Piemonte e smog, ben lontani dalla grazia: un “quid pro quo” tecnico alla base della presunta archiviazione
Dopo la smentita della Direzione Generale Ambiente di Bruxelles sulla presunta archiviazione della procedura aperta contro l’Italia a causa dello smog, le spiegazioni del Settore Affari Europei della Regione:“Procedura chiusa per essere riaperta, perché fosse più efficace". E i 70 milioni di euro? “Una stima fatta in Regione”
12 July, 2013
Piemonte graziato titolava La Stampa. Secondo quanto dichiarato dalla Regione Piemonte al quotidiano, la procedura aperta nel 2009 a carico dell’Italia per il superamento delle polveri sottili sarebbe stata archiviata. E, assieme alla procedura, sarebbe stata archiviata anche una pesante sanzione da 70 milioni di euro, dei quali 16 sarebbero stati a carico della Regione Piemonte. “Questa decisione non deve però farci abbassare la guardia, perché” dichiarava l’Assessore Ravello nell’articolo. "La procedura potrebbe essere riaperta".
La smentita ci è arrivata, categorica, dalla Direzione Generale Ambiente di Bruxelles. “Nessuna procedura di infrazione è stata chiusa, e mai si era giunti al punto di quantificare la sanzione eventuale”. Un quid pro quo?
“L’archiviazione c’è, ed è stata decisa il 19 giugno – ci rispondono gentilmente dal Settore Affari Esteri della Regione Piemonte, di stanza a Bruxelles – ma l’hanno fatto proprio per renderla più efficace. Con la sentenza della Corte di Giustizia della scorsa primavera (in allegato), l’infrazione non sarebbe mai sfociata in multa. E, intelligentemente, si è detto ‘Questo binario è morto, ricominciamo da capo’. La procedura è stata archiviata per essere riaperta. In ogni caso la decisione è esclusivamente di natura tecnica. Non è che abbiano riconosciuto che il problema smog non c’è più. La sentenza della Corte lo riconosce eccome, ma lamenta l’approccio general generico della Commisisone”.
Ma la storia dei 70 milioni di euro? Se la multa non era mai nemmeno stata quantificata, come si è arrivati a dire che il Piemonte ha risparmiato 16 milioni (cit dall’articolo)?. “La cifra indicata nell’articolo è una stima che abbiamo fatto assieme all’Assessore Ravello – spiega il Responsabile dal Settore Affari Europei, Davide Donati - sulla base dei parametri che di solito vengono adottati quando si tratta di comminare sanzioni che si riferiscono a fatti che vanno parecchio indietro nel tempo. La multa resta comunque una spada di Damocle, che noi abbiamo quantificato attorno a quella cifra”.
Per la Direzione Generale Ambiente inoltre, questa “archiviazione fantasma” non sarebbe altro che una misura tecnica presa per rispetto del protocollo. “Nessun vizio di forma – replicano da Bruxelles – Alla base dell'equivoco c'è la nostra decisione di integrare la procedura aggiungendo un nuovo articolo, la cui violazione permette di ipotizzare non solo una somma forfettaria per il passato (come avviene ora) ma anche una penalità giornaliera, mensile o annuale per il futuro. Per rispettare i diritti della difesa, dato che abbiamo aggiunto un nuovo "capo di imputazione") all'Italia è stata indirizzata una lettera che chiede conto delle misure adottate per far fronte al superamento sistematico dei valori limite, dando due mesi di tempo per rispondere; l'Italia ha chiesto una proroga, che scade il 18 luglio”.