Gli eco–pannolini di WIP di compostabile hanno solo l’imballaggio
La campagna pubblicitaria della società Wellness Innovation Project per i pannolini per l’infanzia “Naturaè”, si dimostra scorretta nella certificazione rilasciata dal Consorzio Italiano Compostatori. Lo si legge nel provvedimento emesso il 3 luglio scorso.
24 September, 2013
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha emesso il 3 luglio scorso un provvedimento applicato alla pratica commerciale scorretta dalla società Wellness Innovation Project. Pratica che consisteva nella diffusione di messaggi pubblicitari incentrati sulla sostenibilità ambientale della linea di pannolini per l’infanzia “Naturaè”, volti ad accreditare il prodotto come avente particolari caratteristiche di eco-compatibilità, anche attraverso l’utilizzo del marchio “Compostabile CIC” rilasciato da Consorzio Italiano Compostatori.
E’noto che la certificazione rilasciata dal Consorzio Italiano Compostatori, che attesta un ridotto impatto ambientale del prodotto, e le ulteriori asserzioni ambientali volontarie riguardanti la pretesa riduzione di emissioni di CO2, sono sempre più un importante strumento in grado di orientare le scelte dei consumatori, sfruttando la loro accresciuta sensibilità verso le problematiche ambientali. Proprio la sensibilità ambientale dei consumatori ha, infatti, indotto numerosi professionisti a conferire sempre maggior risalto, nella pianificazione delle proprie campagne pubblicitarie, alle caratteristiche di compatibilità ambientale dei prodotti o servizi offerti.
La domanda è: Wip e CIC erano a conoscenza che la norma di certificazione ambientale UNI EN 13432:2002, a cui fa riferimento la certificazione CIC, riguarda unicamente gli imballaggi e i materiali da imballaggio e non anche altri manufatti come i pannolini?
Continuando a leggere la motivazione del provvedimento pare che sia Wip che CIC fossero a conoscenza che i pannolini non rientrano come prodotto in uno standard tecnico per valutarne la compostabilità e che non è possibile applicare standard tecnici concepiti per altri materiali e/o prodotti.
E’ opportuno sottolineare che tra i materiali che componevano i pannolini di WIP, oltre alle fibre naturali, erano presenti, per una componente pari a circa il 18%, il poliacrilato di sodio (SAP), polimero di origine petrolchimica non biodegradabile e, di conseguenza, neppure compostabile. Questo renderebbe i pannolini nel loro complesso non conferibili nella frazione umida della raccolta differenziata.
Altra questione interessante è che il trattamento del pannolino negli impianti dediti alla frazione umida dei rifiuti, possa determinare la grave conseguenza di commercializzare come fertilizzante un prodotto inquinante e non sicuro per la salute umana.
In conclusione l'autorità garante della concorrenza e del mercato segnala la scorrettezza della campagna pubblicitaria incentrata sul claim “biodegradabile compostabile” (e sui claim collegati “i pannolini prodotti da WIP S.p.A., grazie all’ottenimento del Certificato di compostabilità possono essere assimilati alla frazione umida dei rifiuti”, “meno 40% emissioni di CO2 rispetto ai pannolini convenzionali” e “riduzione dei costi sociali di smaltimento del 40%”), che appaiono, secondo l'autorità, del tutto inappropriati a descrivere in modo corretto e non equivoco le reali caratteristiche ambientali del pannolino per l’infanzia “Naturaè”.
Esistono tuttava in commercio pannolini compostabili che permettono lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita.