Gerbido: in funzione anche la seconda linea. Arpa: "Violate le procedure ma non c'è stato impatto ambientale"
Dopo gli episodi di malfunzionamento registrati nella fase di avvio dell'inceneritore del Gerbido sono stati auditi in Regione TRM, Arpa Piemonte e Ato-R. Nelle stesse ore TRM ha reso noto che è stata avviata a metano anche la linea 1 dell’impianto
17 September, 2013
Il termovalorizzatore del Gerbido a Torino, e in particolare alcuni episodi di malfunzionamento nella fase di avvio, sono stati oggetto, lunedì 16 settembre, dell’audizione presso la Commissione Ambiente regionale di Trm, Arpa Piemonte e Ato-R Torino. Le richieste di approfondimento si sono concentrare su tre episodi che hanno causato il fermo dell’impianto: il blackout del 2 maggio, a causa delle forti piogge; lo sforamento del livello di polveri sottili nel camino, nei giorni 10 e 11 luglio, a causa del malfunzionamento della valvola di bypass del filtro a maniche.
"Il 1° maggio l’impianto è stato avviato in esercizio provvisorio per 12 mesi. È fisiologico che in questo periodo possano verificarsi anomalie di funzionamento”, ha spiegato l’amministratore delegato di Trm, Bruno Torresin. “Abbiamo sempre adottato un principio di precauzione: in caso di anomalie si dispone lo spegnimento dell'impianto, per la tutela del territorio e dei cittadini. Gli episodi non preoccupano né per la funzionalità del termovalorizzatore né per l’ambiente. Stiamo arrivando, secondo le nostre valutazioni, a una gestione ottimale dei problemi anche in collaborazione con altri soggetti”.
Per Angelo Robotto, direttore di Arpa, “ci sono state violazioni delle procedure operative, Trm si è impegnata a rivederle e a formare adeguatamente i tecnici nella gestione dei malfunzionamenti. Gli episodi di maggio e luglio sono stati affrontati mal gestendo l’impianto, in violazione delle prescrizioni autorizzatorie. Ma tali eventi non preoccupano dal punto di vista ambientale e della salute: i dati di superamento dei limiti delle polveri sottili sono confrontabili con quelli rilevati nello stesso periodo dell’anno precedente”.
“L’obiettivo del superamento delle discariche si sta via via realizzando” ha infine concluso Paolo Foietta, presidente di Ato-R. “L’impianto è capace di smaltire 500 mila tonnellate a regime e copre l’80% delle necessità. Perciò, a oggi, non esiste emergenza rifiuti a Torino, neanche in caso di ritardi del termovalorizzatore”.
Richieste di chiarimento su altri aspetti del ciclo di smaltimento sono arrivate dai consiglieri Nino Boeti e Davide Gariglio (Pd), Davide Bono (M5S), Monica Cerutti (Sel), Andrea Stara (Insieme per Bresso). In particolare il consigliere Bono ha lamentato “l’assenza di rilevazioni sulle diossine, pericolose per la salute umana”.
“Non ci sono giorni sufficienti per il monitoraggio della diossina, sarà fatto a regime” ha spiegato Antonella Pannocchia, responsabile della divisione Arpa di Torino. “Abbiamo anche identificato l’azienda che in zona Nord causava cattivi odori” ha aggiunto rispondendo a un’altra domanda “e abbiamo richiesto che si mettano in regola. In zona Sud sono potenzialmente molti gli impianti che possano causare odori, stiamo ancora facendo verifiche”. All’audizione era presente anche l’assessore regionale all’Ambiente Roberto Ravello.
Nelle stesse ore TRM ha reso noto che "è stata avviata a metano la Linea 1 dell’impianto; successivamente, inizierà ad essere alimentata a rifiuti. A quel punto, saranno quindi operative due linee di combustione su tre". Dopo lo stop all'impianto avvenuto ad agosto, infatti, lo scorso 5 settembre è stata riavviata a metano la linea 2 dell'impianto. "Come già abbiamo avuto modo di ribadire in passato -precisa la nota stampa di TRM- in questa fase di esercizio provvisorio dell’impianto (maggio 2013 – aprile 2014) è fisiologico che momenti di attività possano alternarsi a momenti di fermo, perché il principio di precauzione adottato da TRM richiede di interrompere immediatamente l’attività dell’impianto al presentarsi di qualunque anomalia di funzionamento, informando contestualmente dell’accaduto gli Enti deputati al controllo e le Istituzioni del territorio. Durante il periodo di prova l’impianto è naturalmente sottoposto a tutti i controlli da parte degli Enti preposti a totale garanzia della salvaguardia dell’ambiente e della popolazione".