Torino, l'auto slow vince l’inedito “Trofeo 30 e lode” | Video
E’ l’auto elettrica ad aggiudicarsi il “Trofeo 30 e lode”, l’inedita gara organizzata a Torino in occasione del Treno Verde. Legambiente lancia l’appello per l’introduzione del limite 30 km/h in città
E’ l’auto elettrica ad aggiudicarsi il “Trofeo 30 e lode”, l’inedita gara organizzata a Torino in occasione del Treno Verde, la campagna promossa da Legambiente e da Ferrovie dello Stato Italiane realizzata con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in sosta fino a domani, venerdì 12 aprile, al binario I della stazione di Torino Porta Nuova. La competizione, tra la vettura “verde” e un’auto a benzina, dimostra come il limite dei 30 chilometri all’ora nelle strade urbane è un modo economico e democratico per migliore la qualità della vita delle persone: meno incidenti e più sicurezza nelle strade, minore congestione del traffico, significativa riduzione dell’inquinamento atmosferico ed acustico, maggiore possibilità di usare in sicurezza la bicicletta o andare a piedi. Tutta la popolazione ne trarrebbe vantaggio e in particolare i bambini, gli anziani e i disabili.
La partenza dell’originale competizione del Trofeo 30 e lode è stata alle 10.07 in corso Umbria 90, all’ingresso del Museo A come Ambiente, con l’arrivo alle 10.36 al binario I della stazione Torino Porta Nuova dov’è in sosta il convoglio ambientalista. I concorrenti, Enzo Lavolta, assessore all’Ambiente del Comune di Torino, salito a bordo dell’automobile elettrica Renault Twizy, e Leonardo Bizzaro, giornalista di Repubblica, che guidava invece una vettura a benzina sono in pratica arrivati nello stesso momento. Su un circuito cittadino di circa quattro chilometri l’auto teoricamente più veloce (quella che rispettava l’attuale limite a 50 orari imposto dal Codice della Strada per i centri urbani) ha impiegato 29’ 15” minuti. Mentre la più lenta (limite a 30 all’ora) ha accusato un ritardo dalla prima di appena 20 secondi. Venti secondi in più che, oggettivamente, non cambiano la vita di nessuno, ma di vite possono salvarne tante.
Il “Trofeo 30 e lode” è in realtà l’occasione per porre l’attenzione sulla necessità di rivedere le politiche di mobilità sulle strade cittadine: scelte strategiche che devono trasformarsi in una priorità per le amministrazioni locali e nazionali. Abbassare di venti chilometri orari la velocità dei veicoli in città, non solo può portare benefici in termini ambientali, ma può soprattutto evitare ogni anno la morte di quasi mille persone e il ferimento di circa 40 mila tra ciclisti e pedoni. Apparentemente c’è solo una controindicazione: l’aumento dei tempi di percorrenza. In realtà un’auto che si sposta in città rispettando il vincolo dei 50 all’ora piuttosto che un limite a 30 km/h guadagna al massimo qualche minuto. A Torino gli spostamenti in auto si effettuano in media a 26 km/h, a Genova a 25, a Roma a 23, a Milano a 22, a Napoli a 21 e a Palermo addirittura a 20. Le brusche accelerate appena c’è un tratto di strada libero e la guida aggressiva, infatti, non fanno diminuire in maniera significativa i tempi di percorrenza su un ordinario itinerario urbano. Lo dimostrano i rilevamenti effettuati dall’associazione ambientalista a Torino e lo stesso “Trofeo 30 e lode” di questa mattina. Inoltre, secondo un’elaborazione di Legambiente, la sostituzione di mille auto con motore a scoppio con altrettante elettriche garantirebbe un risparmio di 1350 tonnellate ogni anno di gas serra. Solo la sostituzione del 10 per cento dell’attuale parco auto determinerebbe la riduzione di 1000 tonnellate/anno di Pm10; 20mila tonnellate/anno di Ossido di Azoto; 275 ton/anno di benzene; 6milioni 70mila ton/anno di CO2. Questo ricordando che la priorità di una politica di mobilità elettrica sostenibile è la garanzia della provenienza dell’energia da fonti rinnovabili; contrariamente i vantaggi ambientali verrebbero annullati.
“L’introduzione di un limite di velocità più basso comporterà esclusivamente vantaggi, renderà le città più sicure e produrrà indubbi benefici dal punto di vista della riduzione della rumorosità, dell’inquinamento atmosferico, dei consumi di carburante – dichiara Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta -. In città come Torino è ormai dirompente la richiesta di una mobilità nuova, che metta al centro le persone e la vivibilità degli spazi urbani. Le amministrazioni devono saper intercettare questa voglia di cambiamento e supportarla con azioni tangibili. Le ristrettezze di bilancio non devono essere viste come un ostacolo ma come un incentivo per percorrere con decisione questa strada che porta, tra l’altro, benefici diffusi in termini economici grazie a minori costi sanitari, minor microconflittualità, un incremento del valore economico delle abitazioni e delle entrate economiche degli esercizi commerciali. Senza andare lontano, l’ha dimostrato l’esperienza positiva della zona 30 di Mirafiori Nord, che andrebbe ora replicata senza indugi in altre aree della città. Si tratta in ogni caso di azioni che per essere ancora più efficaci devono essere integrate con interventi volti ad aumentare anche le ztl, le aree a pedaggio, l’intermodalità e la promozione della mobilità sostenibile”.
Nel sollecitare un cambio di paradigma nella progettazione della mobilità urbana, Legambiente chiede all’amministrazione un impegno per contrastare fin da subito le infrazioni per eccesso di velocità, una delle principali cause di incidenti sulle strade urbane. In occasione dell’arrivo in città del Treno Verde l’associazione ambientalista ha effettuato su diverse strade la rilevazione delle velocità dei veicoli in transito. I sei punti di monitoraggio sono stati scelti in base alle segnalazioni raccolte sui social network di Legambiente che hanno indicato via Bologna, via Reiss Romoli, corso Massimo d’Azeglio, corso Einaudi, via Napione e corso Orbassano, come alcune delle strade più pericolose della città. La percezione dei torinesi è stata confermata dalle misurazioni effettuate tra domenica 7 e lunedì 8 aprile con un rilevatore di velocità: in tutte le strade monitorate i limiti di velocità vengono sistematicamente violati, con velocità di punta superiori più del doppio rispetto ai limiti. La velocità massima rilevata è stata di 105 km/h in via Reiss Romoli, dove il 92 per cento dei veicoli supera il limite fissato a 50 km/h. Nove automobilisti su dieci (il 91,55 per cento) supera i limiti anche in via Bologna, con punte di 102 km/h e una velocità media di 62,73 km/h. L’81,23 è fuorilegge anche in corso Orbassano dove la velocità media registrata è stata di 57,53 km/h.
Proprio l’alta velocità è una delle cause maggiori di incidenti sulle strade urbane. La stessa letteratura scientifica offre da diversi anni resoconti estremamente particolareggiati sul nesso velocità-mortalità. I neurologi spiegano che sopra i 30 all’ora i nostri sensi e le nostre percezioni si alterano, perdono nitidezza. Nonostante la maggiore consapevolezza, invece, ogni anno i numeri mettono in evidenza un vero bollettino di guerra. Secondo dati Istat-Aci, nel 2011 sulle strade urbane si sono verificati 157.023 incidenti (76,4% del totale), che hanno causato 213.001 feriti (pari al 72,9% del totale) e 1.744 morti (pari al 45,2% del totale). Tra i soggetti più coinvolti ci sono i pedoni. I dati sono inequivocabili: il semplice attraversamento di una strada espone il pedone a un rischio di infortunio elevatissimo. I pedoni morti sulle strade urbane nel 2011 sono stati 589, mentre i feriti 21.103. Fra questi vi sono in particolare gli anziani (96 i morti nel 2011 tra 80 e 84 anni). A Torino sulle strade urbane ci sono stati 3.522 incidenti, con un indice di mortalità dello 0,8 per cento (29 decessi). C’è da segnalare inoltre che sulle strade urbane italiane, rispetto al 2010, il numero di biciclette coinvolte in incidenti stradali con lesioni a persone è aumentato del 12%, con 282 morti e 16.406 feriti.
La città di Torino, tra l’altro, secondo i dati del XIX rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente, nonostante vanti un buon indice di mobilità urbana, si trova al terzultimo posto in Italia (insieme a Verona) nella classifica delle grandi città per quanto riguarda il tasso di motorizzazione per auto, con un indice di 60 vetture per ogni 100 abitanti. Peggio fanno solo Roma, con 70auto/100ab, e Catania 72/100. Anche rispetto alle zone a traffico limitato c’è da migliorare: per ora i cittadini del capoluogo piemontese possono contare solo su 0,27mq/abitante di Ztl contro gli 11,63mq/ab di Firenze, prima in Italia.
La modifica a livello comunitario dei Codici della Strada dei Paesi membri e l’introduzione del limite di velocità a 30km/h in tutti i centri abitati, con deroghe concesse soltanto a determinate arterie, è l’obiettivo di un’iniziativa popolare lanciata da associazioni, comitati, gruppi organizzati e singoli cittadini nei vari Paesi dell’Unione europea e vede come partner in Italia proprio Legambiente e il movimento #Salvaiciclisti, che peraltro hanno già promosso in Italia un’iniziativa analoga con la petizione #30elode. Obiettivo della campagna europea è quello di raccogliere un milione di firme nel giro di un anno per portare in Commissione e nell’Europarlamento una proposta di legge popolare che fissi il limite di velocità urbano a 30km/h. E il limite di velocità nei centri urbani sarà anche al centro anche della campagna nazionale per una #MobilitàNuova che si terrà a Milano sabato 4 maggio.
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