Riparte la mappa anti-rumore: tetti ai decibel in tutte le zone
Palazzo Marino ci riprova dopo il tentativo a vuoto della giunta Moratti: il piano cittadino contro l'inquinamento acustico è pronto per essere approvato entro l'estate. Milano classificata in 5.525 zone e sei classi acusticamente omogenee. Da un minimo di 40 ad un massimo di 70 decibel. Individuati 140 punti critici - da Repubblica.it del 10.07.2013
11 July, 2013
di Ilaria Carra
Pur inseguendola da anni, una mappa così Milano non l’ha mai avuta. Dal 2001 si sono fatti almeno cinque tentativi per censire i limiti di decibel e contrastare così l’inquinamento acustico in città. La giunta Moratti portò molto avanti l’iter, ma non riuscì a completarlo. E ora il piano di zonizzazione acustica è pronto per essere approvato dal Comune entro l’estate. Ed è con le nuove regole che dovranno essere insonorizzati i 140 punti critici individuati, zone dalla convivenza sonora molto difficile.
Dopo un lavoro di mesi degli uffici che hanno raccolto le osservazioni della città, il piano è stato licenziato dalla giunta e arriverà presto in consiglio comunale. Milano è stata classificata in 5.525 zone, ognuna suddivisa in sei classi acusticamente omogenee con un limite di rumore preciso. La prima classe include 46 zone: «aree particolarmente protette» con la soglia più bassa di decibel, 50 di giorno (dalle 6 alle 22) e 40 di notte. L’ultima classe, la sesta, classifica le aree «esclusivamente industriali»: (solo) cinque isolati dove è lecito il massimo del rumore perché nessuno ci vive, cioè 70 decibel, sempre. A metà classifica rientra invece la stragrande maggioranza dei quartieri: la classe più popolata è la quarta, con 3.286 «aree a intensa attività umane», in cui vive il 60 per cento dei milanesi. È qui che il tetto è di 65 decibel di giorno e 55 la notte: vi rientra tutto il centro storico e anche aree della movida come l’Arco della Pace e la parte esterna del distretto Navigli, mentre la parte interna invece è in classe III, come altre 1.708 zone «di tipo misto» dove si può far rumore fino a 60 decibel di giorno e 50 di notte.
La seconda classe (314 zone) include aree «prevalentemente residenziali»: quasi tutti i parchi cittadini, da Trenno al parco Lambro, a eccezione del parco della Cave che ha addirittura lo spicchio centrale in classe 1 perché molto pregiato per gli ecosistemi da tutelare. In generale, come regola, tra due zone confinanti non può esserci uno sbalzo di limiti di decibel superiore a 5. Altrimenti, tutelare certe zone protette non avrebbe senso, se intorno il rumore è alto. Ed è da questa prescrizione che i tecnici hanno rilevato 277 coppie di aree dalla vicinanza impossibile: almeno una delle due, quella dal rumore più alto — i 140 luoghi fuorilegge — dovrà abbassare l’inquinamento acustico.
Una volta approvato il piano, scatterà la seconda fase: il risanamento acustico. Chi procura troppo baccano, dovrà silenziarsi: dai pannelli fonoassorbenti a materiali insonorizzanti, i proprietari di ditte e attività dovranno rispettare i limiti. Per ogni zona si individueranno i tempi e le azioni necessarie. Per strade e tram rumorosi saranno l’amministrazione e Atm a doverci pensare.