MobilitàNuova e il rapporto Isfort: "I ciclisti ci sono. Quel che manca è la visione politica"
Abbiamo chiesto a Matteo Dondé (Salvaiciclisti e Mobilitànuova) un commento sull'ultimo rapporto Isfort, da cui emerge, ancora una volta un quadro poco incoraggiante per la mobilità sostenibile. Eppure in Europa c'è chi punta ad avere una quota di spostamenti in auto inferiore al 20%. Ed è la città della BMW...
20 June, 2013
Ancora una volta la mobilità dolce esce massacrata dai sondaggi di Isfort. E dire che tutto farebbe pensare al contrario: il calo dei consumi di carburante è consistente e documentato dall'Unione Petrolifera (fino al 20% in meno rispetto al 2011), i trasporti pubblici continuano a perdere punti sia sul piano dell'offerta che (spesso di conseguenza) dell'utenza... perché gli Italiani fanno così tanta resistenza a salire in sella? In parte, è vero, è una questione di distanze, come abbiamo visto: gli spostamenti lavorativi che avvengono verso comuni diversi da quello in cui si vive sono in aumento. Ma non tanto da giustificare percentuali di share modale così basso, con un crollo notevole oltretutto. Anche fra il 47,7% di persone che lavorano nel comune di residenza la bicicletta è decisamente marginale. Abbiamo chiesto un commento a Matteo Dondé, eperto in pianificazione della mobilità ciclistica e moderazione del traffico per Salvaiciclisti e per la Rete Mobilità Nuova. Come altri colleghi in passato, sui risultati del sondaggio solleva qualche perplessità. Ma in assenza di altri studi mirati, si lavora sui dati disponibili...
"Basta osservare una città come Milano (ma anche Torino, Roma, Bologna, etc) per vedere un numero di ciclisti sempre più elevato percorrere le strade urbane, nonostante l'assenza di percorsi ciclabili continui e ben riconoscibili - fa notare l'esperto. "Ciò che realmente manca in Italia è la comunicazione, specie da parte della politica, rispetto ai vantaggi dell'uso della bicicletta o di altri mezzi alternativi all'automobile, la capacità di mostrare una visione e di renderla allettante. Non è un caso che a Vienna per Velo-city non ci fosse nessun rappresentante della politica italiana! Mentre il vicesindaco di Vienna, Maria Vassilakou, ha aperto i lavori dicendo che l’obiettivo della capitale austriaca è di diventare leader dell’era post fossile e che “Garantire la migliore qualità della vita per i bambini deve essere l’obiettivo primario: i bambini sono il nostro futuro e solamente se cresceranno in un ambiente sano e accogliente potremo avere domani degli adulti responsabili”.
E non c'è solo Vienna. "Hep Monatzeder, vicesindaco del comune di Monaco, ha raccontato del progetto di marginalizzare l’uso dell’automobile proprio nella città della BMW: obiettivo è arrivare nel 2025 ad avere la quota di spostamenti in automobili in centro città al di sotto del 20% includendo nella quota anche taxi e auto in condivisione (oggi sono al 27%). Per raggiungere l’obiettivo, la città ha destinato alla ciclabilità solamente nell’ultimo anno circa 10 milioni di euro, un quarto dei quali sono stati utilizzati per attività di comunicazione rivolte alla cittadinanza.
Ecco, io credo che il problema principale rispetto allo sviluppo della ciclabilità in Italia, tanto arretrato rispetto agli altri paesi europei, stia proprio nella mancanza di questa visione, nella capacità di raccontare ai propri cittadini perchè sia conveniente, sotto tutti gli aspetti, muoversi in maniera alternativa all'automobile, anche con investimenti significativi".
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