Rinnovabili termiche, per Amici della Terra sono sottostimate e subordinate alle elettriche
Questa la conclusione della quarta Conferenza nazionale organizzata da Amici della Terra in collaborazione con Carte: le rinnovabili termiche sono trascurate dalla politica, nonostante i consumi termici rappresentino il il 45% dei consumi totali di energia
15 May, 2013
Rinnovabili termiche, la cenerentola delle politiche energetico-ambientali italiane, con potenzialità di penetrazione nei consumi termici costantemente sottostimate dalle previsioni governative e politiche di promozione sempre ritardate o subordinate rispetto a quelle per le rinnovabili elettriche. E' il quadro emerso in occasione della quarta Conferenza nazionale per le rinnovabili termiche, organizzata da Amici della Terra in collaborazione con Carte (Coordinamento della Associazioni di impresa per le Rinnovabili Termiche e l'Efficienza energetica).
I consumi termici "rappresentano il 45% dei consumi totali di energia", dichiara Rosa Filippini, presidente di Amici della Terra, sottolineando che "le rinnovabili termiche - continua - rappresentano un'opportunità perché per la maggior parte sono già competitive e si sono affermate sul mercato senza incentivi, al contrario di quello che è accaduto per le rinnovabili elettriche". Impianti e apparecchi per l'utilizzo delle fonti rinnovabili termiche sono infatti spesso realizzati in filiere produttive nazionali con beneficio diretto in termini di ricadute occupazionali e professionalità.
Ma nonostante questi elementi - è stato sottolineato durante la Conferenza - la Strategia energetica nazionale (Sen), approvata con decreto ministeriale dal Governo uscente, non muta indirizzi e conferma le previsioni dei consumi di Fer termiche per il 2020 ad un valore di 11 Mtep, anche se i dati 2012 dimostrano che è già stato raggiunto il 10% di penetrazione delle rinnovabili nei consumi di energia termica, previsto dal Pan per il 2015.
Dalla Conferenza di Milano arrivano quindi suggerimenti su cui basare le linee strategiche per il futuro: sviluppare i quadri conoscitivi e le statistiche sui consumi di rinnovabili termiche, per far emergere i consumi ancora non contabilizzati e comprendere meglio il rilievo per l'economia nazionale delle diverse filiere tecnologiche; avviare azioni di informazione e comunicazione per famiglie e imprese al fine di promuovere e accelerare la diffusione delle rinnovabili termiche già competitive; rafforzare gli strumenti di regolazione come gli obblighi di integrazione delle rinnovabili negli edifici nuovi o ristrutturati e monitorare il rispetto degli obblighi da parte di Comuni e Regioni.
E ancora: utilizzare le risorse disponibili per gli incentivi nei segmenti di mercato in cui le rinnovabili termiche non sono ancora competitive e per le tecnologie innovative in chiave di politica industriale. Inoltre, è essenziale stabilizzare il regime delle detrazioni fiscali per gli interventi sugli edifici esistenti e varare finalmente il fondo di garanzia per gli investimenti nello sviluppo delle reti di teleriscaldamento.
"Ulteriori elementi di riflessione - continua Filippini - riguardano le penalizzazioni del mercato delle rinnovabili termiche che hanno la loro radice nelle distorsioni del sistema di incentivazione delle rinnovabili elettriche". E cita come esempio "la sovra-incentivazione delle biomasse legnose utilizzate per la produzione di sola elettricità senza recupero di calore, o il 'caro bolletta' elettrica che ostacola la diffusione delle pompe di calore elettriche in segmenti di mercato importanti come quelli degli edifici abitativi esistenti. Tutti elementi che hanno limitato lo sviluppo che avrebbero dovuto o potuto avere le rinnovabili termiche".
Questi ritardi e queste criticità rendono difficile uno sviluppo delle potenzialità delle rinnovabili termiche per il mercato italiano al 2020, che era stato stimato in circa 20 Mtep dagli Amici della Terra in collaborazione con le associazioni di settore. Per ripartire con il piede giusto, occorre cambiare passo ed elaborare fin da ora una strategia di maggior respiro con un obiettivo di penetrazione per le Fer termiche del 35 % al 2030.