Ogni bus turistico pagherà 50 euro
Via libera del Comune all’eco-pedaggio obbligatorio per tutti i pullman che ogni giorno entrano in città Nessuna eccezione: toccherà anche ai mezzi che trasportano i tifosi e quelli che parcheggiano in periferia - dalla Stampa 20.09.2013
20 September, 2013
Emanuela Minucci
Qualche settimana fa il sindaco Fassino, rivolgendosi alla sua maggioranza, è stato piuttosto tranchant: «Vogliamo dare un’accelerata a questo eco-pass per i bus turistici»? Detto, fatto. Ieri la commissione Ambiente presieduta da Marco Grimaldi di Sel (il primo ad avere l’idea di applicare anche a Torino quella tassa ambientalista ai pullman che invadono il centro città) ha di fatto licenziato quel progetto che nel giro di un mese dovrebbe essere approvato dalla giunta. Portando nelle casse comunali qualcosa come 4 milioni di euro l’anno. Sì, perchè dall’eco-tassa non sarà risparmiato alcun pullman: compresi quelli che trasportano i tifosi, e che da soli sono circa 10 mila.
La lezione della Sindone
E sempre ieri tutti i consiglieri sono stati d’accordo (c’era anche la commissione Viabilità presieduta da Carretta) ad abbinare alla nuova vocazione turistica della città e capitale dei grandi eventi - una compensazione ambientale. Una versione riveduta e corretta (ma soprattutto fissa) della tassa decisa per l’ultima ostensione della Sindone, quando il Comune decise di chiedere ai bus di pellegrini un ticket da 30 a 50 euro a seconda della motorizzazione del bisonte, e di destinare il ricavato a iniziative ambientali.
50 euro a pullman
Quanto chiedere ad ogni bus turistico è già deciso: 50 euro per ogni ingresso, da pagare «on line» sul portale di Palazzo Civico, così come già avviene in città come Firenze. E se fino a qualche settimana fa si pensava che il «balzello»poteva essere azzerato scegliendo di lasciare il bus in uno dei parcheggi a pagamento in periferia (Stura, Caio Mario, Venchi Unica) ieri il presidente Grimaldi e i consiglieri hanno proposto di far pagare tutti, anche coloro che non arriveranno in centro.
Emissioni sotto controllo
La delibera è quasi pronta e l’obiettivo è mandarla in Sala Rossa a ottobre, così da cominciare a incassare qualcosa in vista delle partite, e delle grandi mostre dell’autunno (da Artissima a Renoir). «Il turismo è una delle nuove vocazioni della città, e noi vogliamo promuoverla» spiega l’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta. «Però questi turisti generano un surplus di popolazione che genera un impatto: usa i mezzi di trasporto, le aree verdi. L’idea è che quest’impatto possa essere armonizzato da una piccola quota che serve a tutelare e migliorare il territorio».
Così in Italia
Torino in ogni caso non sarà la prima città d’Italia a inventarsi l’eco-tassa. A Bologna si paga da 40 a 50 euro a Firenze da 180 a 270 euro, Milano 5,20 euro l’ora a Palermo 30 euro a Roma da 40 a 190 euro. Poi si arriva al record di Venezia (da 280 a 470 euro). Poi ci sono le piccole città turistiche, che alzano il prezzo per non esse turistiche è particolarmente esosa: a Siena si paga 100 euro, ad Assisi 72, ad Amalfi 120 euro per le prime due ore.
I grandi eventi Ancora da mettere a punto la questione controlli (all’epoca dell’Ostensione non fu facile controllare l’avvenuto pagamento del balzello). Anche perchè a Torino il «turismo mordi-e-fuggi» è tutto da quantificare.
Ripariamo le buche
Dove investire i soldi guadagnati? C’è chi dice nell’ambiente, chi nel turismo e chi, molto più pratico, come il consigliere Silvio Viale dice sì all’eco-tassa: «Finalmente. Arriviamo ultimi. È il riconoscimento che siamo diventati una vera città turistica. Anche per i bus delle partite, dei concerti e delle mostre. Chi entra paga, scarica e poi parcheggia dove vuole. I soldi? Nel bilancio, magari per le buche».
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