direttiva NEC, in particolare fissando limiti di emissione più stringenti e aumentando il numero di sostanze inquinanti a cui la direttiva si riferisce, aggiungendo anche il PM2,5 per il raggiungimento di “livelli di qualità dell’aria che non causino rischi per la salute umana e per l’ambiente” (Long-term obiective of the 6th EU Environment Action Programme); l’adozione di una normativa di settore che punti alla netta riduzione delle emissioni da tutte le fonti principali: trasporti (stradali, non stradali e navali), agricoltura e uso di solventi.