Roma: 2.000 bici con Greenpeace per salvare l'Artico
Il 15 settembre a Roma 2.000 difensori Artici hanno pedalato con Greenpeace per chiedere un Santuario globale al Polo Nord.
16 September, 2013
Orsetti polari, biciclette e palloncini hanno riempito il 15 settembre Piazza del Colosseo a Roma per la prima pedalata polare della storia organizzata da Greenpeace per in più di 110 città di 36 Paesi del mondo per la campagna Save The Arctic. Nella Capitale italiana, centinaia di Difensori Artici hanno pedalato nei luoghi più iconici della Capitale insieme al Gruppo Locale Greenpeace di Roma per chiedere di fermare le trivellazioni petrolifere dei giganti del petrolio come Shell e Gazprom. In Italia hanno aderito anche Bari, Catania, Milano, Napoli e Verona
"Con questa pedalata abbiamo portato i Difensori dell’Artico sulle strade di tutto il mondo per ricordare a Shell e agli altri giganti del petrolio che il movimento Save the Arctic sta crescendo e non si fermerà finché non cesseranno i piani di trivellazione al Polo Nord", ha affermato afferma Cristiana De Lia, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia.
"L’Artico è importante per il clima terrestre e deve essere protetto per non mettere a rischio tutti gli abitanti del nostro pianeta".
A unirsi ai paladini dell'Artico romani, per sottolineare insieme a Greenpeace l'importanza di difendere questo fragile ecosistema, anche l'assessore alla Mobilità del comune di Roma, Guido Improta che ha aperto la pedalata. Mentre l'attore Paolo Briguglia, testimonial dell’evento, è salito in sella alla sua bicicletta per chiedere un santuario globale per l'Artico.
L’iniziativa del 15 settembre si è svolta in prossimità del raggiungimento del livello minimo annuale dei ghiacci artici. Nel 2012 è stato raggiunto il triste record del minimo storico dei ghiacci e, anche quest’anno, gli scienziati prevedono un nuovo allarmante livello che potrebbe essere tra i cinque più bassi della storia. A minacciare l’Artico, sottolinea Greenpeace non sono solo i cambiamenti climatici: l’assenza di ghiaccio ha aperto nuove vie di transito per la ricerca e l’estrazione di petrolio a latitudini estreme scatenando una vera e propria corsa all’oro nero.
"I ghiacci dell’Artico si stanno sciogliendo rapidamente davanti agli occhi di tutti: dove prima c’erano vaste distese di ghiaccio, ora c’è il mare aperto e le piattaforme delle compagnie petrolifere senza scrupoli stanno avanzando. Questa - ha concluso De Lia - è un’emergenza planetaria e noi non staremo a guardare".