Greenpeace: Enel, una tonnellata di CO2 al secondo. Attivisti in azione a Civitavecchia.
Una ventina di attivisti di Greenpeace ha protestato pacificamente contro il carbone aprendo in mare, di fronte alla centrale termoelettrica Enel di Civitavecchia, uno striscione galleggiante di 1.500 metri quadri con la scritta “NO AL CARBONE, QUIT COAL”. L’azione dimostrativa di Greenpeace giunge alla vigilia della prima Giornata internazionale di mobilitazione contro il carbone e lancia la Classifica Grandi Inquinatori 2012.
28 June, 2013
“End the Age of Coal” è lo slogan che segnerà nella giornata del 29 giugno la protesta contro il carbone, in tutto il mondo, ed è la prima manifestazione unitaria di un movimento che, in ogni angolo del Pianeta, chiede di consegnare al passato una fonte energetica pericolosa per la salute e il cui utilizzo è il primo fattore di alterazione del clima.
Per questi motivi, la mattina del 28 giugno gli attivisti di Greenpeace hanno protestato pacificamente presso la centrale a carbone Enel di Civitavecchia, lanciando la Classifica Grandi Inquinatori 2012 che rende noti i nomi di chi, in Italia, sta contribuendo alla distruzione del clima planetario e ricordando che Enel è al 1° posto.
La classifica infatti rende note le emissioni di anidride carbonica dei grandi gruppi industriali nell’anno trascorso ed è realizzata con i dati dell’istituto Carbon Data Market. Come succede da anni, sottolinea Greenpeace, Enel si conferma ancora una volta l’azienda italiana più pericolosa per il clima: infatti, con 38 milioni di tonnellate di CO2 emesse in un anno (8,2 in più rispetto alle quote assegnate all’azienda e 1,2 in più rispetto all’anno precedente), Enel detiene un primato negativo difficilmente avvicinabile. Secondo quanto afferma Greenpeace, Enel da sola, in termini di emissione di anidride carbonica, vale quasi quanto le principali 5 aziende produttrici di elettricità sue concorrenti; vale ben oltre le emissioni del comparto dell’acciaio e del cemento messi insieme; rappresenta circa il 30% dell’intero settore termoelettrico ed emette circa il 70% in più di CO2 dei grandi gruppi di raffinazione.
“Tra il 2011 e il 2012 Enel in Italia ha prodotto il 5,7% in meno di elettricità, ma è riuscita ugualmente ad aumentare le sue emissioni di CO2. Perché utilizza sempre più carbone” afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. “È giunto il momento di cambiare e il governo, che controlla direttamente Enel, deve assumersi le sue responsabilità: rimuovere immediatamente il management che sta fallendo su tutti i fronti, ambientale, economico e finanziario, e imprimere una svolta per archiviare il carbone investendo su rinnovabili ed efficienza”.
Greenpeace chiede a Enel di dimezzare la sua produzione a carbone entro il 2020 e di azzerarla al 2030, di rinunciare ai progetti di nuove centrali a carbone e di sostituire la sua produzione a carbone con fonti pulite e rinnovabili.
Il 29 giugno, a Civitavecchia, si svolgerà uno degli eventi per #endtheageofcoal per dire no al carbone: un corteo di biciclette partirà alle ore 11.00 dalla stazione di Civitavecchia, per raggiunger Piazzale degli Eroi, dove saranno allestiti spazi espositivi e attività ludiche per bambini. In serata verrà proiettato il corto "Uno al Giorno" e interverrà Andrea Boraschi (Responsabile Campagna Energia e Clima - Greenpeace Onlus). Oltre ai volontari di Greenpeace saranno presenti anche altri comitati e associazioni: Nessun dorma, Forum ambientalista, NoCoke alto Lazio, Comitato senza paura, M.A.R.A. (Malattie ambientali e reciproco aiuto), Medici per l'ambiente (ISDE), Asud e Comitato Antidiscaricallumiere Allumiere.