Erasmo D’Angelis: Milano modello nazionale per la mobilità sostenibile
Palazzo Marino gremito alla presentazione delle linee guida del Pums (Piano urbano mobilità sostenibile). Pisapia: piano atteso da 10 anni, vogliamo lasciare alle nuove generazioni una Milano migliore. Il Sottosegretario ai Trasporti D'Angelis elogia Milano come esempio da seguire per l’Italia. Maran: stiamo facendo un grande sforzo, con meno fondi statali. Berrini, AMAT: il profilo tecnico e un quadro dati chiaro sono la base di questo Piano, che verrà condiviso dalla città
03 July, 2013
Palazzo Marino, 3 luglio 2013
Milano 3 luglio. Forte partecipazione alla presentazione del processo di elaborazione del Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile) al Comune di Milano, con la presenza del Sindaco Pisapia, del Sottosegretario ai Trasporti e Infrastrutture Erasmo D’Angelis, degli assessori milanesi Maran e Tajani (Lavoro, sviluppo e ricerca) e del presidente del Consiglio comunale Rizzo.
Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile è riconosciuto dalla Commissione Europea quale strumento strategico per il raggiungimento di risultati nel campo della mobilità sostenibile ed è condizione premiante per l’accesso ai finanziamenti comunitari. La Commissione Europea ha elaborato le linee guida per l’elaborazione dei PUMS (SUMP, Sustainable Urban Mobility Plan).
Il Sindaco Pisapia ha dichiarato che il Pums è atteso da oltre 10 anni e colma un vuoto antico sui temi della mobilità sostenibile, del traffico, dell’inquinamento ambientale e della sicurezza stradale dei cittadini. "Il nostro obiettivo è quello di lasciare alle nuove generazioni una città più efficiente da tutti i punti di vista, anche sul piano dei trasporti e dell’ambiente”.
Maran ha rivendicato gli sforzi e i successi di Milano nel campo della mobilità sostenibile, ricordando come in alcuni settori si possa fare ancora tanto, ma si trovino ostacoli non facili da superare. “Il contributo pubblico da parte di governo e regione è sceso dal 53% al 42% negli ultimi tre anni. Milano sta facendo i salti mortali per tenere l’abbonamento del trasporto pubblico al prezzo attuale”. Per incrementare ancora le piste ciclabili e la ciclabilità, occorrerebbe una segnaletica più snella e “low cost” che però non si concilia con alcune prescrizioni del Codice della Strada. Per l’occasione il Comune ha presentato “Milano in bicicletta 2013”, una mappa aggiornata a giugno e dettagliatissima, sull’attuale rete ciclabile dell’area urbana di Milano, con piste bidirezionali, monodirezionali, nei parchi e in costruzione, oltre agli scambi intermodali con treni, metro e passante.
L’Assessore Tajani ha illustrato come gli aspetti economici del processo di condivisione del Pums s’intreccino con il progetto di Milano Smart City e ha ricordato i 12 progetti presentati al Ministero Istruzione Università e Ricerca, per un ammontare complessivo di circa 170 milioni di euro.
Dichiarazioni importanti dal Sottosegretario D’Angelis, secondo cui Milano rappresenta oggi il modello nazionale per la mobilità sostenibile urbana: “un’eccellenza, in un momento così difficile, con il crollo di questi anni del trasporto pubblico a livello nazionale”.
D’Angelis ha ricordato le carenze storiche dell’Italia nelle politiche di mobilità. "Se Milano è comunque la prima città italiana nel trasporto pubblico, con una rete metropolitana di circa 100 km, resta solo al 16° posto, a livello europeo. C’è ancora tanto da fare".
D’Angelis ha poi evidenziato l’aspetto della sicurezza legato alla mobilità sostenibile. "L’Italia ha ancora un numero di 4.000 morti annui per incidenti stradali, il 70% dei quali in area urbana. L’ultimo anno ha registrato poi 400 ciclisti e 600 pedoni morti investiti, un dato gravissimo che dobbiamo contrastare".
Maria Berrini, direttrice di AMAT (Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio), ha rivendicato infine lo sforzo notevole che il Comune ha fatto per dare al Pums una base tecnica e scientifica molto forte e un quadro chiaro dei dati. AMAT ha delineato uno studio di partenza da cui emergono i punti di forza – “AreaC ha funzionato” – e quelli ancora di debolezza – una città ancora “autocentrica” anche nelle piccole distanze, una logistica urbana merci trascurata per anni.