Milano, aumento abbonamenti. Croci: "Così non va"
Questi aumenti delle tariffe del trasporto pubblico, che in particolare colpiscono gli abbonamenti mensili e annuali, sono criticabili nella forma e nel merito. Decisi ad agosto, senza nessun dibattito, in contraddizione con l’obiettivo di ridurre il traffico delle auto - dal blog di Edoardo Croci
06 August, 2013
Edoardo Croci
Questi aumenti delle tariffe del trasporto pubblico, che in particolare colpiscono gli abbonamenti mensili e annuali, sono criticabili nella forma e nel merito. Nella forma perché decisi nel mese di agosto senza nessun dibattito pubblico, senza un confronto tra scelte alternative per far aumentare i ricavi del trasporto pubblico e senza neppure coinvolgere la Consulta per i cinque referendum ambientali.
Criticabili nel merito perché in contraddizione con l’obiettivo dichiarato dell’Ammnistrazione Pisapia di puntare sull’aumento del trasporto pubblico e sulla riduzione del traffico auto, e quindi dello smog, come chiesto dai referendum su ambiente e qualità della vita votati dai milanesi nel giugno 2011. In particolare il fatto di aumentare il prezzo degli abbonamenti porterà alla rinuncia dei mezzi pubblici da parte di un certo numero di utenti e a restituire così un vantaggio competitivo all’auto.
Confrontando Milano con altre città europee, mi viene in mente Lione, sono ancora troppo pochi gli abbonati ai mezzi pubblici rispetto a chi utilizza il biglietto singolo e quindi, semmai, bisognerebbe realizzare politiche di favore per chi utilizza gli abbonamenti. Questo perché chi ha in tasca un abbonamento tende a usare il trasporto pubblico sia per andare a lavorare sia per altre ragioni e, progressivamente, abbandona l’auto per gli spostamenti in città.
Un altro punto delicato di contraddizione riguarda Area C: i ricavi del ticket dovrebbero proprio essere destinati al potenziamento del trasporto pubblico, dovrebbero insomma servire a rendere meno necessari i rincari di biglietti e abbonamenti.
Da ultimo due aspetti: il primo è che la giunta Moratti non ha mai fatto aumenti nel settore del trasporto pubblico e da questo punto di vista il confronto con l’attuale giunta è impietoso. Il secondo è che, prima di pensare all’aumento dei biglietti, bisognerebbe rendere più efficiente Atm: studi, commissionati dall’azienda stessa, indicano che nel confronto con una serie di città europee la produttività del lavoro di Atm risulta inferiore.
Il tema della mobilità sostenibile risulta essere in cima agli obiettivi espressi dall’Amministrazione Pisapia. Questi passi indietro, anche se giustificati dalle ristrettezze di bilancio, rischiano di far tornare in auge il partito dell’auto.
(Dal blog Milanesi di Edoardo Croci)
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