Tariffa puntuale nelle grandi città è possibile: intervista ad Attilio Tornavacca (Esper)
La Giunta di Milano propone uno sconto per le Zone di decentramento che miglioreranno la raccolta differenziata. Intervista di Eco dalle Città ad Attilio Tornavacca, direttore generale ed amministratore delegato ESPER: «Se Milano intende veramente raggiungere il risultato di incentivare un cambiamento delle abitudini di conferimento dovrebbe introdurre un sistema di tariffazione puntuale»
18 June, 2013
La giunta comunale di Milano ha approvato il regolamento per l'applicazione della Tares. Previsto uno sconto per le Zone di decentramento che miglioreranno la raccolta differenziata.
La nuova proposta di regolamento che dovrà essere esaminato dal Consiglio comunale prevede che al fine del perseguimento degli obiettivi per il recupero, il riutilizzo ed il conferimento differenziato dei rifiuti, per ciascuna zona di decentramento saranno deliberate, a valere dall’anno successivo, riduzioni della parte variabile della tariffa fino a un massimo del 10%, in proporzione all’incremento di almeno il 20% dei risultati raggiunti certificati dal gestore del servizio e asseverati dal Consiglio di Zona.
Partendo da questa proposta Eco dalle Città ha intervistato Attilio Tornavacca, direttore generale ed amministratore delegato ESPER:
Ad eccezione dei casi riguardanti l'umido, è la prima volta che si pensa ad uno sconto in relazione ai risultati della raccolta differenziata dei cittadini?
No, non è la prima volta. È già successo. Un esempio è Bari (Japigia) dove è stato previsto uno sconto per i quartieri che superavano il 50% dei raccolta differenziata.
Cosa potrebbe fare una grande città per far pagare un tributo sui rifiuti più "puntuale"?
Potrebbe fare quello che fanno le grandi metropoli del Centro e del Nord Europa (ma anche la Francia dove diventerà obbligatoria dal 2014): la tariffazione puntuale. Si tratta di correlare il pagamento alla dimensione e alle frequenze di svuotamento del contenitore che viene affidato al singolo utente o al condominio. Se invece volessimo arrivare alla responsabilizzazione della singola famiglia anche questo oggi è possibile. Lo sta facendo Capannori con i sacchetti a pagamento dotati di trasponder ed il supporto tecnico della ESPER (lo stesso succede con sacchetti prepagati a Verbania e Trento ed in tante altri comuni). Tuttavia, andando per gradi, si può seguire l'esempio delle grandi città tedesche (come Berlino e Monaco di Baviera) che da più di 20 anni fanno pagare in base al numero di contenitori, alle loro dimensioni e alla frequenza di svuotamento (che in quel caso viene decisa all'inizio dell'anno). In questo modo il tributo è legato alla produzione dei rifiuti e non come avviene in Italia, ad un fattore indipendente dalla quantità (nel nostro caso i metri quadrati). Questo vale soprattutto per le utenze non domestiche: con la tariffa puntuale non si vanno a penalizzare quelle attività che in questo momento non producono rifiuti. Si tratta di un grosso problema, soprattutto in un periodo di crisi. I Comuni che stanno passando da Tarsu a Tares si stanno rendendo conto che si creano degli scompensi nella redistribuzione del costo del tributo. Se prima si andava a gravare su quelle utenze che avevano le “spalle più robuste” oggi con l'applicazione dei nuovi coefficienti si arriva ad aumento del 200-300% per alcune categorie di utenze (in particolare negozi di ortofrutta, bar e ristoranti).
La tariffa è stata anche definita “l'unica àncora di salvezza dalla Tares”. Cosa significa?
Il D.L. 201 dice chiaramente che i Comuni che hanno introdotto sistemi di tariffazione puntuale della quantità di rifiuti possono disapplicare la Tares per applicare una tariffa-corrispettivo. Chi era già a tariffazione può mantenerla, l'unica cosa che deve fare è aggiungere i 30 centesimi al metro quadro che sono stati introdotti con la Tares. Per il resto possono mantenere l'IVA e tutte le modalità che avevano prima. La stessa cosa vale anche per i nuovi Comuni che introducono sistemi di tariffazione puntuale. Qualcuno ha sollevato alcune obiezioni su questo punto ma si tratta di un principio previsto dalla normativa europea (preminente su quella nazionale) che richiede di applicare il principio comunitario “chi inquina paga” espressamente tutelato nelle Direttive comunitarie 2006/12/CE e 2008/98/CE sui rifiuti.
Quali sono stati i risultati dell'esperienza di Bari Japigia?
I risultati dello sconto applicato nell’intero quartiere Japigia non sono stati molto soddisfacenti. Lo sconto non ha determinato un maggiore impegno da parte dei cittadini. Anzi, come hanno scritto alcuni cittadini nei giornali locali “è sbagliato applicare lo sconto a tutti perché solo alcuni si stanno impegnando per la raccolta differenziata”. Lo sconto venne infatti fatto a tutti e non si tenne conto del fatto che nello stesso quartiere c'erano utenti che si impegnavano per rispettare le regole della differenziata ed altri che spostavano su strada i bidoni. Succedeva che si comporta bene si sentiva preso in giro e chi non si comportava correttamente non percepiva alcuno stimolo per cambiare veramente abitudini. Facendo uno sconto ad un intero quartiere non ci si può infatti attendere un cambiamento delle abitudini personali. Nel caso di Japigia non venne operato alcun intervento sanzionatorio nei confronti di chi non rispettava le nuove regole di conferimento.
Cosa consiglierebbe all'amministrazione milanese per rendere efficace la proposta?
Se intende veramente raggiungere il risultato di incentivare un cambiamento delle abitudini di conferimento dovrebbe introdurre un sistema di tariffazione puntuale. A Milano è possibile perché è una Città che è caratterizzata dalla raccolta domiciliare (anche se la raccolta secco-umido non è ancora stata estesa a tutto il territorio) e potrebbe quindi abbastanza semplicemente la tariffazione puntuale dotando ogni bidone del residuo di chip per l’identificazione (ormai costano così poco che vengono utilizzati perfino su sacchetti a perdere).